Aver scelto (per avere l’elettrificazione) la soluzione di ergere un reticolo di pali in cemento di oltre 7/8 metri in un area di particolare pregio e delicatezza come quella della Valle di Campanara (nel Comune di Palazzuolo sul Senio) rischia di mettere una seria ipoteca sulla tutela del paesaggio e di minare lo sviluppo di progetti tesi alla sua valorizzazione. Progetti che gli stessi enti locali, e la Regione Toscana, hanno ritenuto meritevoli di sviluppo, approvando e finanziando uno specifico progetto pilota. Come è stato possibile ? Qual è lo stato dell’arte e soprattutto non sarebbe il caso – anche tramite un sopralluogo ad hoc della Giunta, e magari segnatamente – vista la posta in gioco – dell’assessorato all’urbanistica – di compiere ogni verifica per rendersi conto della situazione direttamente e semmai valutare di agire per ripristinare il paesaggio, puntando a forme di elettrificazione meno impattanti. E in attesa di tale sopralluogo di attivarsi per sospendere cautelativamente i lavori? Così Monica Sgherri – esponente di Rifondazione Comunista e capogruppo di “Rifondazione Comunista – PdCI” in Regione spiega l’interrogazione presentata oggi alla Giunta. “Bisogna – conclude Sgherri – comunque agire con celerità visto che siamo già in fase avanzata, con l’imminente avvio – a quanto consta – della messa in attivazione dell’elettrificazione così fatta.”
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E’ da oltre 10 anni che sono venuto a vivere nell’antico insediamento rurale di Campanara,posto sui pianori terrazzati in alta valle del Senio,Mugello,sotto il passo della Sambuca: per aiutare una comunità in difficoltà a invertire la tendenza alla disgregazione e all’abbandono. Ho trovato una realtà,dai più non conosciuta: importanti modalità di costruire e organizzare i territori, di popolazioni di contadini di montagna,che vivevano sulle montagne dell’Appennino.Patrimonio importante da approfondire,far conoscere e valorizzare: per costruire nuove possibilità di organizzare la vita e dargli continuità.
Dopo l’incendio della casa più importante della valle e l’abbandono di tanti e siamo arrivati da varie parti d’italia ad aiutare. Da lì la spinta alla ricostruzione,della casa,ma anche della comunità,su nuove e più forti basi. E’ da allora,dopo la presenza al Socialforum europeo di firenze, che nasce l’interesse per il patrimonio storico territoriale,cominciando a parlare di progetto Appennino e di un progetto alternativo per Campanara.
Un territorio che presenta una specifica modalità insediativa di lunga durata che dagli insediamenti preromani arriva all’ Alto Medioevo, al Rinascimento, al ripopolamento della montagna del 1600/1700, alla fase pre e post unitaria.
La logica insediativa obbedisce a due modalità : quella dei flussi e quella dei nodi rappresentati da micro villaggi rurali, i quali ultimi organizzavano la coltivazione delle terre e la cura/ gestione del bosco
I flussi erano legati alla STRADA di crinale che collegava il Mugello a Faenza che divenne importantissima nel Medioevo e nel Rinascimento; in particolare quando la Repubblica fiorentina cercò di aprirsi la strada verso l’ Adriatico.
Su di essa si sono attestati nel tempo gli insediamenti-flusso di Casetta di Tiara,poi Montagnana, Castagneta, Le Pogge con la sede del comunello di Campanara ( riflesso linguistico, il “comunello”, dell’ esistenza e della pratica di terre e demanialità civiche) fino a Mantigno, Palazzuolo sul Senio e Badia di Susinana.Da questa strada-insediamento si diramano vie che conducono ai nodi di microvillaggi, il più complesso dei quali è Vallibona con la sua piazza-aia e gli edifici attorno, oggi in gran parte crollati per l’
>> incuria del tempo e degli umani , Isola, Villa e Villetto, il Mulino, Quadalto,sotto la vallecola di Campanara. Una terra di lavoro con terrazze esposte a sud che era “il granaio di Palazzuolo” e poi i castagni. Una storia di lunga durata,quella delle popolazioni dei contadini delle montagne dell’Appennino che ha permesso la fine dei castelli e degli eserciti di ventura che calavano su Firenze e la crescita di banche,flussi finanziari e commerciali,ma che ha anche permesso la resistenza dei partigiani,salvando alcune brigate dai rastrellamenti.
MA IL PROGETTO E LA REALIZZAZIONE DEI PILONI IN CEMENTO DELLA LINEA
ELETTRICA MOLINO-CAMPANARA,NON TIENE CONTO DI QUESTA MORFOLOGIA
INSEDIATIVA. ANZI, LA VIOLA,LA STRAVOLGE,CON UN PILONE A SETTE,OTTO metri
DALL’EDIFICIO PIU’ ANTICO DELLA VALLE(Capanna di Campanara) E ACCANTO, COME ALTRI, ALLA SUDDETTA STRADA. ALTERANDO LA PERCEZIONE E LE RELAZIONI DEI LUOGHI. QUALE RECUPERO?QUALE VALORIZZAZIONE,SONO POSSIBILI? QUALE MENTE HA POTUTO PROGETTARE UNO SCEMPIO DEL GENERE? Lo mettereste mai voi un Piloneaccanto al Colosseo? Certamente questo non è il Colosseo,ma è pur sempre un edificio antico.E POI: CHI HA DATO L’AUTORIZZAZIONE? SOPRATTUTTO IN PRESENZA DI UN PROGETTO PILOTA D’AREA DI RECUPERO E VALORIZZAZIONE con DELIBERA n120-8/2/2010 DELLA REG TOSCANA. SI CREA COSI’ UN PERICOLOSO PRECEDENTE FACCIAMO INOLTRE PRESENTE CHE NELLA RELAZIONE INTRODUTTIVA DEL PROGETTO
APPROVATO 8/6/2012 DALLA COMMISSIONE TECNICA DI VALUTAZIONE C’E’
SCRITTO:”…4.2 IN GENERE L’AUTORECUPERO DI UN ANTICO INSEDIAMENTO RURALE NON PREVEDE IN QUANTO INCOMPATIBILI: ASFALTI,CEMENTIFICAZIONI,ALLACCIAMENTI IDRICI ED ELETTRICI,DEMOLIZIONI.
…4.3 UNITA’ E INTEGRITA’ TERRITORIALE:il mantenimento della valle di Campanara come insieme unitario è un aspetto centrale e importante…E’ un sistema biogeografico unitario e differenziato al suo interno: per questo motivo è importante che il Progetto Pilota mantenga integrità e coerenza dei luoghi,EVITANDO LA ROTTURA DELLE RELAZIONI ECOSISTEMICHE E TERRITORIALI…”
PER QUESTO SOLLECITIAMO UNA PRESA DI POSIZIONE A CAUSA DELL’ALLACCIO
PREVISTO QUESTI GIORNI E CONVOCHIAMO UNA ASSISE DI PAESAGGISTI
> Ottavio Gaeta e l’Ass.Nascere Liberi*