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L’unificazione San Piero – Scarperia è utile?

di Leonardo Romagnoli

sanpiero2L’unificazione tra i comuni di San Piero a Sieve e Scarperia  è senza dubbio l’argomento politico più importante in questo momento in Mugello e merita di essere trattato con serietà onde evitare di scadere nel campanilismo e nella macchietta di paese che non servono a comprendere la portata dell’evento. Anche i ragazzacci di “Radio Quartierino” invitando in studio i due sindaci Semplici e Ignesti sono riusciti, più di tanti giornaloni e giornalisti, ad inquadrare il problema nella sua giusta dimensione grazie, una volta tanto, anche alla chiarezza manifestata dai politici in studio.

Le aggregazioni di comuni è già stata  avviata in altre parti della Toscana, e anche in provincia di Firenze, e saranno quindi realtà dalla prossima tornata amministrativa. La legislazione regionale e alcuni incentivi previsti dalle leggi approvate dal governo Monti spingono in questa direzione e più volte sono arrivate in Parlamento proposte di legge per rendere tali aggregazioni obbligatorie sotto un certo numero di abitanti. Ci sono regioni in Italia dove sono presenti centinaia  di enti locali con popolazione addirittura inferiore ai 1000 abitanti con territori di pochi kmq che nell’attuale situazione hanno poco senso e non riescono ad erogare nessun servizio se non associandosi. In Toscana la gestione associata dei servizi è stata incentivata nel corso degli anni e anche in Mugello , con la comunità Montana prima  e l’unione dei comuni oggi, sono molti gli esempi di reciproco vantaggio che le singole amministrazioni posso trarre da una simile impostazione. Soprattutto per i più piccoli che dal 2013 perdono anche il vantaggio di non essere inseriti nel patto di stabilità.

San Piero e Scarperia inoltre hanno già adesso una gestione unitaria dell’area industriale di Pianvallico, un coordinamento degli strumenti urbanistici e un unico Istituto comprensivo per le scuole che sta dando ottimi risultati e che , come hanno detto i due sindaci, è stato di ulteriore stimolo ad intraprendere la strada dell’unificazione.
San Piero  è in questo percorso avvantaggiato in quanto aveva  da due anni un impegno forte stabilito da una mozione del consiglio comunale proposta dal gruppo di opposizione della lista civica “Idea”, Scarperia ha avviato la discussione in consiglio comunale con la sola contrarietà del gruppo di Rifondazione comunista (lo stesso a San Piero). In ogni caso il dibattito tra le forze politiche , favorevoli o contrarie,  ha messo in evidenza  un ampio consenso  all’unificazione delle funzioni.  Al termine del percorso  che  coinvolge già ora associazioni e residenti ,  saranno poi i cittadini a dire la parola definitiva  con un referendum consultivo  previsto dalla Regione. Pur essendo consultivo i sindaci hanno già detto che si atterranno al responso delle urne.
E’ matrimonio solo d’interesse? O c’è qualcosa di più? I due sindaci su questo sono stati molto chiari : non c’è nessun dubbio che le risorse messe in campo dalla Regione Toscana e dallo Stato per i prossimi anni e la deroga al patto di stabilità prevista per i tre anni dopo l’unificazione sono un’opportunità che non si sa se in futuro si ripresenterà e permetterebbe al nuovo ente di offrire servizi di qualità e programmare una serie di investimenti utili anche all’economia locale. Per i sindaci è inoltre un esempio concreto di riduzione dei costi della politica e di razionalizzazione della macchina amministrativa che potrebbe essere di stimolo anche per altri territori e , in questo modo,  rafforzerebbe anche ruolo dell’unione dei comuni.

Un processo di tale portata non ha niente a che vedere con le discussioni sul nome del futuro comune unificato che potrebbe benissimo composto dai due nomi attuali ( come già avvenuto da altre parti) e neppure sulla storia dei due territori. San Piero resterà  San Piero e Scarperia resterà Scarperia, ma avranno una sola Giunta e un solo sindaco e un solo consiglio comunale con uffici in tutti e due i comuni, in particolare quelli rivolti alle esigenze quotidiane dei cittadini. Per tanti professionisti e imprenditori sarà  una bella semplificazione , per i cittadini potranno esserci più risorse e  servizi. Il campanilismo è folkloristico, ma non ha nulla a che vedere con l’attaccamento alle tradizioni e rischia di far perdere un treno che  molti saranno obbligati a prendere in futuro.

Si è letto che il voto grillino a Scarperia e San Piero era da leggere anche come critica a questo processo di unificazione. Strano perché il secondo punto del programma elettorale del Movimento 5 Stelle prevede proprio l’accorpamento obbligatorio dei comuni sotto i 5000 abitanti. Oppure i programmi non li legge nessuno?

Leonardo Romagnoli
10.3.13

 

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