Resoconto del dibattito/approfondimento organizzato dal PRC Mugello del 22 Marzo, sulla giornata di mobilitazione europea verso il 7 Aprile, “Our health is not for sale”, in difesa della Salute e della Sanità Pubblica.
Il Dibattito approfondimento sulla giornata di mobilitazione europea del 7 Aprile, “Our health is not for sale”, in difesa della Salute e della Sanità Pubblica del 22 Marzo, è stato molto costruttivo. Gli interventi che si sono succeduti, in particolare anche dal pubblico, hanno delineato una situazione pericolosa per l’universalismo e l’uguaglianza del diritto alla salute, sia in Italia che in tutta Europa, allineandosi a quanto denunciato in questa giornata di mobilitazione, giornata che si prefigge di informare e sensibilizzare i cittadini per dire basta al profitto sulla salute.
Con l’art. 32 della Costituzione, gli italiani sono riusciti a far riconoscere la salute come “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, garantendo cure gratuite agli indigenti”, obbligando di fatto lo Stato a tutelarla attraverso la fiscalità generale, attività produttive e tasse, in un’ottica di sistema solidaristico, per garantire universalità, equità, accessibiltà e uguaglianza nell’accesso alle cure e nel diritto alla salute. Per questo, con la L. 833 del 1978, legge di istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, si è creato un servizio sanitario nazionale pubblico, servizio, che ha vito il proprio graduale smantellamento a partire dagli anni ’90, attraverso leggi di aziendalizzazioni degli ospedali con obbligo di pareggio di bilancio, con finanziamenti dati attravero rimborsi in base alle prestazioni, drg (per cui finanziamento non più basato sui bisogni dei cittadini, ma soprattutto sulle prestazioni erogate), e l’introduzione di una ulteriore compartecipazione da parte dei cittadini, i ticket, una vera e propria tassa sulla malattia.
A causa di queste politiche, sono diventati 11 milioni nel 2016 gli italiani che hanno dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie a causa di difficoltà economiche; ha giocato in questo un ruolo importante la compartecipazione alla spesa (oltre al ticket e in Toscana è richiesto anche il contributo di digitalizzazione) e le centralizzazioni dei servizi, aggiungendo alla spesa dei ticket e alle lunghe liste di attesa, il tempo e il denaro per il viaggio.
Riguardo alla non autosufficienza, a causa dell’elevata burocrazia e della difficoltà ad avere supporto, su 10 famiglie solo 4 si sono rivolte ai servizi sociali.
Il 2016 è stato per l’Italia anche il primo anno in cui l’età media di vita si è abbassata, sia per uomini che per donne, sembra soprattutto per cattiva prevenzione (ricordo che gli esami diagnostici ai quali spesso, a causa dei ticket gli italiani rinunciano, sono indispensabili per fare prevenzione secondaria).
La spesa sanitaria legata alle prestazioni private, a cui gli Italiani hanno fatto ricorso nel 2016, è stata di 34,5 miliardi di euro, con un aumento del 3,2% nel biennio 2013/15 (anche in condizioni economiche precarie, tutti i cittadini europei sono comunque disponibili a spendere per la saluta, e questa è una condizione ben chiara al mercato del profitto, non per niente l’andamento della spesa sanitaria privata è in controtendenza rispetto alle dinamiche di deflazione della nostra economia).
I ticket, la compartecipazione alla spesa introdotta da anni nei nostri SSR, sono andati aumentando nel tempo fino a superare talvolta la tariffa delle prestazioni private.
Nel 2016 il 45,4% degli Italiani hanno preferito rivolgersi al privato o al privato sociale per prestazioni sanitarie che nel sistema pubblico avrebbero pagato nella stessa misura o addirittura con una tariffazione superiore (senza considerare le lunghe liste di attesa e i servizi dati in luoghi distanti dal proprio domicilio), con la conseguenza di grossi spostamenti di denaro e quindi di finanziamento, dal sistema pubblico a quello del privato o del privato sociale.
Anche il regime di intramoenia, ovvero il privato dentro il pubblico, ha determinato vergognose differenze tra chi “può pagare e chi no”. Sono 7,1 milioni gli italiani che hanno scelto prestazioni sanitarie in regime di intramoenia a causa delle lunghe liste d’attesa, con vergognose differenza di accessibilità non solo per diagnostica e visite specialistiche, ma anche per poter effettuare interventi chirurgici in elezione. Ricordiamo che anche se le assicurazioni per la sanità integrativa introdotta nel cosiddetto “welfare aziendale” dei contratti di lavoro, rimborsano in parte o in toto le spese sanitarie sostenute, questo determina comunque una perdita del “diritto” alla salute; non tutti abbiamo infatti la stessa assicurazione che copre le stesse prestazioni, chi potrà versare di più potrà avere di più e a chi sarà fuori dal mercato del lavoro, disoccupati, disabili, non autosufficienti, lavoratori precari o di piccole aziende, non toccherà altro che una sanità pubblica residuale fatta di lunghe liste di attesa e prestazioni date in luoghi distanti dal proprio domicilio. Si perderà di fatto il “diritto alla salute” così come conquistato nel 900, per andare verso una semplice “protezione dalla malattia”, così come fatto dal sistema mutualistico/assicurativo.
Ogni giorno in tutta piccoli ospedali e servizi territoriali vengono chiusi (in Italia sono stati tagliati 45.000 posti letto, ed a fronte di una media Europea di 4,5 pl per mille abitanti, abbiamo a livello nazionale 3,70 pl per mille abitanti e in Toscana addirittura 3,15, per non parlare poi delle chiusure dei servizi in distretti e consultori), con prestazioni basilari date in luoghi lontani dal proprio domicilio (vedi le donne in gravidanza del nostro territorio che vengono mandate a fare ecografie anche a Figline, determinando un’ ulteriore spinta verso il ginecologo privato; o le visite allergologiche, ad offerta nel territorio del Mugello solo da parte del privato o del privato sociale), le liste d’attesa per visite e esami si allungano, le condizioni di lavoro degli operatori sanitari (visto il blocco del turn-over, viene sostituito ad oggi un solo lavoratore ogni cinque che vanno in pensione, arrivando a perdere dal 2009 ad oggi 40.000 dipendenti nel sistema sanitario pubblico, nonché un blocco al rinnovo contrattuale di oltre 8 anni e obbligo di coprire con il proprio stipendio un’assicurazione per responsabilità penale, DDL Bianco/Gelli) peggiorano. La politica sanitaria in Italia stà definanziando il sistema sanitario pubblico sotto tutti gli aspetti.
Per denunciare ciò, la Rete Europea contro la Privatizzazione e la Commercializzazione della Salute, del Lavoro Sociale e della Protezione Sociale, per il secondo anno, il prossimo 7 Aprile in occasione della giornata dell’OMS per la salute, organizza a livello europeo una mobilitazione al grido di: “OUR HEALTH IS NOT FOR SALE”, per dire basta:
alle MISURE DI AUSTERITA’ CHE HANNO PORTATO alla commercializzazione della salute con disinvestimenti nei sistemi sanitari pubblici, determinando:
- interminabili liste di attesa, diminuzione di prestazioni, chiusure e accorpamenti dei servizi e diminuzione di personale nei sistemi sanitari pubblici, con conseguenti condizioni di lavoro sempre più al limite della sicurezza e della qualità;
- appalti fatti al massimo ribasso per servizi non sanitari come pulizie e mense, con prestazioni sempre più scadenti.
- aumenti di offerta da parte del privato, del privato sociale, delle assicurazioni, relegando a questi, sempre più servizi
- un ruolo sempre più marginale della sanità pubblica, sempre meno concorrenziale (causa minori investimenti e servizi erogati) con conseguente rischio di tornare ad un sistema tipo mutualistico e perdita di uguaglianza nel diritto alla salute con una sanità a due velocità; per chi può nel privato, e per chi non può, sempre più residuale, nel pubblico.
Per riappropriarsi del “Diritto alla Salute” diventa indispensabile tornare ad investire nel sistema pubblico attraverso la fiscalità generale, organizzando un sistema forte, attraverso adeguato personale ed apparecchiature, aumentando l’offerta anche attraverso l’ampliamento dell’orario di apertura degli sportelli che erogano il servizio, per diminuire le liste di attesa.
Gli accentramenti fatti, esclusa l’alta specialistica che poteva essere fatta comunque a livello regionale senza accorpare le ASL, sono serviti soltanto ad allontanare i servizi dai cittadini, e le cariche apicali che dovevano diminuire, sono invece aumentate in un sistema sempre più verticistico. I lavoratori nel contempo invece sono diminuiti, mandando a casa 2000 dipendenti.
La centrale unica di acquisto poi, che doveva uniformare costi e materiali sanitari in tutta la regione Toscana, ha creato notevoli disagi ai lavoratori, con rischi di errori per diversità di materiali forniti, approvvigionamenti dati con notevoli ritardi, materiale scadente e sprechi dovuti a quantità minime di acquisto imposte.
Le misure di Austerità imposte dall’Europa producono effetti, viene infatti imposto di investire in sanità non in base ai bisogni ma in base all’indebitamento e al PIL del paese, determinando una perdita di uguaglianza nel diritto alla salute, invitiamo tutti a partecipare a questa giornata di mobilitazione, per esigere un cambio di rotta nelle politiche italiane ed europee affinchè venga attuato il diritto alla salute, con un sistema sanitario che, in Italia,
- Riconosca il fondamento dell’articolo 32 della costituzione,
- Sia basato sulla centralità della prevenzione e promozione della salute in tutti gli aspetti di vita e di lavoro
- Eroghi prestazioni sanitarie utili (dove c’è profitto il rischio di prestazioni inutili è elevato), necessarie, accessibili a tutti, senza vincoli di cittadinanza
- Sia sostenuto dalla fiscalità generale proporzionata al reddito in un’ ottica di solidarietà
- Riconosca il ruolo attivo delle persone nei propri percorsi di cura e nella definizione delle politiche di salute
Il dibattito è stato lungo, interessante e costruttivo, e siamo usciti tutti concordi nel dire: La mobilitazione paga, scendiamo tutti insieme in piazza il 7 Aprile per affermare un nostro diritto:
il “Diritto alla Salute”
Ci troviamo a Firenze il 7 Aprile:
Ore 16:00 CONCENTRAMENTO piazza Duomo, davanti sede della Presidenza della Regione Toscana
Ore 16:30 CORTEO fino a Piazza San Lorenzo
Ore 17:00 INTERVENTI con la partecipazione di esponenti politici, sindacali, comitati territoriali, associazioni, ecc.
Ore 19:00 SPETTACOLO TEATRALE “Il matto, la crisi e la luna” a cura del gruppo teatrale “Fra(m)enti di luna verde”
Ore 20:00 MUSICA DAL VIVO
PRC Mugello