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Maremma che silenzio c’è stasera

di Leonardo Romagnoli

Riceviamo e pubblichiamo

Nonostante il vecchio adagio “il silenzio è d’oro” sia un consiglio sempre prezioso, ci sono contesti nei quali il silenzio è una sconfitta.
Il consiglio comunale è la massima espressione per quanto riguarda la politica locale, è il ring nel quale l’incontro (fortunatamente solo dialettico) politico dovrebbe svolgersi; qui i gruppi si fronteggiano e le opposizioni hanno il diritto/dovere di portare istanze e critiche.
Sappiamo benissimo che significa stare all’opposizione, quanto sia duro, quanti siano gli oneri e quanti pochi gli onori.
È un lavoro fatto di letture di atti, di sacrifici di tempo libero, di “dammi una mano con questa mozione”, di “hai buttato un occhio su quella variazione?”
Sappiamo benissimo, noi che avevamo solo due consiglieri, quanto sia problematico spostare i turni. Per cinque lunghi anni ci è stato detto: “consiglio il giorno tal del mese tale… poi vediamo di mediare sugli orari, ok?”
Abbiamo spesso fatto fatica a cambiare al lavoro, abbiamo spesso provato a spostare date (senza riuscirci), infine abbiamo accettato che chi presiedeva aveva la necessità di far funzionare un consiglio e lo faceva nei giorni nei quali aveva l’incastro di scadenze, atti pronti e la garanzia delle presenze del numero legale.
Abbiamo imparato che gli uffici lavorano a pieno regime, spesso le scadenze sono plurime e stringenti e spesso gli atti arrivano a ridosso… e allora… “dai, ci butto un occhio in pausa pranzo e poi si chiederà in commissione”.
Non ci siamo mai scoraggiati.
Abbiamo fatto del nostro meglio, siamo cresciuti, abbiamo cercato di fare il possibile e non ci siamo mai tirati indietro, anche quando tutto ci suggeriva di farlo, anche quando, una volta emersi i problemi di bilancio in maniera sempre più concreta (anche grazie al lavoro in Unione dei Comuni sempre col gruppo di opposizione), ci siamo scontrati con un muro di ostracismo tirato su nei nostri confronti. Dati chiesti e mai arrivati o arrivati marginali e parziali, sempre dopo ripetute telefonate nelle quali quasi li imploravamo.
Non ci siamo mai dati per vinti e abbiamo portato con le nostre forze il compito che ci era stato assegnato dagli elettori.
L’approvazione del piano di riequilibrio e dei debiti fuori bilancio di ieri sera è la riprova che il lavoro, l’impegno e il sacrificio pagano, facevamo bene a chiedere e pretendere chiarezza e l’amministrazione Tagliaferri lo ha dimostrato.
La serata di ieri è stata politica chiara, diretta, senza fronzoli. Una serata importante per il paese, macchiata però dal silenzio assordante dell’opposizione.
L’assenza di tutti e quattro i membri eletti da quasi il 50% dei vicchiesi è stata una pagina sicuramente non edificante della storia settecentenaria del nostro paese.
L’opposizione è cardine della democrazia, in quel famoso percorso per deleghe che governa il paese e i paesi.
È necessaria un’opposizione che porti istanze e controbatta.
Ma in aula.
Nel consiglio comunale.
Nelle commissioni.
Non sui social, dove ormai siamo arrivati alle questioni personali sui “si dice che / pare / ci è giunto all’orecchio”.
Vicchio meriterebbe un’opposizione che faccia un lavoro documentato e non strumentale, se pensa che gli altri stiano sbagliando.
E invece, su quello, zero.
Eppure hanno governato per anni, sono stati a stretto contatto con gli uffici, erano la Giunta!
Niente, accuse aleatorie alle persone, vaghi ricorsi alle sedi competenti (ma poi perché il consiglio comunale non è ritenuto competente?), annunci da piazza.
Ma cosa rimane?
Il silenzio.
Quello che ieri regnava sui vuoti e desolati banchi dell’opposizione.
Vicchio merita un’amministrazione seria e oculata e merita un’opposizione precisa e corretta.
Beh Vicchio, per metà possiamo dire che ce l’hai fatta.

Officina Vicchio 19

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