Sfratti ed emergenza abitativa in Toscana

Emergenza abitativa in Toscana: CGIL, CISL, UIL e i sindacati inquilini SUNIA, SICET, UNIAT, Unione Inquilini lanciano l’allarme su sfratti (oltre 5mila), caro affitti (media incidenza del canone affitto sul reddito: 49%) e bollette e invitano parlamentari e istituzioni locali a produrre misure di sostegno all’edilizia pubblica. Domani mobilitazione nazionale a Roma: “Se perdi il lavoro perdi la casa. Urge un confronto vero col Governo”

Forte preoccupazione per la situazione abitativa del Paese, caratterizzata dai pesanti riflessi dell’emergenza sanitaria, dalla ripresa generalizzata delle esecuzioni degli sfratti per morosità incolpevole, dalle decine di migliaia di esecuzioni immobiliari sulla prima casa, dalla forte incidenza sui costi dell’abitazione, già proibitivi, dei rincari dal 60 al 100% delle utenze domestiche, e sugli oneri condominiali per i servizi legati al consumo energetico. E’ quanto esprimono in un documento nazionale CGIL, CISL, UIL e i sindacati inquilini SUNIA, SICET, UNIAT, Unione Inquilini, che domani saranno in mobilitazione e in presidio a Roma, davanti al ministero delle Infrastrutture, per sostenere le proposte unitarie contro sfratti, caro affitti e bollette e a sostegno dell’edilizia pubblica. E’ fortemente critica la posizione dei sindacati sui provvedimenti adottati in materia di politiche abitative, che “non danno la necessaria centralità all’obiettivo imprescindibile di un rilevante e strutturale piano pluriennale di edilizia residenziale pubblica e sociale per avviare e consolidare una politica abitativa che sia volta ad aumentare l’offerta di alloggi pubblici e a canoni sostenibili, viste le precarie condizioni reddituali delle famiglie che non trovano soddisfacimento dall’attuale mercato”. La stessa legge di Bilancio 2022 ha deluso le aspettative in materia di misure di politica abitativa urgenti e indifferibili; e manca un’indicazione specifica sul rifinanziamento del fondo di sostegno all’affitto e del fondo per la morosità incolpevole. Su quest’analisi, il documento dei sindacati inquilini e di Cgil, Cisl e Uil fonda le proposte di politiche abitative pubbliche necessarie, e non più rinviabili, che si sostanziano nella richiesta di un confronto vero con il governo, fino a oggi negato e che sarà oggetto di un presidio di denuncia e protesta che si terrà domani pomeriggio a Roma davanti al Ministero delle Infrastrutture.  Anche la Toscana non è da meno sul fronte del disagio abitativo che affligge migliaia di cittadini toscani. Per questo anche CGIL, CISL, UIL e i sindacati inquilini SUNIA, SICET, UNIAT, Unione Inquilini della Toscana saranno al presidio a Roma, mentre oggi hanno organizzato una conferenza stampa a Firenze, presso la sede di Cgil Toscana, sull’emergenza casa e le proposte per affrontarla.

I NUMERI TOSCANI SUGLI SFRATTI (OLTRE 5MILA) 

Il dato che emerge dall’analisi dei dati dei primi mesi del 2022 in Toscana confermano quanto i sindacati avevano in più occasioni denunciato: l’alto numero di richieste di sfratti non si localizza solo nei comuni capoluogo, ma si estende praticamente a tutti i comuni della regione, in particolare nelle aree dove la crisi economica e il numero di licenziamenti e casse integrazioni si sono fatti sentire con maggiore drammaticità. Sono comunque le città ad alta vocazione turistica a soffrire di più di più l’emergenza sfratti.

Firenze ha il primato toscano per numero di richieste di sfratti in rapporto al numero di abitanti, con ben 50 convalide di sfratto a settimana (200 al mese), con una previsione di 130 sfratti mensili effettivi con forza pubblica. Pisa che si attesta al secondo posto, con 23 nuove convalide di sfratto settimanali, con una previsione di 30 sfratti mensili con forza pubblica.

Al terzo posto Livorno con 22 convalide di sfratto, e una previsione di 28 sfratti mensili con forza pubblica. Seguono Lucca con ben 20 convalide di sfratto a settimana, con una previsione di 25 sfratti mensili con forza pubblica. Prato con 15 nuove convalide settimanali, e una previsione di 20 sfratti con forza pubblica. Grosseto, con 14 nuove convalide di sfratto settimanali, con una previsione di 20 sfratti mensili con forza pubblica Siena con 12 nuove convalide di sfratto settimanali, con una previsione di 18 sfratti mensili con forza pubblica. Arezzo, con 10 nuove convalide di sfratto settimanali, con una previsione di 10 sfratti mensili con forza pubblica. Infine Massa Carrara con 5 nuove convalide, con 3 sfratti mensili con forza pubblica.

A questi dati attuali, che descrivono l’incipit del 2022, si devono sommare tutte le esecuzioni bloccate durante il periodo pandemico: ulteriori 5500 sfratti da eseguire in tutta la Toscana. La fine del periodo emergenziale legato al covid non ha portato una risoluzione delle situazioni pregresse: anzi ne ha accentuato le criticità, moltiplicate dall’effetto del caro bollette domestiche e condominiali. Ad oggi, l’emergenza abitativa in Toscana è diffusa su tutto il territorio: e lo stato di precarietà lavorativa ed economica delle famiglie toscane in affitto, unito alla difficoltà di canoni sempre troppo alti rispetto alla minore capacità di reddito (media incidenza del canone affitto sul reddito: 49%) ha portato a ben 175 mila le famiglie in crisi abitativa. Un dato nuovo e allarmante riguarda anche gli inquilini delle case popolari dove i canoni di affitto sono sensibilmente più bassi rispetto al mercatoNel corso del 2021 e nei primi 2 mesi del 2022 la morosità per affitti e soprattutto per le spese condominiali sta crescendo oltre i limiti fisiologici attestandosi in media oltre il 12% contro il 4% degli anni precedenti. 

NUMERI DELLE FAMIGLIE TOSCANE IN DIFFICOLTA’

I Sindacati degli inquilini e i Patronati dei sindacati dei lavoratori hanno registrato un alto numero di contatti con persone che hanno inoltrato richiesta di assistenza per far fronte ai costi dell’abitare: dal 1° settembre 2021 al 28 febbraio 2022 sono stati 3471 i toscani che si sono rivolti agli sportelli territoriali. Il 47% sono cittadini stranieri (1631); il 53% cittadini italiani (1839). Di questi il 29% usufruisce della cassa integrazione. Il 16% è titolare di partita iva operante in prevalenza attività legate alla cura della persona, piccolo commercio e artigianato. Il 22% hanno uno o più componenti del nucleo familiare che hanno perso il lavoro o chiuso l’attività. Il 15% lavora irregolarmente (in tutto o in parte a nero). Di questi, la quasi totalità lavorava nel comparto turistico, della ristorazione e nell’indotto. Il restante 18% è costituito da lavoratori dipendenti a basso reddito. Del campione, il 71% dei richiedenti abita nei comuni capoluogo, il 16% nelle aree periferiche. I restanti, sparsi tra le aree interne della regione. Riguardo la composizione familiare, il 12% sono monoparentali e il 9% sono donne sole con figli. Quanto ai canoni d’affitto: l’11% paga tra i 500/600 euro mensili; il 28% paga tra i 600/700 euro mensili; il 42% paga tra i 700/800 mensili; il 19% paga più di 800 mensili; per l’89% di questi il solo affitto, escluso utenze e condominio, incide oltre il 45% dei propri redditi. Il 18 % del campione versa anche una somma a nero oltre l’affitto dichiarato. Il 90 % delle persone auspicano l’assegnazione di una casa popolare e di un contributo affitto utile a mitigare anche i costi delle utenze domestiche. La lettura di questi dati non lascia margini di interpretazione: il perdurare di queste condizioni si tradurrà in ulteriori sfratti per morosità. Perdi il lavoro e poi… perdi la casa. 

LE PROPOSTE PER AFFRONTARE LA SITUAZIONE IN TOSCANA 

E’ giunto il momento di affrontare il disagio abitativo con politiche di ampio respiro che prevedano: contributo regionale e comunale, per un bando straordinario per il caro bollette; commissioni di emergenza abitativa per il passaggio da casa a casa, in tutti i comuni della Toscana: è indispensabile individuare una sede istituzionale, dove governare il fenomeno degli sfratti e graduare le esecuzioni con il concorso di tutte le parti in causa; ristrutturare tutti gli alloggi di edilizia pubblica sfitti, ad oggi oltre 3500, una cifra che testimonia l’inerzia e il disinteresse dei Comuni e riassegnarli in breve tempo a chi si trova da anni in graduatoria; un piano pluriennale di risorse per l’aumento dell’offerta di alloggi sociali in affitto a canoni sostenibili puntando sul recupero delle tante aree ed edifici pubblici dismessi senza ulteriore consumo di suolo e senza fini speculativi; una revisione della legge nazionale sulle locazioni che punti, attraverso la contrattazione collettiva e la leva fiscale, ad abbassare il livello degli affitti privati e ad aumentare l’offerta ad uso di abitazione principale; una dotazione finanziaria certa e continuativa per permettere una programmazione degli interventi e sostegno diretto agli inquilini in difficoltà, anche nel pagamento delle utenze e del condominio.

I sindacati toscani sottoporranno la loro piattaforma unitaria all’attenzione delle istituzioni del governo regionale, ai Comuni, alle forze politiche e ai Parlamentari della Toscana per una condivisione e un impegno concreto nel raggiungere gli obiettivi auspicati.

Firmato: CGIL, CISL, UIL e i sindacati inquilini SUNIA, SICET, UNIAT, Unione Inquilini della Toscana

 

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