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Non abbracci ma rispetto. La lettera di un infermiere del Mugello

di Leonardo Romagnoli

NON ABBRACCI. RISPETTO.

C’è una cosa buona che questo mostriciattolo invisibile che chiamiamo CORONAVIRUS ha fatto ,ha dato visibilità ad una categoria professionale troppo spesso dimenticata. Politica e società civile improvvisamente si sono resi conto che ogni giorno dell’anno ci sono persone che vegliano su di loro , li proteggono , li soccorrono , li curano e li confortano. Si, perché gli infermieri ci sono sempre non solo in questi giorni bui ma 365 l’anno. Non importa se fino a ieri eravamo solo degli scansafatiche, dei mangiapane a tradimento e le colleghe tutte signorine e signore poco perbene. Magicamente avete scoperto che ci siamo.
Ci siamo il 25 Dicembre, quando tutti siamo con le nostre famiglie al tavolo del pranzo natalizio e noi invece dobbiamo lasciar tutto e tutti, magari figli piccoli che non capisco perché mamma o papà devono andar via .
Ci siamo il lunedì di pasqua , quanto tante belle famigliole vanno a far gita fuori porta , ci siamo d’estate , quando al Mugello centinaia di centauri si credono in moto GP , ci siamo quando il percorso è giunto al termine e siamo di conforto a chi resta, ci siamo quando il dolore ti assale , ci siamo quando l’anziano ricoverato è assalito suo malgrado dalla sindrome dell’ospedalizzazione e lancia oggetti o rischia di farsi male, ci siamo alle 4 del mattino quando l’adolescente arriva un po’ troppo sbronzo e tu lì che nonostante abbia già visto altre 40 persone cerchi ci distogliere i genitori dal proposito di  una bella bussata  salutare, ci siamo quando ci urlate contro perché sono le 14 e 05 ed il vostro appuntamento era alle 14 , ci siamo quando lotti tra la vita e la morte in una rianimazione ; ci siamo che ci insultiate  o ci denunciate …ci siamo.

La nostra è una professione, e non un semplice lavoro,  che implica dignità e rispetto verso l’essere umano chiunque esso sia, non esistono per noi distinzioni tra razza, sesso, genere o religione,  la vita umana va avanti a tutto e nonostante sia una professione pregna di sofferenza e dolore la facciamo con professionalità, umanità e dignità. Un abbraccio per quanto possa essere caloroso, incoraggiante e stimolante è come un alito di vento ti dà sollievo ma passa, ciò che vorremmo restasse è la consapevolezza collettiva che questa nostra professione merita RISPETTO.

Un Infermiere

 

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