Operazione antimafia in Toscana. Interessata anche un’azienda mugellana di inerti

 

Un’articolata operazione dei carabinieri e della Dda di Firenze con 23 arresti ha stroncato in Toscana più attività criminali riconducibili alla ‘ndrangheta infltratasi nell’intera regione, dal traffico di cocaina, al controllo di lavori stradali, allo smaltimento illecito di rifiuti nelle concerie. In un filone dell’operazione sono stati eseguiti in Toscana, Calabria e Umbria sei arresti – di cui tre in nella nostra Regione –  per la gestione di rifiuti reflui e fanghi industriali prodotti nel distretto conciario tra le province di Firenze e Pisa. Alcuni soggetti a capo dell’Associazione conciatori di Santa Croce (Pisa) avrebbero rappresentato, spiegano gli investigatori, il fulcro decisionale di tutto il sistema indagato. Per l’accusa, le ceneri di risulta dei rifiuti conciari classificati ‘Keu’, altamente inquinanti, sarebbero state miscelate con altri materiali e riutilizzate in attività edilizie.
Circa 8.000 tonnellate di rifiuti contaminati sarebbero stati usati nella realizzazione del V lotto della Strada 429 della Valdelsa.
Un altro filone ha portato all’esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare, per un totale di 17 arresti che hanno colpito imprenditori contigui alla cosca Gallace di Guardavalle (Catanzaro): scoperto l’approvvigionamento di cocaina da parte della cosca e la successiva distribuzione in Toscana.
Il traffico ruotava attorno al porto di Livorno ed è stato arrestato un importante esponente della ‘ndrangheta.
Messa in luce anche l’infiltrazione che passava nel settore inerti della cosca Gallace che, preso il controllo su una storica azienda del Mugello, avrebbe condizionato la concorrenza aggiudicandosi importanti commesse pubbliche.

Secondo gli inquirenti il  controllo del mercato del movimento terra in diverse provincie toscane avveniva  mediante attività estorsive e illecita concorrenza con violenza/minaccia, poste in essere da soggetti di vertice della storica impresa di settore “CANTINI Marino srl” di Vicchio (FI) per il tramite dell’impresario CANTINI Graziano e del suo principale collaboratore VERDIGLIONE Nicola, i quali – direttamente collegati a soggetti organici al Clan GALLACE (VITALE Domenico/CHIEFARI Nicola) – hanno scientemente sfruttato la forza della consorteria mafiosa per imporsi sul mercato del movimento terra/fornitura inerti a discapito di aziende concorrenti, “infiltrandosi” di fatto in importanti commesse pubbliche in Toscana.

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