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L’Uncem critica l’Unione del Mugello per l’accordo con il Consorzio di Bonifica

di Leonardo Romagnoli

La scorsa settimana l’Unione dei Comuni del Mugello ha sottoscritto con il Consorzio di bonifica del Medio Valdarno una convenzione per definire i rapporti tra Unione e Consorzio per lo svolgimento dell’attività di bonifica nei territori montani dell’Unione secondo quanto indicato dalla legge regionale 79/2012 che ha riformato il settore.220px-Pontassieve_monte_giovi_veduta_sieve Purtroppo riteniamo che l’Unione, nel sottoscrivere quella convenzione elaborata dal Consorzio, abbia fatto un grosso errore, non dando ascolto alle sollecitazioni ed agli inviti alla prudenza ed all’attenzione che UNCEM Toscana più volte ha inviato, unitamente a puntuali osservazioni sul testo della convenzione, all’Unione stessa ed al Consorzio di bonifica. Accettando di sottoscrivere quell’atto, infatti, l’Unione ha rinunciato a svolgere il ruolo che la legge regionale affida alle Unioni ed ha penalizzato i Comuni del suo territorio, accettando una posizione di subalternità e dipendenza e rinunciando ad una propria autonomia nella gestione del personale e delle attività. L’Unione del Mugello ha infatti deciso di rinunciare a molte prerogative che la legge attribuisce con chiarezza alle Unioni ed ai Comuni montani anche in considerazione dell’attività di bonifica svolta in passato, fino all’attuazione della legge 79/2012 divenuta operativa nello scorso anno, dalle Unioni dei Comuni che riscuotevano i contributi di bonifica da parte dei proprietari e provvedevano alla manutenzione e tutela dei rispettivi territori di competenza. Il Consorzio del Medio Valdarno ha predisposto ormai da mesi la bozza di convenzione che risulta in molti punti assai diversa dallo schema di convenzione approvato dalla Giunta regionale e preciso riferimento da rispettare per le convenzioni da stipulare in ambito regionale. In alcuni punti la bozza del Consorzio è anche in contrasto con la stessa legge con il risultato dello svilimento delle funzioni dell’Unione e dei Comuni a tutto vantaggio del ruolo dominante del Consorzio. Nel sottolineare ciò non si vuole fare una semplice rivendicazione di una funzione peraltro realizzata per molti anni prima dalle Comunità Montane e poi dalle Unioni dei Comuni con grande impiego di risorse ed energie e con l’impegno e la professionalità del proprio personale tecnico ed amministrativo fino al momento in cui, per dare attuazione alla legge regionale, tutto il lavoro realizzato (catasto delle proprietà, elenco dei proprietari contribuenti, censimento e controllo delle opere sul territorio, costante manutenzione, presidio ed interventi realizzati etc.) è stato consegnato e messo a disposizione dei Consorzi al fine di consentire il loro subentro nella riscossione dei contributi. mezzomeccanicobonificaIl punto è che bisogna procedere alla corretta attuazione di una legge regionale che riforma il settore ma senza penalizzare le popolazioni montane e gli enti che le rappresentano, salvaguardando le esperienze, le professionalità sviluppate e la possibilità di continuare a svolgere un ruolo attivo ed incisivo da parte degli enti montani. A tale scopo la legge prevede che le Unioni continuino a svolgere le attività attraverso la stipula di una specifica convenzione con i Consorzi cui è affidata la competenza di riscuotere i contributi e di erogare alle Unioni le spese necessarie per le attività previste e concordate annualmente con il Consorzio stesso ed approvate dalla Regione; anche il personale delle Unioni adibito alla bonifica è stabilito sulla base di una pianta organica anch’essa concordata annualmente con il Consorzio. Anche altri Consorzi di bonifica hanno predisposto bozze di convenzione non conformi allo schema regionale ed alla legge ed attendono che le Unioni accettino le condizioni ivi previste che spesso si discostano da importanti contenuti della legge regionale né tengono conto del lavoro svolto negli anni dagli enti montani tra grandi difficoltà. Il fatto è che i Consorzi, che nello scorso anno sono subentrati alle Unioni dei Comuni nella riscossione dei contributi anche nei territori montani, subordinano la erogazione di risorse finanziarie alla sottoscrizione delle convenzioni con le Unioni che sono attualmente in grosse difficoltà finanziarie avendo esaurito le risorse per lo svolgimento delle attività sul territorio e per gli stipendi del personale della bonifica. In questo quadro l’Unione del Mugello ha scelto la via più facile, rinunciando ad esercitare il ruolo che la legge gli attribuiva ed a gestire il settore con un minimo di autonomia, anch’essa salvaguardata dalla legge e dallo schema arsellaregionale, con il conseguente indebolimento dei territori, delle popolazioni e dei Comuni montani in cui peraltro insistono grandi criticità per la fragilità e delicatezza degli equilibri ambientali, per il dissesto idrogeologico e per l’abbandono. Adesso il rischio è che anche altre Unioni siano costrette dalle difficoltà finanziarie e dalla mancanza di fondi a cedere accettando, sulla scia della convenzione stipulata dall’Unione del Mugello, di sottoscrivere a loro volta convenzioni penalizzanti per i territori e per gli enti montani. UNCEM Toscana si è prodigata nel sostenere le Unioni in questo momento delicato e decisivo per impostare correttamente i ruoli ed i futuri rapporti di collaborazione tra Unioni e Consorzi, mettendo in evidenza i rischi e le incoerenze che emergevano nell’attuazione della legge ma ciò non è stato evidentemente sufficiente per l’Unione del Mugello che ha fatto una scelta a nostro avviso non condivisibile. In tale quadro emerge con tutta evidenza la totale assenza della Regione che, pur formalmente sollecitata da UNCEM a vigilare ed a intervenire per assicurare una corretta attuazione della propria legge, ha lasciato che le questioni venissero gestite totalmente a livello locale, senza assumere il ruolo di coordinamento e controllo che le competeva ed evitando di affrontare una situazione delicata che vede le Unioni in grandi difficoltà finanziarie e quindi quasi costrette ad accettare condizioni fortemente penalizzanti non coerenti con i principi ed i contenuti della stessa legge regionale.

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