Sabato 7 dicembre alle ore 18:00, il Circolo Arci di Bivigliano (Via della Vecchia Scuola 48) ospiterà un appuntamento imperdibile per gli amanti della letteratura e della storia. Nicola Coccia, giornalista e scrittore, presenterà il suo ultimo libro, Vita del confinato Luigi Spacal che davanti alla morte diventò pittore (Edizioni ETS, 188 pagine). L’evento rientra nella rassegna “Un mondo dentro un libro” edizione 2024/2025, organizzata dal Circolo Arci Bivigliano. A seguire, un’apericena per cui è possibile prenotarsi scrivendo a: arcibiviglianoaps.2020@gmail.com.
La vicenda di Luigi Spacal: l’arte come resistenza
Luigi Spacal, triestino di origini slovene, rappresenta una delle figure più toccanti della storia italiana sotto il fascismo. Arrestato per cospirazione contro lo Stato, Spacal viene condannato al confino ad Accettura, un piccolo paese della montagna lucana circondato da boschi, famoso per il suo millenario rito del matrimonio tra due alberi. Proprio in questo angolo remoto d’Italia, Spacal trova lavoro presso un falegname e, tra le privazioni, scopre la pittura come forma di sopravvivenza e resistenza.
Il momento cruciale della sua vita arriva con la morte di una bambina, evento che scuote profondamente il confinato e lo porta a rivelare una vocazione artistica inaspettata. Attraverso la pittura, Spacal diventa testimone di un’epoca e si trasforma in uno dei più grandi interpreti della sua terra, capace di mantenere viva la memoria di una cultura che il fascismo cercava di cancellare.
Un racconto che parla a tutti noi
“Il dramma di Luigi Spacal è il dramma di un popolo,” spiega Nicola Coccia. “Una comunità colpita negli affetti, nella cultura e nelle tradizioni, ma che Spacal ha saputo celebrare con i suoi dipinti. È una storia che parla di oppressione, ma anche di resistenza e rinascita”.
L’autore sottolinea come questa vicenda si intrecci con altre figure di spicco, come Ottone Rosai e Carlo Levi, formando una sorta di trilogia sul contributo degli artisti alla Liberazione italiana. “È una parte di storia che noi fiorentini conosciamo poco, ma che sul litorale orientale è ancora viva. Popoli che hanno conquistato la libertà solo nel 1954, pagando un prezzo altissimo con esodi e divisioni territoriali. Eppure, Firenze ha giocato un ruolo cruciale in queste vicende,” aggiunge Coccia.
Nicola Coccia: giornalista e testimone del nostro tempo
Nicola Coccia vanta una lunga carriera giornalistica iniziata nel 1966 con il quotidiano Avanti! e proseguita con Il Lavoro sotto la direzione di Sandro Pertini. Dal 1978 è stato cronista per La Nazione, raccontando i principali eventi della cronaca fiorentina.
Tra i suoi lavori più importanti per Edizioni ETS, ricordiamo L’arse argille consolerai. Carlo Levi, dal confino alla Liberazione di Firenze (2016), vincitore del Premio Carlo Levi, e Strage al masso delle fate. Ottone Rosai, Bogardo Buricchi ed Enzo Faraoni dal 1933 alla Liberazione di Firenze (2021).
Non perdete questo appuntamento con la storia e la letteratura, dove il dramma personale di un uomo si trasforma in un messaggio universale di resistenza e speranza.