Per il bambino ucciso nel 2018 a Scarperia l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea

 

Era il 14 settembre del 2018, a S. Agata nel comune di Scarperia e San Piero un uomo uccise a coltellate il figlio di un anno, ferendo in modo grave anche la convivente e cercando di uccidere l’altra figlia. Per questi fatti oggi la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) condanna l’Italia per non aver protetto la donna e i suoi figli dalla violenza domestica terminata in tragedia.

“I procuratori – si legge nella sentenza – sono rimasti passivi di fronte ai gravi rischi che correva la donna e con la loro inazione hanno permesso al compagno di continuare a minacciarla e aggredirla”. Lo Stato dovrà versare alla donna 32mila euro per danni morali.

E’ stata la madre del bambino  a presentare ricorso alla Corte Europea per i diritti dell’Uomo. Una perizia disposta dal tribunale di Firenze a seguito di un’inchiesta per maltrattamenti aperta in tempi precedenti al delitto definiva il padre del bambino  “socialmente pericoloso” e “bisognoso di farmaci per rimanere sotto controllo”. L’uomo aveva inoltre già  riportato una condanna per violenze su un’altra donna. Alla luce di questi fatti, i legali della donna  sostennero che, in questa straziante vicenda, lo Stato italiano non fosse stato in grado di adottare le misure necessarie per la protezione dei cittadini, violando così il diritto alla vita del bambino che fu ucciso. La Corte di Strasburgo ha dato loro ragione.

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