Dopo l’interruzione forzata causata dall’alluvione del 14 marzo – che ha lasciato i bagni allagati e i camerini sott’acqua – il Cinema Garibaldi di Scarperia riaccende i riflettori con un doppio appuntamento da non perdere. Un gesto simbolico, ma anche concreto: tornare a vivere la cultura è un atto di resistenza.
Venerdì 4 aprile – ore 21.15
“Amuninni – Storia d’amore e di mafia”
Si parte con lo spettacolo annullato a marzo, “Amuninni”, un intenso esempio di teatro civile. Sul palco va in scena la storia vera di Antonio Caponnetto, giudice simbolo della lotta alla mafia, e di sua moglie Elisabetta Baldi. A raccontarla è il figlio, Massimo Caponnetto, che intreccia il piano personale con quello collettivo, in un racconto denso di emozioni, tenerezza e memoria.
Uno spettacolo che mescola amore e impegno, vita privata e giustizia pubblica, in una narrazione che invita alla riflessione. Un’occasione per ricordare come “la mafia teme più la scuola che la giustizia”, per citare proprio il giudice Caponnetto.
📲 Prenotazioni via WhatsApp al numero 328 0005164.
Sabato 5 (ore 21.30) e Domenica 6 aprile (ore 17.30 e 21.30)
Il film della settimana: “U.S. Palmese”
Arriva sul grande schermo una commedia brillante e fuori dagli schemi: “U.S. Palmese”, con un irresistibile Rocco Papaleo. Ambientato in Calabria, il film ruota attorno alla leggendaria squadra di calcio di Palmi, la Palmese, e a un’idea un po’ folle di un suo tifoso: riportare in campo un ex campione francese, ex Milan, caduto in disgrazia per via del suo carattere impossibile.
Grazie a una colletta cittadina, il ritorno sul campo diventa realtà. E quello che sembrava un sogno assurdo si trasforma in una possibilità concreta di rinascita, non solo per il protagonista, ma per tutta la comunità.
Una storia di sport e riscatto, che si muove tra il realismo sociale e la comicità italiana d’altri tempi, con echi del cinema degli anni ’50. Il calcio, qui, è metafora del vivere insieme, dell’aiutarsi, del costruire qualcosa di più grande.
Cinema Garibaldi torna quindi a pulsare, con cultura, emozioni e un pizzico di follia. Perché, come diceva Peppino Impastato, “la bellezza ci salverà”.