La Nazione delle Piante. Un consiglio di lettura

La Nazione delle Piante. Un consiglio di lettura

Cosa significano le piante per la nostra vita e quella del pianeta? Tutto o quasi.
Stefano Mancuso nel suo bellissimo libro “La Nazione delle Piante”(La Terza p.140 Euro 12) illustra questo mondo che “ con il suo tricolore verde, bianco e blu (sono i colori del nostro pianeta e dipendono dalla presenza delle piante), rappresentano la più popolosa, importante e diffusa nazione della Terra ( soltanto gli alberi sono oltre 3000 miliardi).

Mancuso in 8 articoli condensa quelli che dovrebbero essere i diritti delle piante dando  molte informazioni utili che anche un non addetto ai lavori può comprendere con chiarezza tanto è l’amore con cui gli argomenti vengono affrontati. L’ossigeno che respiriamo viene dalle piante e senza le piante l’uomo e il mondo animale non potrebbero esistere.
“Attraverso la fotosintesi e grazie all’energia del sole, le piante fissano l’anidride carbonica dell’atmosfera, formando zuccheri, ossia molecole altamente energetiche e producendo come materiale di scarto l’ossigeno. La quantità media di energia prodotta dalla fotosintesi a livello planetario è di circa 130 terawatt, ossia circa sei volte maggiore del consumo attuale di energia della civiltà umana”. E questa energia sotto varie forme è il motore della vita animale ed è utilizzata dall’uomo per il proprio sviluppo, ma in questo processo soprattutto nell’ultimo secolo le attività umane hanno comportato un aumento delle emissioni di CO2 che si concentra nell’atmosfera e sono responsabili del cambiamento climatico. Tutti gli accordi internazionali per diminuire le emissioni sono stati fino ad adesso inefficaci o contrastati per questo Mancuso propone intanto di lasciar fare alle piante: “Hanno già dimostrato in passato di essere in grado di ridurre drasticamente la quantità di CO2 nell’atmosfera permettendo agli animali di conquistare le terre emerse. Possono farlo di nuovo, regalandoci una seconda possibilità. Per questo dovremmo coprire di piante qualunque superficie  in grado di poterle accogliere, ma prima è necessario bloccare ogni ulteriore deforestazione”(…) “la difesa delle foreste dovrebbe diventare argomento di un trattato internazionale” per tutelare le principali riserve verdi del pianeta.

“Senza una sufficiente quantità di foreste- scrive Mancuso- non esiste alcuna reale possibilità di poter invertire il trend di crescita della CO2”(…)”l’intangibilità delle foreste e il loro mantenimento in vita, così come l’obbligo a mantenere intatti suolo, aria e acqua, dovrebbero trovare posto nelle costituzioni di tutti gli stati”. Mancuso ci ricorda che il riscaldamento globale mina la possibilità di sopravvivenza di intere popolazioni in particolare nel territorio africano e asiatico dando luogo a disordini, guerre e conflitti e alimentando migrazioni umane inarrestabili. “bloccando le migrazioni delle persone che arrivano dai paesi dell’Africa subsahariana si compie un crimine contro natura. Migrare, dice Mancuso, dovrebbe essere un diritto dell’uomo” come recita l’art.14 della Dichiarazione universale.

Le piante ci danno anche un’altra importante lezione che vale anche per l’uomo . “grazie alla cooperazione, governata dalle simbiosi, la vita ha imparato ad ottenere risultati che altrimenti non le sarebbe mai stato possibile raggiungere”.(..) “Non potendosene andare in giro a cercare ambienti o compagni migliori, una pianta deve per forza imparare a ottenere il massimo dalla convivenza con i suoi vicini” dando vita ad un “mutuo soccorso” che gli umani dovrebbero imitare.

Le nostre città stanno ormai ospitando il 50% della popolazione mondiale, che arriverà al 70% nei prossimi trenta anni, e sono i luoghi responsabili delle maggiori emissioni di anidride carbonica.
“Dovrebbero essere completamente coperte di piante. Non soltanto negli spazi deputati : parchi, giardini,viali, aiuole, ecc, ma dappertutto, letteralmente : sui tetti, sulle facciate dei palazzi, lungo le strade, su terrazze, balconi, ciminiere , semafori, guardrail ecc. La regola dovrebbe essere una sola e semplice: dovunque sia possibile far vivere una pianta, deve essercene una. La cosa non richiederebbe che costi irrilevanti, migliorerebbe in una miriade di modi la vita delle persone, non esigerebbe alcuna rivoluzione nelle nostre abitudini, come molte soluzioni alternative proposte, e avrebbe un grande impatto sull’assorbimento di CO2. Difendiamo le foreste e copriamo di piante le nostre città, il resto non tarderà a venire”.

Chiediamo la cittadinanza alla nazione delle piante ne va del nostro futuro.

Leonardo Romagnoli

22.7.19

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