ASL 10: INTERVENTO DI LAPAROSCOPIA AVANZATA A BORGO SAN LORENZO
Due ospedali insieme per curare una paziente
È ormai un intervento di routine nei centri di chirurgia più specializzati. Ma l’apertura di una via di deflusso della bile nell’intestino – che tecnicamente si chiama papillotomia – durante un intervento per l’asportazione della colecisti richiede strumenti sofisticati e mani esperte. Nei giorni scorsi questa operazione chirurgica è stata compiuta con successo all’ospedale di Borgo San Lorenzo dove una donna di 83 anni era ricoverata per una severa forma di pancreatite acuta causata dalla migrazione di calcoli dalla colecisti al coledoco, il dotto attraverso il quale la bile giunge all’intestino. Si era perciò resa necessaria sia la colecistectomia, che l’apertura di una via di deflusso verso l’intestino del liquido prodotto dal fegato e immagazzinato nella cistifellea.
Ma ai medici dell’ospedale dell’Azienda sanitaria di Firenze è risultato subito evidente che non si sarebbe potuti intervenire per via endoscopica a causa di un grosso diverticolo duodenale. Si sarebbe perciò dovuti ricorrere a un intervento chirurgico tradizionale che avrebbe comportato l’apertura dell’intestino e del coledoco col posizionamento di un drenaggio biliare esterno che la donna avrebbe dovuto sopportare per circa 40-50 giorni prima che potesse essere rimosso. A causa dell’età della donna e delle sue generali condizioni di salute l’intervento tradizionale fortemente invasivo avrebbe comportato molti rischi costringendo anche la paziente a una lunga e onerosa degenza.
Così, il dottor Paolo Carrieri che opera nel reparto di chirurgia generale dell’ospedale nel cuore del Mugello, ha rapidamente organizzato un intervento al quale ha preso parte il dottor Andrea Turchi dell’ospedale di Ponte a Niccheri. Con lo specialista dell’Annunziata è arrivato anche lo strumento che avrebbe consentito di eseguire quello che in termini tecnici si chiama un intervento “rendez vous laparo-endoscopico”: in pratica la stessa telecamera che ha consentito ai due chirurghi di raggiungere l’organo da asportare, ha “posizionato” anche il dispositivo nel condotto biliare che, recuperato per via endoscopica, ha permesso l’esecuzione della papillotomia dall’interno durante la stessa operazione.
La donna è rimasta 48 ore in osservazione, ma già il giorno dopo avrebbe tranquillamente potuto tornare a casa con dei piccoli forellini sull’addome e nessun grosso trauma chirurgico. L’intervento, che era già stato eseguito in passato a Borgo San Lorenzo, ha evidenziato la capacità di sinergie e collaborazioni che i diversi ospedali dell’Azienda sanitaria fiorentina riescono ad attivare a seconda degli specifici bisogni dei pazienti.