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Non è questione di fede

di Leonardo Romagnoli

Non è questione di fede

A Firenze si è tornati a parlare di un luogo di culto per musulmani e subito sono emerse le stesse idiozie di sempre alimentate anche da un’informazione distorta che non capisce la differenza tra regole urbanistiche , alle quali tutti devono sottendere, e libertà di culto che è garantita dalla costituzione democratica di un paese laico. Valgono ancora le parole scritte da Carlo Fusaro ( nostro direttore responsabile) quasi due anni fa sul Corriere Fiorentino.(lr)

L’aggravante della fede

di Carlo Fusaro

L’imam, Elzir ha proprio ragione e va detto a chiare lettere: soprattutto nella città di Calamandrei e La Pira- come si dice adesso senza se e senza ma- sui principi di fondo non si può transigere nè scherzare.
Il diritto di esercitare la propria fede, come tutte le libertà sancite dalla nostra carta fondamentale, figlie di due secoli di costituzionalismo, non è sottoponibile a referendum. Esattamente come non sarebbe sottoponibile a referendum il mio diritto a scrivere questo articolo e il diritto dell’editore, se crede,  a pubblicarlo.Fossimo anche soli contro tutti.
Nè può essere questione di reciprocità : sono libertà che spettano a ogni persona in quanto tale e non sono legate alla cittadinanza. Neppure c’è spazio per subordinare  il diritto alla libertà di culto a giuramenti o altre manifestazioni pubbliche di fedeltà a questo o quel valore, e , infatti, non sono mai stati pretesi da nessuno.
Altro discorso può riguardare dove collocare un luogo di culto, come qualsiasi altro centro di aggregazione attrattore di traffico : scelta urbanistica e compito del governo cittadino definire senza ritardo, consultando sia i cittadini sia gli utenti, come per qualsiasi opera di un certo impatto.
Si abbandoni perciò subito la pessima idea  di referendum : la città individui aree per nuovi luoghi di culto e le assegni a chi ne faccia richiesta , senza assumere funzioni di filtro, di sindacato o peggio di censura.
Naturalmente starà alle forze dell’ordine, polizia municipale inclusa, assicurare che i frequentatori rispettino la legge e che le chiese di qualsiasi tipo, moschee comprese, non si trasformino in sedi di organizzazioni terroristiche. Anche sotto questo profilo, però, sedi nuove e non clandestine saranno comunque meglio controllabili.
Dal canto loro le forze politiche e i candidati, senza distinzione, faranno bene a non alimentare la discriminazione contro i diversi – in questo caso i fedeli musulmani- per basse ragioni elettorali. Facciano semmai opera di coinvolgimento e di maturazione della popolazione : spiegando bene come stanno le cose, ricordando i principi costituzionali, aiutando a capire culture e fedi diverse, offrendo – doverosamente – le dovute garanzie sulla sicurezza, rammentando, infine, che non sarà una nuova moschea a "inventare" i musulmani a Firenze. Questi ci sono già, in tanti e da tanto, lavorano con noi e per noi, e non c’è ragione al mondo per farli sentire rifiutati in quanto tali. Delinquenti e terroristi sono un’altra cosa e vanno trattati come tali: da noi nazionalità e fede non sono un’aggravante.

Corriere fiorentino 2.1.09 

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