Un drammatico colpo di scena ha scosso il Mugello nelle ultime ore: sotto la pioggia battente e nel buio della notte, gli agenti della squadra mobile di Firenze e Ferrara hanno scavato tra fango e pietre fino a riportare alla luce il corpo senza vita di un uomo. A indicare il punto esatto è stato il presunto assassino, arrestato dopo una confessione che ha lasciato tutti senza parole.
“Tutto è partito da Ferrara – spiegano gli inquirenti – dove erano in corso le ricerche di una guardia giurata scomparsa nel nulla.” Le indagini si erano orientate da subito verso un caso inquietante, e non una semplice sparizione. A mettere gli investigatori sulla pista giusta è stato l’arresto di un uomo di origini africane, fermato con l’accusa di rapina. Ma il racconto fornito agli agenti ha preso una piega inattesa, rivelando un crimine ben più grave.
“L’ho ucciso e l’ho sepolto a Bilancino” avrebbe detto l’uomo durante l’interrogatorio. Parole agghiaccianti, che inizialmente sembravano frutto di uno squilibrio, ma che col passare delle ore hanno trovato conferma nella realtà. Gli agenti, seguendo le indicazioni precise del sospettato, si sono recati nella zona indicata, e lì – in un punto isolato e ricoperto di fango – hanno trovato davvero un cadavere.
Secondo quanto ricostruito, il presunto autore del delitto, 41 anni, era già noto alle forze dell’ordine: poche settimane fa era stato arrestato a Firenze, nei pressi di un locale notturno a Novoli, per un tentato sequestro di persona. Solo il sangue freddo di un addetto alla sicurezza e l’intervento tempestivo della polizia avevano evitato il peggio. Adesso, però, il sospetto è che quell’episodio non fosse un caso isolato, ma parte di un’escalation di violenza culminata con l’omicidio.
“Una tragedia che lascia sgomenti – commenta un investigatore – e che ci costringe a interrogarci su quanto ancora ci sia da scoprire di questa vicenda.”
Le indagini proseguono, e la procura lavora per far piena luce su un caso che, come spesso accade, ha rivelato il suo volto più cupo quando ormai era troppo tardi. In attesa dell’autopsia e delle analisi forensi, resta l’orrore di una confessione che ha aperto una finestra su un crimine feroce.