Riceviamo e pubblichiamo una nota ufficiale di Vicchio Vive
Ancora una volta l’Amministrazione comunale cerca di giocare con i numeri, mettendo così in grave difficoltà il nostro paese.
Ieri, in Consiglio comunale, è stato portato all’approvazione dei consiglieri il piano di riequilibrio che apre, di fatto, le porte alla dichiarazione di predissesto finanziario.
Vicchio Vive è assolutamente contraria a questa scelta ed in Consiglio abbiamo spiegato dettagliatamente le nostre ragioni.
Proviamo a riassumerle, per sommi capi, invitando chi è interessato ad approfondire a leggere il nostro intervento integrale e a venirci a trovare nella nostra sede per avere tutte le spiegazioni.
Partiamo dicendo che non si tratta di una voragine accertata dalla Corte dei Conti.
Si tratta di una ricostruzione contabile costruita dall’attuale Amministrazione, basata su stime, scelte discrezionali e riaccertamenti approssimativi.
Vediamo rapidamente come stanno le cose:
1. La procedura è stata avviata per un disavanzo di circa due milioni e quattrocentomila euro, che si prevede di recuperare in dieci anni. Sono circa 245.000 euro l’anno: tanti, ma non così tanti da giustificare una scelta così drastica.
2. Almeno la metà di questa cifra proviene dal bilancio 2024. Bilancio, ricordiamolo, gestito e approvato dall’attuale Amministrazione.
3. Oltre la metà del disavanzo 2024, poi, deriva dalla scelta dell’attuale Amministrazione di effettuare un riaccertamento dei residui e spalmarlo su dieci anni anziché sula durata della consiliatura.
4. La Corte dei Conti, relativamente ai bilanci 2020–2023, rileva testualmente:
• Le informazioni istruttorie fornite alla Corte nel 2024–2025 sono risultate incomplete, ostacolando la possibilità di ricostruire la reale situazione finanziaria;
• L’istruttoria è stata ostacolata dall’assenza di dati certi, non consentendo di valutare compiutamente la situazione finanziaria dell’ente;
• Mancano dati consolidati sui rapporti economici con l’Unione Montana, lasciando in sospeso partite potenzialmente rilevanti.
5. Tutta l’operazione, perciò, si fonda su ipotesi. Si sostiene che “i debiti fuori bilancio si aggirano intorno al milione di euro” e deriverebbero da “disallineamenti che emergerebbero” dall’analisi dell’Unione Montana.
6. La citata massa passiva di circa quattro milioni è basata essenzialmente su stime e ipotesi, e NON su accertamenti definitivi.
• Sono tutte affermazioni ipotetiche, non supportate né da atti certi né da relazioni tecniche puntuali.
• Infine, nella stessa delibera andata in Consiglio si legge che la Corte dei Conti certifica che l’ente non risulta deficitario ai sensi dell’art. 242 TUEL.
Allora noi denunciamo che il disavanzo di cui parliamo sia in parte fisiologico, in parte frutto di scelte recenti fatte dall’attuale Amministrazione.
Denunciamo che non sia stato fatto tutto il possibile per recuperare i crediti pregressi, accontentandosi di vaghe giustificazioni degli uffici come: “stralciati per vetustà ultra quinquennale” oppure “non si rivela alcun margine per incrementare il contrasto all’evasione nel breve periodo”.
Noi, invece, vogliamo una vera giustizia fiscale, non una dichiarazione di resa verso gli evasori.
Qui non c’è nessun fallimento tecnico, nessun collasso irreversibile.
C’è solo una evidente incapacità politica di affrontare la situazione con strumenti ordinari, come fatto da decine di altri comuni in Italia in situazioni analoghe.
Sappiamo qual è la narrazione da un anno a questa parte: che il “disastro” è stato lasciato dalla precedente Amministrazione.
Noi diciamo chiaramente che questa narrazione è falsa e strumentale.
Inoltre, con questo atto non si colpevolizza solo l’Amministrazione Carlà ma anche quelle degli ultimi 30 anni.
Concludendo, noi affermiamo che le alternative ci sono e vogliamo elencarle:
• Un piano di riequilibrio ordinario;
• Una spending review mirata;
• Il miglioramento della riscossione;
• Un piano triennale serio e condiviso;
• La cessione di beni immobili non strategici per l’attività dell’ente.
Invece, l’Amministrazione comunale sceglie di far pagare il conto della sua incapacità ai cittadini con:
• Aumenti su IMU, TARI, tariffe scolastiche;
• Tagli ai servizi sociali, scolastici, culturali;
• Blocco totale delle assunzioni e degli investimenti.
Noi NON CI STIAMO!
NON ACCETTEREMO che, a fronte di un Comune che si priverà di ogni margine di manovra per dieci anni, chi ha preso questa decisione rimanga comunque al proprio posto, con la giunta in carica e gli emolumenti garantiti, e CI OPPORREMO con ogni mezzo lecito a questa scelta.
Noi NON PERMETTEREMO che, per coprire le scelte di questa Amministrazione, si ipotechi il domani di un’intera comunità.