Oggi processo d’appello a Patriarchi per l’uccisione del figlio. Confermata la condanna a 20 anni

Si svolge oggi a Firenze il processo d’appello contro Niccolò Patriarchi  , l’uomo di 34 anni che nel settembre del 2018 uccise il figlio Michele a coltellate dopo un litigio  con la compagna nella casa di lei a S. Agata.
Il giovane non era nuovo ad atti di violenza ed era già stato denunciato per maltrattamenti nei confronti della compagna e doveva seguire una terapia farmacologica per eliminare l’aggressività. Sembra che il Patriarchi non abbia rispettato le indicazioni dello psichiatra e  nella sera del 14 settembre del 2018 durante un nuovo litigio familiare aveva cercato di spingere giù dal terrazzino la figlia maggiore e con un coltello aveva ferito a morte di piccolo Michele.
Nel processo di primo grado il Patriarchi venne condannato a 20 anni di reclusione in quanto l’infermità mentale venne riconosciuta solo in parte. Adesso i suoi difensori pensano invece di chiedere l’assoluzione proprio perché , secondo loro, il Patriarchi “era incapace di intendere e di volere”.  Saranno due le perizie che verranno presentate in appello, una della difesa e una della parte civile, ma il consulente del giudice il dott. Ariatti depositerà una perizia di parere opposto.
Nel processo d’appello per l’omicidio del piccolo Michele potrebbe essere ricalcolata la  pena in quanto i difensori dell’uomo hanno chiesto di derubricare alcuni reati più lievi e di escludere alcune aggravanti riconosciute nel processo di primo grado.

Aggiornamento

La corte d’Assise di Firenze al termine del dibattimento ha confermato la sentenza di primo grado e quindi la condanna a 20 anni per Niccolò Patriarchi

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