Ospedale del Mugello : un intervento di Sandra Cerbai

                                  

OSPEDALE DEL MUGELLO                                   DEQUALIFICAZIONE PROGRAMMATA (parte prima)

È iniziata, lenta sistematica, subdola, programmata, la dequalificazione del nostro Ospedale, con la complicità del silenzio delle istituzioni locali.   È iniziata nel lontano 2010, in controtendenza rispetto a quanto decretò una commissione di esperti: “l’Ospedale del Mugello non è a norma antisismica” valutando la sua durata di vita in 10 anni. In seguito, il consiglio regionale, con una delibera, impegnò la giunta a stanziare la somma necessaria alla ricostruzione dell’Ospedale.

Invece, fin da allora, cominciammo a veder impoverire i servizi e invecchiare la dotazione tecnologica tra l’altro insufficiente, che non veniva mai rinnovata.

Poi nel maggio 2018, in un consiglio dell’Unione, la Dirigenza Asl, fra   lo stupore di molti fra i presenti, ci mostrò schede scorrevoli (credo ancora in possesso dei nostri uffici) con cui ci offrivano immagini di un ospedale ristrutturato  e ampliato, tale da sembrare un hotel a 5 stelle. “È pronto il progetto preliminare. I soldi sono già stanziati” ci dissero.

Era la risposta alla nostra richiesta di ricostruzione della struttura ospedaliera, idea accantonata però da amministrazione Asl e Regione perché:

  1. A) la ristrutturazione avrebbe richiesto circa solo 5 anni, contro gli 8 previsti con la ricostruzione;
  2. B) era stato individuato un sistema di intervento per l’adeguamento antisismico con l’inserimento di dischi isolanti;
  3. C) la spesa scendeva da 60 milioni a 36, anzi 30 dedicati all’ospedale + 6 per un centro di medicina sportiva da realizzare nel vecchio Tannino.

Bravi eh?! Con superba arroganza la stavano facendo da padroni in casa altrui (il Tannino) fornendo uno specchietto per le allodole (la medicina sportiva).

Nessun sospetto nelle autorità che anzi, nel corso di quell’incontro dell’Unione, si dichiararono soddisfatte di quanto ci veniva mostrato e promesso: “Meglio la ristrutturazione”, fu il commento del presidente dell’Unione e di altri sindaci, “ che, con metà spesa, e in solo 5 anni ci renderà l’ospedale come nuovo, ampliato e dotato di tutte le attrezzature tecnologiche necessarie”.

Ecco cosa ci fu garantito nel corso di quel Consiglio:

1) una nuova palazzina, (tra il cancello e l’ingresso dell’Ospedale) dove ospitare  cupbar, direzione sanitaria e cardiologia, persino dei negozi;

2) una sala d’attesa al PS, per i barellati;

3) uno spazio  al PS per la radioagnostica con Tac dedicata;

4) la realizzazione di una nuova centrale tecnologica;

5) installazione di un cogeneratore a gas, visto che l’Ospedale del Mugello, era l’unico in Azienda a non averlo ancora (ce lo disse il Dirigente Asl nel 2018);

6) l’aggiunta di una terza sala operatoria;

7) l’ultimo piano interamente adibito all’attività di  ginecologia e ostetricia,( (tutto  ex-novo ribadì il dirigente), con la sua sala parto, il nido, la patologia neonatale, la pediatria;

7) l’aumento dei posti letto da 123/127 a 140;

8) il resto dei reparti rimessi a nuovo

9) una risonanza magnetica indispensabile per un ospedale situato in un territorio come il nostro.

Ecc. ecc.. TUTTO A VERBALE

Niente però è stato fatto; la gara d’appalto per la realizzazione di un progetto definitivo è stata indetta solo nella primavera del 2020 quando, nel cronoprogramma che ci fu presentato, l’antisismica doveva essere già completata.

Intanto  si sono persi pezzi dell’ospedale, secondo un sistema ragionieristico di tagli alla spesa, che loro chiamano ottimizzazione:

  1. a) qualche anno fa è stato costretto a prepensionarsi il primario di urologia (ora vengono 3 volte a settimana urologi dal Torregalli).
  2. b) è andato in pensione il primario di diabetologia e, nonostante la promessa che lo avrebbero sostituito, al momento vengono 2 diabetologi da un altro Ospedale. (“ma che importa” dicono i Dirigenti, “il servizio di urologia e diabetologia sono garantiti all’interno della Zona Vasta Toscana Centro” che hanno istituito, riducendo drasticamente a 3, i 12 distretti esistenti);
  3. c) cardiologia è stata trasferita a occupare metà reparto di oncologia che, ovviamente è stato a sua volta dimezzato; non l’hanno potuta trasferita nella nuova palazzina annunciata che, come potete vedere tutti, non è stata costruita.
  4. d) nel corso di un incontro con la dirigenza Asl, mi fu detto che il reparto di medicina generale era stato ristrutturato e ampliato. Ma, durante una visita ad un parente ricoverato nella  cameretta  16 di quel reparto, di sicuro non ampliata, ho trovato un pavimento attraversato da crepe (v. foto), per non parlare dello stato pietoso dei sanitari del bagno.
  5. e) sembra che adesso ci siano dei lavori al reparto ostetricia/ginecologia, che resterà al secondo piano, poiché niente è stato fatto per liberare il terzo, e quindi non avremo né ampliamento né sala operatoria dedicata (spero in una smentita documentata).
  6. f) la Risonanza Magnetica fu inaugurata dall’assessore Saccardi qualche anno fa, nel privato.

Viene da chiedersi come facciano i sindaci, in particolare quelli presenti alla riunione del maggio 2018, a non sentirsi feriti nella loro intelligenza da chi venne a decantare una ristrutturazione che non è solo in enorme ritardo, ma che non rispetta assolutamente neanche le procedure annunciate.

Perché cari lettori, la realtà è che la nostra sanità cerca di curare i conti invece dei malati; ma  sembra non sappia fare bene neanche questo visto che, intanto,  è apparsa sulla Nazione la notizia che, guarda un po’, la sanità toscana è in rosso, dopo tanti tagli; bisogna rientrare e TAGLIARE ANCORA; altrimenti rischiamo il commissariamento.

Forse sarebbe necessario, forse sarebbe il male minore, forse sarebbe l’occasione per far capire a chi ci amministra che certe scelte, vedi lo spostamento del servizio prelievi dall’ospedale nel privato ci viene a costare dei bei soldoni, senza utilità finanziarie né ricadute positive sui cittadini.

Ma, di questo vi racconterò nella prossima puntata.

 

Sandra Cerbai

Presidente del comitato per la salvaguardia

Dell’ospedale

 

 

 

 

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