Giovanni Lapi, trecentesimo anniversario della nascita del grande botanico mugellano

300 anni dalla nascita di Giovanni Lapi abate e botanico mugellano

Borgo San Lorenzo ha dato i natali a molti personaggi di rilievo per la scienza, l’arte e la storia.
Si tratta di studiosi a cui sono state dedicate strade e istituti scolastici e che meriterebbero di essere ricordati con la dovuta attenzione perché la loro opera, ognuno nel loro campo di competenza , è stata davvero molto importante.
In questo 2020 sono almeno due le ricorrenze che dovrebbero ricevere un giusto omaggio di amministrazioni e studiosi.

La prima cade proprio oggi 5 marzo ed è la data di nascita dell’abate Giovanni Lapi di cui ricorre il trecentesimo anniversario essendo nato nel 1720. La seconda fra un mese è il duecentesimo della nascita di Giotto Ulivi.
Giovanni Lapi fu un botanico molto importante e i
stituì la cattedra di botanica nello Studio firentino , dove insegnò per trentasei anni e fu lettore di Botanica nella Scuola di Medicina e Farmacia.
Professò la sua scienza nel 
Giardino dei Semplici, dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, dotata di una spezieria, e costantemente fornì questo giardino di nuove piante officinali.(Wikipedia)

Giovanni Lapi lasciò molti scritti, fra i quali gli opuscoli: Metodo per distruggere i succiameliDiscorso sull’estremismo del loglioRiflessioni sopra le raccolte dei grani rugginosi. Nel 1776 dettò agli studenti le Lezioni di Botanica nello Spedale di Santa Maria Nuova.
Curioso il volume “Sulla caligine del corrente anno 1783” in cui analizzava un fenomeno studiato anche da altri scienziati in Europa.
“Giovanni Lapi , osservando i fuochi di Pietramala nel Mugello e l’aria caliginosa nelle immediate vicinanze, ipotizzò che per trovare la causa della caligine del 1783, bisognasse analizzare gli eventi eruttivi che si erano verificati nei mesi precedenti. A simili conclusioni era giunto il naturalista francese Mourgue de Montredon nell’agosto dello stesso anno, e Benjamin Franklin nel maggio del 1784. Questi studiosi associarono la nebbia all’eruzione di un vulcano islandese, visto che proprio i cieli del Nord Europa erano stati i primi ad essere invasi dalla caligine e che i giornali di quell’anno avevano riportato di eruzioni nelle “islandiche terre di fuochi”.I primi effetti dell’eruzione del Laki (8 giugno) giunsero in Italia settentrionale dopo 9 giorni, e a fasi alterne (nei primi cinque mesi si susseguirono 10 eruzioni) le strane esalazioni rimasero fino al 30 agosto (con residui fino a fine settembre).”

Lo scorso anno è stato pubblicato a cura del prof. Luciano Cavasicci un bellissimo volume “Il manoscritto Lapi, lezioni di Botanica” che riproduce le lezioni del Lapi tenute nel giugno del 1776 e raccolte dall’allievo Targioni Tozzetti.  A corredo dell’opera ci sono le splendide tabelle comparative di classificazione in famiglie e classi, virtù e uso delle piante, un glossario figurato e un ricco apparato iconografico rendono la pubblicazione un prezioso anello di raccordo tra le conoscenze medico scientifiche dell’epoca e i risultati raggiunti dalla moderna ricerca.Questo prezioso manoscritto è il primo testo di botanica farmaceutica che si conosca a Firenze.

Giovanni Lapi era molto legato al suo paese e morì sempre a Borgo san Lorenzo il 13 novembre del 1788. A lui è dedicata una via nel quartiere di S.Lucia e a lui furono intitolate le scuole di avviamento che negli anni 20 del 900 furono aperte nel palazzo che ospita oggi alcuni uffici comunali in  Via Giotto.

LR

5.3.20

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