Tutti assolti nella cosiddetta “guerra del gas” a Prato. Era coinvolto anche l’ex sindaco di Borgo Baggiani

Il fatto non sussiste, tutti assolti. Dopo dieci anni tra indagini e processi e dopo dieci minuti di camera di consiglio, cala il sipario sulla cosiddetta ‘guerra del gas’ che nel 2010 ha contrapposto il Comune, all’epoca guidato dalla prima e unica Giunta di centrodestra, e Estra Consiag. Il direttore generale di Estra Paolo Abati, il presidente dell’Assemblea dei soci di Consiag Luciano Baggiani, i dirigenti e tecnici di EstraReti Paolo Quercioli, Cesare Calistri e Alessandro Puccetti, non hanno commesso nessun reato: non sono colpevoli di turbativa d’asta, né di abuso d’ufficio, né di abuso di posizione dominante. Secondo il tribunale di Prato (collegio giudicante presieduto da Silvio De Luca), non ci fu nessuna illegalità nel comportamento dei cinque imputati rispetto alla decisione dell’amministrazione comunale di mettere a gara il servizio di distribuzione del gas fino a quel momento, e da sempre, gestito da Consiag, la partecipata della quale il Comune di Prato era socio di maggioranza relativa. Presenti in aula ad ascoltare la sentenza Luciano Baggiani e Alessandro Puccetti; con loro gli avvocati Alberto Rocca e Antonino Denaro.

“Piango – il commento a caldo di Baggiani – sono contentissimo. Ero sereno, lo sono sempre stato conscio delle nostre condotte. Dispiace che nel nostro Paese occorra aspettare dieci anni per arrivare ad ascoltare le parole che ho sentito oggi”. Dieci anni: tutti prescritti i reati per i quali il pubblico ministero, Lorenzo Gestri, aveva invocato una sentenza di prescrizione al contrario del pool difensivo che si è battuto fino all’ultimo per l’assoluzione con formula piena. “Il risultato – le parole dell’avvocato Rocca – ci lascia assolutamente soddisfatti e ci paga di tante sofferenze. La nostra è una soddisfazione che si esprime nel rispetto delle funzioni svolte dalla procura”. Dice di più l’avvocato Denaro: “Il tribunale si è trovato di fronte alla totale assenza di prove, da qui l’assoluzione. Perché le strade erano due: o dichiarare la prescrizione, o prendere atto della mancanza di argomenti contrapposti, prendere atto di una evidenza tanto forte da non doversi rifugiare nel troppo tempo trascorso che ha fatto scadere i reati. E’ un fatto tecnico: si entra nel merito, come è stato fatto, solo quando non ci sono questioni in contrasto”.


Va detto che nessuno degli imputati aveva rinunciato alla prescrizione, così come gli avvocati non hanno rinunciato a gridare fino all’ultimo le loro tesi cercando quella assoluzione utile a scrivere il finale che hanno sempre sostenuto: “l’azienda non fece azione di disturbo alla gara (poi fatta e aggiudicata a Toscana Energia), ma agì per difendere la propria posizione”. Netto il pm che nella sua articolata requisitoria aveva concluso ribadendo che “la prescrizione dei reati non significa non averli commessi”.
Baggiani ha rintracciato nella politica i motivi di quella guerra passata per i tavoli della procura e del tribunale, ma anche del Tar, del Consiglio di Stato, della Corte dei Conti e dell’Antitrust. “Motivi esclusivamente politici hanno portato a tutto questo – ha detto un minuto dopo la sentenza – sia la Corte dei Conti che il Consiglio di Stato hanno espresso in modo dettagliato quello che è accaduto: da una parte non abbiamo arrecato nessun danno economico al Comune che, semmai, ci ha guadagnato, e dall’altra la società ha legittimamente difeso se stessa”.
L’avvento del centrodestra alla guida della città si trasformò nella volontà di indebolire il colosso del gas nonostante fosse suo (del Comune) il grosso del pacchetto azionario. Una volontà contro cui si schierarono gli altri soci in una sorta di uno (Prato, centrodestra) contro tutti (il resto, centrosinistra). Qualche mese prima un’altra battaglia si era instaurata tra le due parti: quella per la nomina del presidente della partecipata. Vinse Consiag.

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