Un documento del Comitato di Massorondinaio

 

Il Comitato di Massorondinaio comunica che la Regione Toscana, con decreto n. 14819 del 27 agosto 2021, ha autorizzato la società CO.CO.5 S.r.l., affittuaria dell’impianto di asfalto di proprietà della società Piandisieve S.r.l., a dismettere la produzione di conglomerato bituminoso, ma contestualmente, nella stessa area, ha autorizzato la CO.CO.5 S.r.l. alle emissioni in atmosfera diffuse di polvere, prodotte dalle attività di movimentazione e stoccaggio dei materiali inerti.

In definitiva a San Piero a Sieve in località Massorondinaio verrà rimosso l’intero impianto a caldo e non verrà più prodotto asfalto.

Ma, l’indubbio sollievo per la chiusura definitiva della produzione di asfalto a Massorondinaio, dopo anni di proteste della popolazione, non deve trarci in inganno perché, purtroppo, ciò che si prepara non sarà una riqualificazione urbana della zona.

Sappiamo infatti che la società Piandisieve S.r.l. proprietaria dell’area, ha presentato un progetto di un nuovo impianto di recupero rifiuti che dovrà gestire ben 166.000 tn/anno di rifiuti speciali, mediante attività che prevedono lo stoccaggio ed il recupero attraverso operazioni di frantumazione e vagliatura di materiali inerti con la possibilità di conferimento di materiali con codice a specchio, ovvero rifiuti che potrebbero contenere anche sostanze pericolose. I materiali classificati con codice a specchio verranno frantumati solo dopo che la impresa Piandisieve S.r.l. accerterà con sistemi di auto-analisi a campione l’assenza di materiali pericolosi.  L’impianto di deposito di inerti della Co.co.5 S.r.l. completa il ciclo  della produzione della Piandisieve S.r.l. sia in termini di creazione di polveri, che di rumore, che di traffico.

A proposito di rumore, va ricordato, infatti, che la ditta Piandisieve S.r.l. è, attualmente, già soggetta ad un’ordinanza per rumorosità prodotta dall’impianto di lavorazione inerti (ordinanza n. 17 del 11/08/2021) emessa dal Sindaco Federico Ignesti. E’ evidente, quindi, che con la nuova attività di recupero rifiuti mediante l’installazione di un frantoio mobile e la nuova attività della Co.co.5 S.r.l. di movimentazione e stoccaggio di inerti la situazione è destinata a peggiorare.

Così la zona industriale di Massorondinaio a ridosso di abitazioni, di centri sportivi e del più grande parco pubblico del felice e ridente paese del Mugello rimarrà zona di industrie classificate insalubri di prima classe. Eppure negli anni si sono susseguiti numerosi moniti, espressi dalle più disparate istituzioni, affinché fosse risolta l’annosa questione della convivenza tra industria e abitato.

Com’è possibile che ancora oggi, nel 2021, sia previsto un volto industriale per questa zona?

37 cittadini di San Piero a Sieve, residenti in zone limitrofe all’impianto, hanno promosso ricorso al TAR (RGR n. 906/2021) per richiedere la Valutazione di Impatto Ambientale che determini anche una valutazione sanitaria della nuova industria sull’ambiente circostante e la popolazione di San Piero.

Oltre 500 cittadini del Comune di Scarperia e San Piero, in data 14 giugno 2021, hanno firmato un’istanza indirizzata alla ASL e al Sindaco del Comune di Scarperia e San Piero Federico Ignesti, in qualità di autorità sanitaria locale, nella quale veniva richiesto, prima del rilascio di qualsiasi nuova autorizzazione ad industrie insalubri in località Massorondinaio compresa l’AUA all’impianto di recupero rifiuti, l’espressione di un parere che valutasse il rischio sanitario in atto nell’area in questione e impegnavano il Sindaco ad attivarsi verso l’ASL affinché tale valutazione fosse espressa al più presto. A tale istanza Sindaco e ASL non hanno dato risposta.

Per tale motivo, in data 06/09/2021, il Comitato si è rivolto al Difensore Civico Regionale, il quale ha stabilito che:

“le richieste di approfondimento avanzate dal Comitato in data 14/06/2021 al Comune di Scarperia e all’Azienda USL dovranno essere doverosamente e attentamente valutate nell’ambito dei lavori istruttori del procedimento di AUA dell’impianto, nell’ambito del quale si invita l’Amministrazione comunale ad acquisire il parere dell’Azienda sanitaria in merito a tutti gli aspetti di competenza, come evidenziato dal Comitato”.

Proprio per la potenziale pericolosità delle industrie insalubri il piano operativo comunale attualmente vigente prevede che nascenti esercizi di questa tipologia o il loro potenziamento siano localizzati in altra zona, debitamente distanti dal centro abitato. A quanto pare  a San Piero a Sieve si fa eccezione alla regola.

La regola evidentemente è ignorare il diritto alla salute della popolazione, infatti anche  nell’istruttoria condotta dalla Regione per la modifica dell’autorizzazione, affinchè la CoCo5 S.r.l. potesse utilizzare l’area a deposito di inerti, il Comune di Scarperia e San Piero e la ASL non hanno fatto pervenire il parere di competenza, nonostante fosse stato  loro richiesto. Totalmente assenti.

A Massorondinaio nel tempo cambiano le proprietà e le produzioni ma rimane il nodo della convivenza tra industrie insalubri e zone residenziali. A riprova che tutto il mondo è paese, che gli aneddoti hanno una loro verità anche a San Piero a Sieve. E’ infatti il caso di citare con una certa amarezza il popolare proverbio il lupo perde il pelo ma non il vizio”. 

Comitato di Massorondinaio

 

I commenti sono chiusi.