Intitolato a Bianca Bianchi il Centro infanzia, adolescenza e famiglie di Rufina

 

Intitolato a Bianca Bianchi il Centro infanzia, adolescenza e famiglie di Rufina

Una delle 21 donne elette nella costituente, ha passato parte della sua infanzia a Rufina

Una donna che ha fatto la storia d’Italia. Questa mattina è stato intitolato a Bianca Bianchi il Centro infanzia, adolescenza e famiglie di Rufina.

Bianca Bianchi è stata una delle 21 donne che facevano parte dell’Assemblea Costituente, che ha passato parte della sua giovinezza proprio a Rufina. Bianca Bianchi, laureata nella facoltà di Magistero a Firenze, è poi stata insegnante a Genova e Cremona. Ha perso il lavoro a causa del suo metodo di insegnamento non in linea con i dettami del fascismo. Per questo si è traferita per un periodo a fare l’insegnante in Bulgaria e dopo un anno è ritornata a Rufina dove ha cominciato a sostenere la propaganda antifascista diventando staffetta partigiana. Iscritta nel partito socialista, il 2 giugno 1946 viene eletta nell’Assemblea costituente per la lista di Unità Socialista. Dopo questa esperienza prosegue nello studio dei temi dell’educazione realizzando anche una serie di importanti pubblicazioni pedagogiche. È stata Vicesindaca di Firenze dal 1970 al 1975. È stata anche fondatrice della Scuola d’Europa a Montesenario.

Per tutti questi motivi il Comune di Rufina dedicherà il Ciaf a Bianca Bianchi, struttura di grande importanza per l’amministrazione comunale e per tutto il territorio.

Il Centro infanzia adolescenza e famiglie di Rufina, inaugurato nel 2018, è una struttura educativa che attua le politiche di intervento, attraverso la progettazione integrata, per la promozione e la valorizzazione della genitorialità e della funzione educativa della famiglia e del territorio per la promozione e la crescita degli adolescenti e la promozione e della cultura dei bambini e delle bambine.

“Ho voluto fortemente intitolare il Centro infanzia, adolescenza e famiglie a Bianca Bianchi – spiega il Sindaco di Rufina Vito Maida – perché sono convinto che sia il giusto riconoscimento a una donna straordinaria, a cui dobbiamo davvero tanto”.

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