L’approvazione del bilancio comunale non è mai un atto puramente contabile: è un passaggio cruciale che riflette scelte politiche, priorità strategiche e visioni diverse sul futuro di una comunità. A Vicchio, con una tradizione di partecipazione civica vivace, la discussione da tempo si è trasformata in un confronto acceso che ha coinvolto consiglieri, associazioni, cittadini e categorie economiche. Riportiamo, per dovere di cronaca e completezza di informazione, le due posizioni principali. Una nota del Sindaco Tagliaferri da suo profilo Facebook e l’intervento in Consiglio comunale che si è tenuto oggi 30 giugno 2025 di Vicchio Vive. Per un ulteriore approfondimento, pubblichiamo anche la delibera n. 104 della Corte dei Conti inerente il Comune di Vicchio

Il Sindaco Tagliaferri
BILANCIO: COSA ABBIAMO TROVATO, COSA STIAMO FACENDO PER RISANARE
Questo pomeriggio porteremo in Consiglio Comunale due atti cruciali, figli del lavoro del primo anno della nostra amministrazione. Approveremo il rendiconto 2024 e il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, atti che ci permetteranno di intervenire in maniera decisa sullo stato delle casse comunali.
Pronuncia della 𝗖𝗼𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝗖𝗼𝗻𝘁𝗶, 𝗱𝗲𝗯𝗶𝘁𝗶 𝗳𝘂𝗼𝗿𝗶 𝗯𝗶𝗹𝗮𝗻𝗰𝗶𝗼 e oltre 2 milioni di 𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝘂𝗶 𝗱𝗮 𝗰𝗮𝗻𝗰𝗲𝗹𝗹𝗮𝗿𝗲: ereditiamo circa 𝟯 𝗺𝗶𝗹𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗲 𝟭𝟬𝟬 𝗺𝗶𝗹𝗮 𝗲𝘂𝗿𝗼 di debiti da affrontare. Se a questi aggiungiamo i 742.598 € di disavanzo straordinario da riaccertamento del 2015, che stiamo ancora pagando con rate da 37.000 € l’anno per trent’anni, il totale sfiora i 4 milioni di euro. Il lavoro che abbiamo portato avanti in questo primo anno di mandato non era mai stato fatto in cinque anni dalla precedente giunta, che ha preferito continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto. Noi invece ci siamo assunti la responsabilità di sollevarlo e fare pulizia, come promesso ai cittadini.
In quest’anno sono state dette molte bugie, ma ora parlano i fatti. Dalla lettura delle 46 pagine della pronuncia della Corte dei Conti (che riporto nei commenti e potete trovare sul sito del Comune di Vicchio) emerge chiaramente il fallimento della gestione dell’ex sindaco Carlà e dell’ex assessore al bilancio che ha ricoperto questo ruolo per 15 anni consecutivi. Questo mette fine alle falsità finora raccontate.
Serietà, trasparenza e responsabilità, è così che stiamo amministrando, occupandoci dei bisogni dei cittadini e delle prospettive della nostra comunità.
Nello specifico, con la discussione di questi due punti sarà definitivamente cristallizzata la situazione economico-finanziaria dell’ente con la volontà di procedere successivamente all’adozione di un piano di riequilibrio, un piano speciale, come prevede il testo Unico degli Enti Locali (TUEL), finalizzato al recupero delle situazioni di deficit e a risanare le finanze.
In questi mesi il lavoro della giunta e degli uffici si è concentrato nel verificare tutte le entrate e le uscite e tutti i residui attivi (somme accertate e non riscosse) e passivi (somme impegnate e non pagate), restituendo la situazione corretta e reale.
Parallelamente è proseguito il rapporto di collaborazione istituzionale con la Corte dei Conti che ha analizzato i rendiconti degli anni 2020, 2021, 2022, 2023 e con delibera 104 del 4 giugno ha accertato e quantificato il disavanzo effettivo risultante dalla correzione di tali annualità di esercizio.
In sintesi, il disavanzo totale ammonta a 1.713.477 €, di cui 434.121 € relativi alle gestioni 2022 e 2023 e 1.279.356 € di ulteriore disavanzo dovuto alla pulizia straordinaria dei residui effettuata in collaborazione con il revisore dei conti. Si è operato un riaccertamento dei residui attivi e passivi dei bilanci degli anni precedenti: un lavoro che ha portato alla cancellazione di oltre 600 voci, prive di fondamento per essere mantenute (in una situazione ordinaria, se ne eliminano nell’ordine delle decine). Inoltre la pronuncia della Corte dei Conti sulle annualità 2020, 2021, 2022 e 2023 ha determinato un aggravio di 378.314 € rispetto a quanto precedentemente rilevato dall’Ente. Ed è stimato intorno a 1.000.000 € il debito nei confronti dell’Unione dei Comuni (gestione associata Polizia municipale e altro).
Voglio rassicurare i nostri cittadini. Ci saranno dei sacrifici, li affronteremo ma non vogliamo che pesino sulle vostre tasche. Il ricorso al piano di riequilibrio ci consentirà di gestire in dieci anni questa massa passiva. Tuteleremo i fragili e le fasce più deboli, faremo ogni sforzo per mantenere inalterati i servizi. Già quest’anno siamo stati obbligati a numerosi tagli al bilancio e nonostante questo siamo riusciti a garantire servizi, iniziative e manutenzioni ai livelli degli anni precedenti. Abbiamo razionalizzato, ottimizzato e ci stiamo adoperando per reperire maggiori risorse esterne in modo da continuare a investire sul territorio.
Nessun amministratore vorrebbe iniziare ogni anno da -310.000 €, certo. Ma questa è la situazione che abbiamo trovato, e abbiamo scelto di affrontarla con consapevolezza, trasparenza e senso di responsabilità, per non lasciare alle generazioni future un macigno così pesante.
Alla fine del mandato il Comune sarà in condizioni decisamente migliori. Vogliamo consegnare alle cittadine e ai cittadini di oggi e di domani un Comune sano, è l’impegno che ci siamo presi in campagna elettorale e in questo anno.

Intervento integrale di Vicchio Vive integrale nel Consiglio Comunale del 30 giugno 2025
Signor Sindaco,
Signori Assessori,
Colleghi Consiglieri,
Cittadine e cittadini di Vicchio,
oggi non siamo chiamati a votare un semplice atto tecnico, ma una scelta che segnerà il futuro di Vicchio per i prossimi dieci anni. Parliamo della proposta di accesso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale ex art. 243-bis del TUEL: una misura straordinaria, da codice rosso, che comporterà pesanti ripercussioni sulla vita del nostro Comune e di tutti i suoi cittadini.
Ebbene, questa amministrazione propone di avviare questa procedura per un disavanzo complessivo di 2.456.000 euro, da spalmare su dieci anni. Poco più di 200 mila euro l’anno. Una cifra significativa, ma non tale da giustificare la scelta più estrema prevista dal TUEL.
E sia chiaro subito un dato tecnico fondamentale: dei 2.456.000 euro complessivi, 1.279.918,68 euro ovvero il 52% riguardano il disavanzo dell’esercizio 2024, generato sotto la gestione dell’attuale amministrazione. Queste cifre non possono essere attribuite ad altri. Né può sfuggire il fatto che 705.466,59 euro derivano dal riaccertamento straordinario dei residui, per i quali avete deciso di ripianare il disavanzo in soli dieci anni anziché in trenta, aumentando l’onere annuale sul bilancio.
Non possiamo ignorare, inoltre, quanto emerge dalla recente delibera della Corte dei conti sui rendiconti 2020-2023. La Corte ha rilevato, sotto la vostra amministrazione, quanto segue, citando:
• Le informazioni istruttorie fornite alla Corte nel 2024-2025 sono risultate incomplete, ostacolando la possibilità di ricostruire la reale situazione finanziaria;
• L’istruttoria è stata ostacolata dall’assenza di dati certi, non consentendo di valutare compiutamente la situazione finanziaria dell’ente;
• Mancano dati consolidati sui rapporti economici con l’Unione Montana, lasciando in sospeso partite potenzialmente rilevanti;
La Corte ha contestato carenze nei dati sui vincoli di bilancio, non accogliendo le giustificazioni fornite dall’ente; la Corte conferma gli avanzi di amministrazione corregge solo le parti accantonate, vincolate e destinate.
I 95 mila euro di oneri di urbanizzazione non esistono.
Si cita una massa passiva quantificata in circa 4 milioni di euro proposta da questa giunta, basata su stime e ipotesi e non su accertamenti definitivi;
• Si parla di “debiti fuori bilancio che si aggirano intorno al milione di euro” e di “disallineamenti che emergerebbero” dall’analisi dell’Unione Montana, tutte affermazioni ipotetiche non supportate da atti certi né da relazioni tecniche puntuali e frutto di rapporti poco chiari, a differenza della posizione presa dalla nostra amministrazione, tra la giunta Tagliaferri ed il Comune di Dicomano.
Insomma, un puzzle costruito su scelte discutibili, rinvii e incertezze. Non un disastro inevitabile, ma una gestione che, dopo un anno di amministrazione, mostra tutta la sua debolezza nell’affrontare criticità che potevano essere gestite diversamente, anche tenendo conto dell’eredità amministrativa lasciata fino a maggio 2024. Una scelta affrettata, oggi coperta da uno strumento emergenziale che poteva e doveva essere evitato con una gestione competente e attenta fin dall’insediamento.
Sappiamo già quale sarà la narrazione da domani, no scusate, da un anno a questa parte: che questa è la scelta più responsabile da fare di fronte al “disastro” lasciato dalla precedente amministrazione, ma badate bene, a far così non state colpevolizzando solo l’amministrazione Carlà come avreste voluto fare, ma anche tutte le precedenti, almeno quelle degli ultimi trent’anni.
Bene, lo diciamo subito e con chiarezza: questa narrazione è falsa e strumentale.
Il disavanzo di cui parliamo è in parte fisiologico, in parte frutto di scelte recenti fatte dalla vostra amministrazione. Le quote rinviate del 2023 e il nuovo disavanzo del 2024 sono maturate sotto il vostro mandato. E, cosa ancora più rilevante, lo ripetiamo: Vicchio non è un Comune strutturalmente deficitario (come si legge nella stessa proposta di delibera, che certifica che l’ente non risulta deficitario ai sensi dell’art. 242 TUEL) che portate oggi in questo Consiglio Comunale. Nessun fallimento tecnico, nessun collasso irreversibile. Solo l’incapacità – politica – di affrontare la situazione con strumenti ordinari, come fatto da decine di Comuni in Italia in situazioni analoghe.
E tutto questo accade dopo un anno intero di vostra amministrazione. Un anno in cui, se fossero state presenti figure chiave per il funzionamento dell’ente – come un segretario comunale stabile o un responsabile del servizio finanziario con continuità – forse oggi non saremmo qui a discutere di predissesto. Un tempo più che sufficiente per valutare, intervenire, cambiare rotta. Ma nulla è stato fatto. E oggi volete far credere che non ci siano alternative?
Le alternative ci sono e c’erano e, a differenza di ciò che ci venne risposto dall’allora opposizione “siete voi ad amministrare, trovatele voi le soluzioni”, noi oggi vogliamo elencarle:
- Un piano di riequilibrio ordinario;
- Una spending review mirata;
- Il miglioramento della riscossione;
- Un piano triennale serio e condiviso;
- La cessione di beni immobili non strategici per l’attività dell’ente, attualmente locati a terzi, che avrebbero potuto generare avanzo utile alla copertura del disavanzo.
Ma tutto questo richiede capacità amministrativa, visione, impegno. Invece, oggi scegliete la via più semplice per voi, e la più penalizzante per la cittadinanza.
E saranno proprio i cittadini a pagare il conto:
- Ancora aumenti su IMU, TARI, tariffe scolastiche;
- Altri tagli ai servizi sociali, scolastici, culturali;
- Totale blocco delle assunzioni e degli investimenti;
- Controllo serrato della Corte dei Conti su ogni atto;
- Un clima di incertezza che allontanerà sempre di più imprese, famiglie, risorse.
Perché, Sindaco, se lei non si accorge del clima pessimo che si respira nel nostro paese, citando una sua recente dichiarazione, abbiamo un grande problema. E non parlo dei rapporti fra le parti di questo Consiglio, parlo delle persone là fuori. Dovrebbe essere il suo primo impegno quello di farlo cessare, e questo strumento, vede, va in tutt’altra direzione.
Siamo davanti a una scelta miope, sproporzionata e profondamente ingiusta. È una decisione che, dopo aver tentato di costruire un racconto colpevolista nei confronti di chi ha amministrato prima, finisce con il sacrificare l’intera comunità vicchiese.
La campagna elettorale è finita da un anno. Ora è il tempo della responsabilità. E questa, lo ripetiamo, è una decisione profondamente irresponsabile.
Quel che è peggio – lo diciamo con chiarezza – è che, a fronte di un Comune che si priverà di ogni margine di manovra per dieci anni, chi ha preso questa decisione rimarrà comunque al proprio posto, con la giunta in carica e gli emolumenti garantiti. Nessun commissariamento, nessuna responsabilità personale. A pagare saranno le famiglie, le imprese, i giovani, gli anziani.
Non ci stiamo.
Per questo, il nostro gruppo voterà con convinzione contro questa delibera. Perché Vicchio merita di meglio. Merita una gestione competente, coraggiosa, lungimirante. Non un predissesto causato da incompetenza e scaricato sulle spalle dei cittadini.
Chiediamo alla maggioranza un atto di responsabilità: fermatevi, spiegate pubblicamente perché non avete esplorato strade alternative. Se non ne siete stati capaci, abbiate almeno il coraggio di ammetterlo.
Vicchio ha bisogno di una guida capace, non di un vincolo decennale.
Noi saremo vigili, presenti, propositivi. Ma fermi nel difendere Vicchio da questa ingiustizia.
Vogliamo aggiungere un’altra verità: nelle delibere si legge che il disavanzo 2024 deriva dallo stralcio di residui attivi. Ma chiunque si fosse trovato in carica avrebbe dovuto affrontare questo evento e avrebbe potuto farlo scegliendo soluzioni diverse da quelle estreme oggi proposte, senza trascinare il Comune in una procedura così vincolante. E chissà se lo stralcio applicato abbia tutte le necessarie valutazioni giuridiche, non possiamo accontentarci della dicitura “stralciati per vetustità ultra quinquennale” né tanto meno di quella “non si rivela alcun margine per incrementare il contrasto all’evasione nel breve periodo”. Vogliamo una giustizia fiscale, non una dichiarazione di resa verso gli evasori.
Riportiamo anche testualmente alcuni passaggi della Delibera n. 104/2025/PRSP della Corte dei conti, che confermano quanto sopra:
“Le informazioni aggiuntive fornite dall’ente, in sede istruttoria, sono risultate non del tutto complete rispetto alle richieste…”
“Quest’ultima fase è risultata, nel caso del Comune di Vicchio, particolarmente difficoltosa e non ha consentito di acquisire tutti gli elementi necessari a valutare compiutamente la situazione finanziaria effettiva dell’ente.”
“Da una prima analisi emergerebbe un disallineamento sfavorevole per il Comune di Vicchio di almeno un milione di euro.”
Inoltre: “L’individuazione di una massa passiva quantificata in circa euro 4.000.000,00 derivante da disavanzi già accertati… oltre a passività potenziali e debiti fuori bilancio in via di accertamento.” Risulta solo nella proposta di questa giunta comunale; la Corte dei conti non quantifica direttamente la massa passiva, evidenzia incertezze e mancanza di dati.
Questi dati dimostrano che molte delle cifre inserite nella vostra proposta di delibera sono basate su stime e condizionali, non su dati consolidati. È gravissimo sostenere che il predissesto sia l’unica via, quando mancano ancora certezze sui numeri reali.
Concludiamo:
Vicchio non è in ginocchio. Non è un Comune senza futuro. Non è un ente destinato al predissesto.
È la vostra incapacità, non i numeri, ad averci portato qui.
Noi non permetteremo che, per coprire le vostre scelte e giustificare la vostra campagna elettorale, si ipotechi il domani di un’intera comunità.
Per questo il nostro voto sarà contrario. Perché Vicchio non merita dieci anni di buio. Merita una politica all’altezza della sua storia e della sua gente.
Vicchio non si arrende. E noi con Vicchio.
Aggiungo, permettetemi, che dal Sindaco sono stata accusata già varie volte di prepararmi gli interventi prima della seduta, cosa vera, che sostengo con forza, cosa doverosa nei confronti degli elettori che ringrazio per avermi concesso la possibilità di essere qua oggi, ma almeno io ho la decenza di leggerli e renderli pubblici qua, nella sede opportuna, rispettosa della democrazia e del ruolo che ognuno di noi ricopre. Viceversa, da ormai alcune ore apprendiamo da comunicati che si danno per approvati tali atti, atti così importanti, pregni di significato, con tanto di dichiarazioni fatte in aula, ancora prima dell’avvio della seduta. Ne rimaniamo ancora una volta profondamente delusi. Siamo ben consapevoli di come funzionano le votazioni, dei rapporti numerici tra minoranza e maggioranza, ma mai dovrebbe venire meno il rispetto istituzionale che si deve alle minoranze, poiché a rimetterci è il ruolo e la serietà che questa aula riveste nei confronti della comunità tutta.

Testo deliberazione n. 104 della Corte dei Conti