La scorsa settimana l’Unione dei Comuni del Mugello ha sottoscritto con il Consorzio di bonifica del Medio Valdarno una convenzione per definire i rapporti tra Unione e Consorzio per lo svolgimento dell’attività di bonifica nei territori montani dell’Unione secondo quanto indicato dalla legge regionale 79/2012 che ha riformato il settore.Il punto è che bisogna procedere alla corretta attuazione di una legge regionale che riforma il settore ma senza penalizzare le popolazioni montane e gli enti che le rappresentano, salvaguardando le esperienze, le professionalità sviluppate e la possibilità di continuare a svolgere un ruolo attivo ed incisivo da parte degli enti montani. A tale scopo la legge prevede che le Unioni continuino a svolgere le attività attraverso la stipula di una specifica convenzione con i Consorzi cui è affidata la competenza di riscuotere i contributi e di erogare alle Unioni le spese necessarie per le attività previste e concordate annualmente con il Consorzio stesso ed approvate dalla Regione; anche il personale delle Unioni adibito alla bonifica è stabilito sulla base di una pianta organica anch’essa concordata annualmente con il Consorzio. Anche altri Consorzi di bonifica hanno predisposto bozze di convenzione non conformi allo schema regionale ed alla legge ed attendono che le Unioni accettino le condizioni ivi previste che spesso si discostano da importanti contenuti della legge regionale né tengono conto del lavoro svolto negli anni dagli enti montani tra grandi difficoltà. Il fatto è che i Consorzi, che nello scorso anno sono subentrati alle Unioni dei Comuni nella riscossione dei contributi anche nei territori montani, subordinano la erogazione di risorse finanziarie alla sottoscrizione delle convenzioni con le Unioni che sono attualmente in grosse difficoltà finanziarie avendo esaurito le risorse per lo svolgimento delle attività sul territorio e per gli stipendi del personale della bonifica. In questo quadro l’Unione del Mugello ha scelto la via più facile, rinunciando ad esercitare il ruolo che la legge gli attribuiva ed a gestire il settore con un minimo di autonomia, anch’essa salvaguardata dalla legge e dallo schema
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