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Sanità nei territori di confine: la Toscana approva la mozione contro la carenza di medici, Firenzuola si sfila

di Leonardo Romagnoli

FIRENZUOLA BENE COMUNE – Il Consiglio Regionale della Toscana ha compiuto un passo importante per garantire l’assistenza sanitaria nei territori più fragili e marginali. Il 25 giugno 2025, infatti, è stata approvata all’unanimità la mozione n. 2084, presentata dalla consigliera Fiammetta Capirossi insieme ai componenti del suo gruppo consiliare, per contrastare la cronica carenza di medici di medicina generale nelle aree di confine.

Una problematica che riguarda da vicino anche la comunità di Firenzuola, realtà che vive quotidianamente le difficoltà legate all’isolamento geografico e alla scarsità di servizi essenziali. Eppure, nonostante l’evidenza di questa emergenza, la maggioranza del Consiglio comunale locale ha scelto di respingere una mozione di sostegno alla proposta regionale, sollevando un polverone di polemiche e accuse di strumentalizzazione politica.

La mozione approvata a Firenze si pone un obiettivo di puro buonsenso: chiedere al Governo di rimuovere i limiti normativi che oggi costringono i medici a operare solo nei territori di assegnazione formale, anche quando, per ragioni di efficienza e prossimità, sarebbe più logico intervenire in Comuni confinanti o vicini. Si tratta di una questione che tocca la quotidianità di tante famiglie che, per una visita o una prescrizione, si trovano a percorrere chilometri in strade di montagna, spesso con difficoltà di trasporto.

Come hanno spiegato i promotori, questa misura non è una trovata estemporanea, ma un’azione concreta pensata per garantire la continuità dell’assistenza sanitaria, valorizzando la disponibilità dei medici anche da altre regioni, in particolare dall’Emilia-Romagna, laddove necessario. La mozione si fonda sul principio di universalità del diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, e sulla consapevolezza che le comunità di confine non possono restare ostaggio di regole burocratiche che ignorano la realtà dei territori.

Non a caso, il testo ha raccolto un consenso unanime in Consiglio Regionale, superando ogni logica di appartenenza partitica. Un fatto che da solo dovrebbe bastare a dimostrare la serietà e la necessità del provvedimento.

Eppure, a Firenzuola, il gruppo Bene Comune – promotore di una mozione di appoggio alla risoluzione regionale – si è trovato di fronte a un muro. La proposta di adesione, di carattere simbolico ma dal valore istituzionale evidente, è stata liquidata con un’accusa di “campagna elettorale per le regionali”, una motivazione che molti hanno giudicato pretestuosa e superficiale.

Secondo il gruppo di opposizione, il Consiglio comunale ha perso un’occasione preziosa per sostenere un’iniziativa che avrebbe mandato un messaggio forte al Governo e alla Regione, ribadendo la necessità di non lasciare soli i territori più fragili. La contrarietà dell’Amministrazione comunale è stata interpretata come un atteggiamento di chiusura e di rifiuto del confronto, che poco ha a che fare con la tutela degli interessi reali della comunità.

Ancora una volta si è preferito respingere il buonsenso pur di evitare di riconoscere un’iniziativa utile e condivisa” si legge nella nota diffusa da Firenzuola Bene Comune. Una critica dura, che mette in evidenza come il tema della sanità di prossimità stia diventando una cartina di tornasole per misurare la capacità delle istituzioni di andare oltre le contrapposizioni politiche e lavorare insieme su questioni essenziali.

Non si tratta, infatti, di un problema circoscritto al Mugello. La carenza di medici di base riguarda ampie fasce del territorio italiano e rischia di diventare ancora più grave nei prossimi anni, anche a causa del pensionamento di molti professionisti e delle difficoltà di sostituzione. Nei territori montani e nei comuni di confine questa situazione assume caratteristiche drammatiche, perché si somma al progressivo spopolamento, alla mancanza di trasporti pubblici e alla distanza dai centri ospedalieri.

La mozione approvata a Firenze punta ad aprire un varco normativo, che permetta di superare rigidità che oggi penalizzano solo i cittadini, senza migliorare la qualità del servizio. L’auspicio del gruppo Bene Comune è che il confronto possa proseguire a livello interregionale, coinvolgendo anche l’Emilia-Romagna, e che il Governo intervenga al più presto per uniformare le regole alle esigenze reali delle comunità.

Ringraziamo il Consiglio Regionale per il voto unanime e speriamo che Toscana ed Emilia-Romagna possano lavorare insieme per rimuovere un vincolo che danneggia i nostri territori”, si legge ancora nella nota.

Resta il rammarico per una bocciatura che, al di là delle motivazioni ufficiali, appare poco comprensibile, soprattutto alla luce del fatto che tutte le forze politiche regionali hanno dimostrato la volontà di mettere da parte ogni logica elettorale pur di dare risposte concrete ai cittadini.

In sintesi, la vicenda conferma come, anche di fronte a temi fondamentali come la salute pubblica, la politica locale rischi di restare prigioniera di contrapposizioni di parte. E mentre il Consiglio Regionale compie un passo importante, Firenzuola si trova ancora una volta a fare i conti con divisioni che rischiano di pesare sul futuro dei servizi essenziali.

Riassunto in due righe:
Il Consiglio Regionale della Toscana approva all’unanimità una mozione per superare la carenza di medici nei territori di confine, ma a Firenzuola la maggioranza respinge l’adesione, suscitando polemiche. Una scelta che mette in discussione la capacità di unire le forze su temi essenziali come il diritto alla salute.

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