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Salute e territorio

di Leonardo Romagnoli

Salute e territorio

Si butta il bambino con l’acqua sporca

La Vicenda delle società della Salute in Toscana

 

 

Nella foga distruttiva che ormai caratterizza l’approccio della politica e dell’informazione al tema scottante dei costi dell’amministrazione si rischia seriamente di fare danni irreparabili ai servizi che vengono svolti per i cittadini. La cosa curiosa è che  i cittadini bombardati da un’informazione  unilaterale e approssimativa sono convinti che tutto questo ha come unico fine il loro vantaggio e si comportano come tanti Tafazzi.

L’unico obiettivo alla fine sarà quello di allontanare sempre di più i centri decisionali dal controllo dei cittadini, di rompere il legame con i territori e di ridurre fortemente gli interventi in campo sociale, sanitario e più in generale del welfare che  costa molto(si dice) e non sempre contribuisce al benessere della popolazione. Prendiamo la sanità : l’Italia fino a pochi anni fa , nonostante le notevoli differenze fra regione e regione, era considerata dall’OMS il secondo sistema più efficiente a livello mondiale dopo

la Francia con un buon rapporto tra servizi offerti in modo universale a tutti i cittadini e spesa pro capite riferita al Pil nazionale. La stessa cosa valeva  per l’istruzione pubblica dalla materna alla media ( considerata la migliore in Europa).
“ la scuola pubblica erogando un servizio a tutti, tende a ridurre la disuguaglianza tra i cittadini in termini di conoscenze e di abilità, presupposto di una quota rilevante di quella in termini di ricchezza, riducendo in particolare il divario che caratterizza coloro che provengono dalle classi sociali più svantaggiate”. Lo stesso vale per il servizio sanitario, che rimuove un ostacolo forse ancora più fatale per chi non ha altra ricchezza se non il proprio lavoro. Eppure proprio queste “spese sociali” sono oggi messe in discussione. I programmi politici sono quindi determinanti perché a consolidare le classi insieme al declino fortissimo dei matrimoni interclassisti interviene proprio lo smantellamento di quel fattore sul quale si era costruita la democrazia moderna: la politica sociale, che significa la ridistribuzione dei redditi attraverso i servizi destinati alla salute e all’istruzione; in questi due settori chiave che da sempre hanno contribuito a contenere il divario tra le classi lo Stato investe sempre di meno, dimostrando nei fatti di non essere in grado o di non volere più usare la spesa pubblica per obiettivi democratici, per rimuove gli ostacoli alla crescita della disuguaglianza, come promesso dalla Costituzione.(Nadia Urbinati –

La Repubblica 5.8.12)

Arriviamo così alla ultima decisione della Regione Toscana di  azzerare le Società della Salute che secondo quanto riportato dalla stampa sarebbe determinato da ragioni di bilancio con il solito contorno di giornali che parlano di carrozzoni, di spese inefficienti, etc.

Per la verità il loro costo era tutt’altro che esagerato ( come ha riconosciuto  onestamente qualche commentatore) e dovuto in massima parte alla retribuzione dei direttori che, per quanto so io, sono in gran parte dirigenti delle Asl, mentre il personale è distaccato dalle Asl e dai comuni e gli amministratori sono sindaci o assessori di comuni che non ricevono nessun riconoscimento economico per ricoprire questo ruolo. I locali utilizzati sono quasi sempre di proprietà delle Asl o degli enti locali. Quindi alla fine quale sarà il risparmio se i direttori rientreranno come dirigenti nelle Asl? Vicino alla zero.

Si dirà che non funzionavano? Quali sono i dati a supporto di questa affermazione? Quali saranno le conseguenze per i servizi erogati ai cittadini? Dove saranno trasferiti i centri decisionali della spesa? A livello di Asl? A livello regionale?

Le Sds funzionano con un regolamento per fornire servizi che “ assicura alle persone e alle famiglie servizi sociali integrati, promuove interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza, previene, riduce o elimina le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale e familiare che derivano da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia. “ Grandi obiettivi di civiltà e di cittadinanza che nella pratica  si traducono in assistenza domiciliare, mense domiciliari,inserimenti terapeutici e lavorativi, contributi economici, trasporto sociale, centri diurni, emergenze abitative, attività fisica. Nel campo della disabilità sostiene inoltre progetti di teatro,psicomotricità, ippoterapia. Per le famiglie ci sono contributi alla maternità, per i nuclei numerosi, servizi educativi domiciliari e anche l’affido, supporto contro abusi e violenze, servizi di integrazione scolastica per disabili, etc.

In ogni comune che fa parte della Sds c’è poi uno sportello sociale per permettere ai cittadini di accedere a tutti i servizi.

La Società della Salute Mugello svolge oltre all’attività di programmazione anche l’attività di gestione dei servizi sociali delegati dai Comuni sopra citati e dei servizi socio-sanitari ad alta integrazione (anziani non autosufficienti e disabili). I servizi sociali e sociosanitari sono garantiti da Strutture amministrative e specifiche strutture professionali – Sociale Integrato Mugello (SIM), e servizio infermieristico territoriale –  composti da assistenti sociali comunali e dell’Azienda USL 10 Firenze e da infermieri professionali che rispondono ai bisogni dei cittadini in termini di appropriatezza delle prestazioni con un più efficace controllo della spesa pubblica.

La SdS ha come fine istituzionale non solo l’offerta di prestazioni ma anche la salute e il benessere sociale e si impegna a favorire la partecipazione alle scelte sui servizi socio-sanitari dei cittadini, attraverso le loro rappresentanze istituzionali e associative, coinvolgendo le energie positive presenti nella società civile, in particolare il volontariato e il Terzo Settore.
Lo strumento fondamentale di programmazione della Società della Salute  è  il Piano Integrato di Salute (PIS), che si concretizza nella definizione delle linee politiche sociali e sanitarie a livello di zona-distretto, e che si coordina, attraverso i suoi progetti, con gli strumenti di programmazione e d’indirizzo locali e con gli strumenti amministrativi di competenza dei comuni nei settori che incidono sulle condizioni di benessere della popolazione. Il PIS ha durata quinquennale e si attua attraverso programmi operativi annuali che possono anche costituire aggiornamento.”

 

Questi sono i compiti della Società della Salute con l’obiettivo prioritario di garantire uguale accesso ai servizi indipendentemente dalla situazione economica o dal comune di residenza (Da Palazzuolo a Barberino).

Sono stati commessi degli errori? Certamente, ma perché buttare il bambino con l’acqua sporca?

Adesso le competenze tornano completamente alla Asl e ai comuni che nel frattempo sono stati privati di risorse e personale. Quindi, per risparmiare effettivamente si dovranno tagliare i servizi e a soffrirne saranno coloro che abitano più lontano dai centri decisionali e i comuni più piccoli che avranno sempre meno voce in capitolo per dare risposte ai bisogni dei propri cittadini.

 

Leonardo Romagnoli

20.10.12

 

 

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