Domani è la festa nazionale per eccellenza, la festa della Liberazione
dal nazifascismo che nel 2025 vedrà celebrare l’80° ricordo della
lotta di Resistenza che ci ha permesso di condurre le nostre vite da
donne e uomini liberi.
Questo governo, i cui membri da sempre cercano ogni escamotage per non
dichiarare il proprio antifascismo e molti dei quali provengono dalla
culla politica dell’MSI e AN (i veri eredi del Partito Nazionale
Fascista), pare aver trovato nella morte di Papa Francesco l’occasione
ghiotta che aspettava per silenziare le celebrazioni di una festa tanto
invisa: prima con la proclamazione di ben 5 giorni di lutto nazionale,
poi l’uscita in avanscoperta del ministro Musumeci che chiedeva una non
meglio precisata “sobrietà” nei festeggiamenti.
Per capire l’eccezionalità delle richieste, basti far presente che mai,
nella storia repubblicana, si erano indetti così tanti giorni di lutto
nazionale per un pontefice: si passa dai tre giorni per la morte di
Giovanni Paolo II , al giorno singolo per Giovanni Paolo I e Paolo VI
per arrivare a nessun giorno per “il papa buono” Giovanni XXIII e Pio
XII.
E in quegli anni governava addirittura la DC, che crediamo non possa
essere accusata di anticlericalismo!
Tutto questo per dire che, col dovuto rispetto della figura di Papa
Francesco e della sensibilità dei credenti, noi crediamo che la
richiesta di sobrietà sia da rispedire al mittente, come qualsiasi
tentativo di depotenziare in qualsiasi maniera il ricordo del sacrificio
di partigiane e partigiani, e per ribadire che domani ci troverete nelle
strade e nelle piazze a festeggiare, a cantare e a celebrare la
Liberazione come merita ogni anno, così era ieri, così è oggi, così
sarà domani.
Viva la Resistenza!