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La sanità toscana e i fondi del PNRR. Le strutture previste anche in Mugello.

di Leonardo Romagnoli

La sanità toscana e i fondi del PNRR. Le strutture previste anche in Mugello.

 

La Regione Toscana ha delineato il suo progetto relativo alla sanità territoriale da finanziare con i fondi del PNRR. Si tratta di 200 milioni di euro che nei prossimi 3/4 anni dovranno trasformarsi in strutture e servizi per migliorare la sanità soprattutto a livello territoriale per cercare di eliminare le difficoltà emerse anche a seguito della pandemia.

Il primo obiettivo sono le Case di Comunità che sono simili alle Case della Salute già attivate in alcune zone della Toscana. Si tratta di ambulatori dove saranno presenti medici di famiglia, pediatri, infermieri, specialisti, assistenti sociali insieme ad alcune funzioni amministrative. Queste strutture potranno ospitare anche punti prelievi.
Le dimensioni delle case di Comunità potranno variare rispetto al territorio in cui saranno inserite e quindi anche per i servizi che potranno erogare. Si parla di Hub per i centri primari in cui saranno presenti tanti medici e specialisti e spoke centri con un’assistenza più limitata con la presenza di medici di medicina generale e solo saltuariamente di specialisti.
Queste strutture hanno il compito primario quello di dare una risposta ai bisogni sanitari dei cittadini senza necessità di rivolgersi alle strutture ospedaliere.

Uno dei perni su cui ruota il funzionamento delle Case di Comunità è la presenza dei medici di medicina generale( conserveranno anche i loro ambulatori). L’accordo con la categoria, come riportato da Repubblica , ancora non c’è perché si discute lo status dei professionisti “ se debbano restare convenzionati o passare alle dipendenze”. L’accordo dovrebbe essere chiuso entro il prossimo mese di giugno.

Altre due strutture indicate nel piano sono gli Ospedali di Comunità e le Centrali operative territoriali.
Gli Ospedali di Comunità saranno strutture intermedie per un’assistenza meno specialistica, rispetto all’ospedale ,dove ricoverare “una malato cronico che si scompensa e deve essere tenuto sotto controllo qualche giorno, oppure chi viene dimesso dall’ospedale e non può ancora ritornare al proprio domicilio”. In casi particolari come quelli che abbiamo vissuto potrebbe sostituire i reparti covid degli ospedali.

Le Centrali Operative Territoriali sono invece considerate la vera novità di questa nuova costruzione sanitaria territoriale. “ Si tratta di strutture – scrive Repubblica- dove sei infermieri con un coordinatore saranno l’anello di congiunzione tra i cittadini e le strutture fisiche, come gli ospedali e le Case di Comunità. Gestiranno, infatti, la rete di telemedicina, che si sta implementando in questi mesi e che partirà sotto il controllo dell’Agenas , l’agenzia sanitaria nazionale delle Regioni”.

Secondo la delibera regionale le Case di Comunità saranno 79, gli Ospedali di Comunità 22 e le Centrali operative territoriali 37.
Case di Comunità sono previste a Borgo San Lorenzo, Dicomano e Pontassieve.
L’Ospedale di Comunità a Borgo san Lorenzo che sarà anche la sede di due Centrali operative.

Se il Ministero della Salute approverà le proposte della Toscana i finanziamenti potrebbero arrivare già nella seconda parte dell’anno e i lavori dovranno essere conclusi e rendicontati entri il 2026.

LR

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