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Interrogazione in Regione sulla linea elettrica nella Valle di Campanara a Palazzuolo

di Leonardo Romagnoli

pilone2Aver scelto (per avere l’elettrificazione) la soluzione di ergere un reticolo di pali in cemento di oltre 7/8 metri  in un area di particolare pregio e delicatezza come quella della Valle di Campanara (nel Comune di Palazzuolo sul Senio) rischia di mettere una seria ipoteca sulla tutela del paesaggio e di minare lo sviluppo di progetti tesi alla sua valorizzazione. Progetti che gli stessi enti locali, e la Regione Toscana, hanno ritenuto meritevoli di sviluppo, approvando e finanziando uno specifico progetto pilota. Come è stato possibile ? Qual è lo stato dell’arte e soprattutto non sarebbe il caso – anche tramite un sopralluogo ad hoc della Giunta, e magari segnatamente – vista la posta in gioco – dell’assessorato all’urbanistica – di compiere ogni verifica per rendersi conto della situazione direttamente e semmai valutare di agire per ripristinare il paesaggio, puntando a forme di elettrificazione meno impattanti. E in attesa di tale sopralluogo di attivarsi per sospendere cautelativamente i lavori? Così Monica Sgherri – esponente di Rifondazione Comunista e capogruppo di “Rifondazione Comunista – PdCI” in Regione spiega l’interrogazione presentata oggi alla Giunta. “Bisogna – conclude Sgherri – comunque agire con celerità visto che siamo già in fase avanzata, con l’imminente avvio – a quanto consta – della messa in attivazione dell’elettrificazione così fatta.”

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E’ da oltre 10 anni che sono venuto a vivere nell’antico insediamento  rurale di Campanara,posto sui pianori terrazzati  in alta valle del Senio,Mugello,sotto il passo della Sambuca: per aiutare una comunità in  difficoltà a invertire la tendenza alla disgregazione e all’abbandono. Ho  trovato una realtà,dai più non conosciuta:  importanti modalità di costruire  e  organizzare i territori, di popolazioni di contadini di  montagna,che vivevano sulle montagne dell’Appennino.Patrimonio importante  da approfondire,far conoscere e valorizzare: per costruire nuove  possibilità di organizzare la vita e dargli continuità.
Dopo l’incendio della casa più importante della valle e l’abbandono di tanti e siamo arrivati da varie parti  d’italia ad aiutare. Da lì la spinta alla ricostruzione,della casa,ma  anche della comunità,su nuove e più forti basi. E’ da allora,dopo la presenza al Socialforum europeo di firenze, che nasce  l’interesse per il patrimonio storico territoriale,cominciando a parlare di progetto Appennino  e di un progetto alternativo per Campanara.
Un territorio  che presenta una specifica  modalità insediativa di lunga  durata che   dagli insediamenti preromani  arriva all’ Alto Medioevo, al Rinascimento, al ripopolamento della montagna del 1600/1700, alla fase pre  e post unitaria.
La logica insediativa  obbedisce  a due  modalità : quella dei flussi e  quella dei  nodi  rappresentati da   micro villaggi  rurali, i quali  ultimi  organizzavano la coltivazione delle terre e la cura/ gestione del  bosco
I flussi  erano legati alla STRADA di  crinale   che collegava il   Mugello a Faenza  che divenne importantissima nel Medioevo e nel Rinascimento; in  particolare   quando  la Repubblica fiorentina cercò  di  aprirsi la strada verso l’ Adriatico.
Su di essa si sono attestati nel  tempo  gli insediamenti-flusso di Casetta di Tiara,poi Montagnana, Castagneta, Le Pogge con  la sede del comunello di Campanara ( riflesso  linguistico, il “comunello”, dell’  esistenza e della pratica di terre e demanialità civiche)  fino a Mantigno,  Palazzuolo sul Senio e Badia di Susinana.Da questa strada-insediamento    si diramano vie che  conducono ai nodi  di microvillaggi, il più complesso dei quali è Vallibona con la sua  piazza-aia e gli edifici  attorno, oggi in gran parte crollati per l’
>> incuria del tempo e degli umani , Isola,  Villa e Villetto, il  Mulino, Quadalto,sotto la vallecola di Campanara. Una terra di lavoro con  terrazze esposte a sud che era “il granaio di Palazzuolo” e poi i castagni. Una storia di lunga durata,quella delle popolazioni dei contadini delle montagne dell’Appennino che ha permesso la fine dei castelli e degli eserciti di ventura che calavano su Firenze e la crescita di banche,flussi  finanziari e commerciali,ma che ha anche permesso la resistenza dei  partigiani,salvando alcune brigate dai rastrellamenti.
MA IL PROGETTO E LA REALIZZAZIONE DEI PILONI IN CEMENTO DELLA LINEA
ELETTRICA  MOLINO-CAMPANARA,NON TIENE CONTO DI QUESTA MORFOLOGIA
INSEDIATIVA. ANZI, LA VIOLA,LA STRAVOLGE,CON UN PILONE A SETTE,OTTO metri
DALL’EDIFICIO PIU’ ANTICO DELLA VALLE(Capanna di Campanara) E ACCANTO, COME ALTRI, ALLA SUDDETTA STRADA. ALTERANDO LA PERCEZIONE  E LE RELAZIONI DEI  LUOGHI.     QUALE RECUPERO?QUALE VALORIZZAZIONE,SONO POSSIBILI? QUALE MENTE HA POTUTO PROGETTARE UNO SCEMPIO DEL GENERE? Lo mettereste mai voi un Piloneaccanto al Colosseo? Certamente questo non è il Colosseo,ma è pur sempre  un edificio antico.E POI: CHI HA DATO L’AUTORIZZAZIONE? SOPRATTUTTO IN PRESENZA DI UN  PROGETTO PILOTA D’AREA DI RECUPERO E VALORIZZAZIONE con DELIBERA n120-8/2/2010 DELLA REG  TOSCANA.  SI CREA COSI’ UN PERICOLOSO PRECEDENTE  FACCIAMO INOLTRE PRESENTE CHE NELLA RELAZIONE INTRODUTTIVA DEL PROGETTO
APPROVATO 8/6/2012 DALLA COMMISSIONE TECNICA DI VALUTAZIONE C’E’
SCRITTO:”…4.2 IN GENERE L’AUTORECUPERO DI UN ANTICO INSEDIAMENTO RURALE NON PREVEDE IN QUANTO INCOMPATIBILI: ASFALTI,CEMENTIFICAZIONI,ALLACCIAMENTI IDRICI ED ELETTRICI,DEMOLIZIONI.
…4.3 UNITA’ E INTEGRITA’ TERRITORIALE:il  mantenimento della valle di Campanara come insieme unitario è un aspetto  centrale e importante…E’ un sistema biogeografico unitario e differenziato al suo interno: per questo motivo è importante che il  Progetto Pilota mantenga integrità e coerenza dei luoghi,EVITANDO LA  ROTTURA DELLE RELAZIONI ECOSISTEMICHE E TERRITORIALI…”
PER QUESTO SOLLECITIAMO UNA PRESA DI POSIZIONE A CAUSA DELL’ALLACCIO
PREVISTO QUESTI GIORNI                E CONVOCHIAMO UNA ASSISE DI PAESAGGISTI

> Ottavio Gaeta e l’Ass.Nascere Liberi*

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