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Il pane di 30.000 anni fa a Bilancino

di Leonardo Romagnoli

Il pane di 30.000 anni fa a Bilancino

Risale a 30.000 anni fa il primo pane della storia. Saper ottenere la farina e cucinarla, quindi,  sono pratiche molto più antiche di quanto si credesse e risalgono all’inizio della comparsa dell’uomo moderno. Lo ha scoperto una ricerca italiana pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, e guidata da Anna Revedin, che coordina l’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria (Iipp).

Le tracce del pane più antico del mondo sono state scoperte in Toscana, a Bilancino in Mugello, nell’insediamento preistorico portato alla luce a metà degli anni ’90 da Biancamaria Aranguren, della soprintendenza archeologica regionale in collaborazione con l’Iipp. Il sito oggi è sommerso in seguito alla costruzione di una diga: ”Abbiamo salvato i materiali il più possibile e nel migliore dei modi”, ha detto Laura Longo, dell’università di Siena, che ha studiato i reperti insieme a Marta Mariotti Lippi e Roberto Becattini, dell’università di Firenze.

A incuriosire i paleontologi sono stati due strani pezzi di arenaria: ”La loro forma era inconfondibile: dovevano essere una macina e un macinello”, hanno detto le ricercatrici. Per questo non li hanno lavati e hanno raccolto il sedimento attorno ad essi. Le analisi condotte in laboratorio dal 2006 al 2009 hanno permesso di estrarre gli amidi rimasti intrappolati nei granuli di arenaria e di scoprire che provenivano dalle redici di una pianta palustre, la Typha. Una scoperta, quella della farina, che ha sicuramente avuto un forte impatto: facendo essiccare le radici e macinandole si otteneva una farina nutriente e facile da conservare come da trasportare.

 

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