Il nuovo tributo, la TASI, viene usato dall’amministrazione comunale per mettere in atto una vera e propria “patrimoniale per i poveri” e a pagare saranno, per intero, i proprietari delle abitazioni principali.
La vecchia IMU sulla prima casa, uscita dalla porta due anni fa, viene fatta rientrare dalla finestra con un nuovo nome e con un peso ancora maggiore rispetto al passato (visto che le detrazioni saranno ben inferiori).
I criteri adottati dalla giunta borghigiana, ben lontani dalla presunta volontà di “non gravare troppo sui cittadini”(dichiarata pochi giorni fa dal sindaco Omoboni) porteranno i proprietari di abitazioni principali appartenenti alla categoria catastale A02 con una rendita catastale di 550 euro (la casistica più diffusa nel nostro comune) a pagare fino a 255 euro di tributo: un vero salasso in un momento in cui gli effetti della crisi economica e dell’incertezza occupazionale stanno diventando endemici.
Respinti dalla maggioranza tutti gli emendamenti (23 in tutto) presentati in Consiglio dal Gruppo “L’Altra Borgo-Rifondazione Comunista” che miravano a introdurre criteri di progressività e di generalizzazione del carico tributario,, più in generale un ragionamento di indirizzo politico di equità e di salvaguardia delle fasce e delle categorie sociali più deboli e oggi allo stremo.
La maggioranza ha scelto la strada dell’autoreferenzialità e dell’indifferenza rispetto alle condizioni reali del paese. A pagarne il prezzo, purtroppo, saranno sempre gli stessi secondo la litania, ormai insostenibile, della necessità di compiere “nuovi” sacrifici.
Nel merito delle singole delibere:
Aliquote IMU
Vengono sostanzialmente riconfermate le aliquote dell’anno precedente, salvo un aumento dello 0,1% sulle abitazioni principali “di lusso”(categorie catastali A01, A08 e A09.
Introdotta una riduzione dello 0,01% (portando l’aliquota dall’1,04 all’1,03%) per gli immobili ad uso commerciale e produttivo.
I nostri emendamenti miravano a rimarcare le differenze esistenti tra i vari immobili ad uso commerciale e proponevano rispettivamente un’aumento dell’aliquota (all’1,05%) per i Centri Commerciali ed, all’opposto, un abbassamento all’1,01% per i negozi e le botteghe e per i laboratori artigianali. Ciò come dimostrazione di sensibilità e di sostegno ad un settore, quello appunto del piccolo commercio e dell’artigianato, ben più in difficoltà rispetto alla grande distribuzione.
Parimenti chiedevamo un abbassamento, sempre all’1,01%, per i cinema e i locali destinati ad eventi e esibizioni artistiche rivendicando l’ooportunità di dare un segnale politico di sensibilità nei confronti del mondo dell’arte, della musica e dello spettacolo in un paese come Borgo che sta vedendo morire molte attività.
Nonostante il parere positivo espresso dagli uffici tecnici, tutti questi emendamenti sono stati respinti con il voto contrario della maggioranza e l’astensione delle altre opposizioni.
Aliquote TASI
In base alle scelte compiute dalla Giunta e dalla maggioranza questo tributo sarà completamente a carico dei possessori delle abitazioni principali con un’aliquota del 2,9 x mille. Le detrazioni (40 euro) saranno fruibili solo dai possessori di immobili in categoria A03 e A04 e da coloro che hanno figli minorenni a carico (ulteriori 40 euro).
Gli importi dovuti saranno ben superiori a quelli che, fino al 2012, venivano pagati con l’IMU sulla prima casa.
I nostri emendamenti proponevano un’impostazione diversa del tributo che, attraverso una generalizzazione della sua applicazione, avrebbe consentito detrazioni e tutele per i possessori di immobili con valore immobiliare minore e con redditi bassi.
In sostanza la nostra proposta si articolava su l’applicazione di due aliquote: una aliquota del 2,8 x mille, dovuta sulle abitazioni principali e un’aliquota ordinaria dello 0,8 x mille (poi modificata in 0,5 a seguito di un’osservazione degli uffici tecnici) da applicare a tutti i possessori di immobili diversi dall’abitazione principale.
L’aumento del gettito ottenuto attraverso l’applicazione di un’aliquota ordinaria diffusa avrebbe consentito di inserire detrazioni legate alla rendita catastale (valore dell’immobile), al reddito imponibile del proprietario (condizione socio-economica fino al limite massimo di 55000 euro di reddito). Ulteriori detrazioni legate alla presenza di figli a carico (20 euro) e alla presenza di condizione di disoccupazione di lungo periodo (almeno 6 mesi) del proprietario (per un importo di 40 euro).
Tutto ciò fissando una fascia di annullamento del tributo per rendita catastale inferiore a 400 euro e reddito imponibile inferiore ai 15000 euro.
Gli obiettivi erano quelli di usare le detrazioni per reintrodurre criteri di progressività, equità e tutele per le fasce sociali più deboli.
Tutti i 15 emendamenti presentati dal nostro Gruppo Consiliare sono stati respinti per effetto del voto contrario della maggioranza e Forza Italia. Astenuti Frandi (Dal Cuore di Borgo) e Margheri (Cambiamo insieme). Favorevoli Masini (L’altra Borgo-Rifondazione) e Gozzi (M5S).
Addizionale Comunale IRPEF
Le scelte operate dalla Giunta introducono, finalmente, il criterio delle aliquote legate agli scaglioni di reddito. Il Gruppo consiliare di Rifondazione, già nel 2007 aveva proposto in Consiglio di adottare questo sistema.
Al posto dell’aliquota unica dello 0,55% precedentemente applicata, si introducono 5 aliquote corrispondenti alle fasce di reddito fissate su base IRPEF.
Buono il criterio, decisamente meno condivisibili (e sostenibili) gli aumenti previsti che arrivano ad applicare anche l’aliquota massima (0,8%) consentita dalla legge.
Su questa delibera gli emendamenti presentati dal nostro gruppo proponevano una ridefinizione delle aliquote tale da salvaguardare i redditi più bassi e, soprattutto, inserire una soglia di esenzione dell’imposta per i redditi sotto i 10000 euro.
In un momento in cui sempre maggiori sono le difficoltà da un punto di vista occupazionale e reddituale, esonerare i soggetti maggiormente in difficoltà sarebbe stato a nostro avviso un atto di buon senso dovuto.
Anche questi emendamenti sono stati respinti. Hanno votato a favore solo i gruppi di opposizione. La maggioranza ha votato contro ad eccezione di un consigliere che si è astenuto.