Accolta la richiesta di Anci Toscana avanzata in Commissione Aree interne in giugno
Grande soddisfazione di Anci Toscana per la proposta di risoluzione votata dal Consiglio regionale, che chiede di riconoscere un’indennità a favore dei Comuni in cui sgorgano le sorgenti e di agire sul Governo per definire una disciplina nazionale. L’atto, in merito “all’istituzione di un fondo di salvaguardia per quanto concerne i Comuni sorgivi”, è stato presentato su iniziativa della commissione per il Sostegno, la valorizzazione e la promozione delle aree interne della Toscana. Proprio in questa commissione Anci Toscana, rappresentata dai sindaci di Santa Fiora Federico Balocchi e di San Romano in Garfagnana Raffaella Mariani, nel giugno scorso aveva portato la richiesta di riconoscere il ruolo essenziale dei Comuni montani che forniscono acqua sorgiva ai territori a valle e alle città, con misure compensative e norme specifiche: non solo per salvaguardare le comunità produttrici, ma anche per tutelare una inestimabile ricchezza naturale e ambientale. Una richiesta ora accolta: “Ci metteremo subito al lavoro con la Regione, Ait e le aziende per definire criteri, modalità e risorse” sottolinea il direttore di Anci Toscana Simone Gheri.
L’atto d’indirizzo del Consiglio regionale impegna la Giunta regionale “a valutare, per quanto di propria competenza, ogni intervento utile finalizzato a riconoscere un’indennità ai Comuni sorgivi sottoposti a vincoli per la salvaguardia della risorsa idrica tali da prefigurare il mancato o limitato utilizzo del territorio, analogamente a quanto previsto per la cosiddetta indennità di disagio ambientale (Ida) per il settore dei rifiuti per i Comuni sede di impianto”; la Giunta è chiamata anche “ad attivarsi nei confronti del Governo, ponendo la questione preliminarmente anche in conferenza delle Regioni, affinché venga predisposta una uniforme disciplina nazionale volta a prevedere tale indennità a compensazione dei vincoli cui sono sottoposti i Comuni sorgivi, anche intervenendo direttamente nella composizione della tariffa idrica”.
In Toscana, “le sorgenti di acqua potabile sono collocate quasi esclusivamente nel territorio di Comuni delle aree interne o montane, i quali sono sottoposti a molteplici vincoli a salvaguardia della risorsa idrica”, si legge nel testo della proposta di risoluzione. Si tratta di vincoli che “per quanto necessari, contribuiscono a limitare l’utilizzo del territorio e, quindi, a influire sullo sviluppo delle comunità locali che già vivono fenomeni di spopolamento, carenza di opportunità e progressiva diminuzione di presidio del territorio”. Al momento, “non è prevista alcuna politica tesa a compensare concretamente i cosiddetti Comuni sorgivi, ovvero quelle realtà dove sono presenti le sorgenti di acqua potabile, per i vincoli cui sono sottoposti ai fini della salvaguardia della risorsa idrica”; mentre, si ricorda, “per quanto riguarda il settore dei rifiuti è previsto lo strumento della cosiddetta indennità di disagio ambientale (Ida) dovuta ai comuni sedi di impianti di smaltimento, o ad essi vicini, che risentono delle ricadute ambientali conseguenti all’attività degli impianti stessi”. I Comuni interessati chiedono da tempo il riconoscimento di una analoga “sorta di indennità” e si tratta appunto di Comuni, “per lo più collocati nelle aree interne o montane della Toscana, ovvero in quei territori sui quali la Regione ha promosso una serie di politiche volte a favorire il riequilibrio territoriale rispetto alle aree maggiormente urbanizzate e alle città”. Nella definizione dell’indennità si ritiene “necessario prevedere dei criteri di riparto che tengano conto dell’estensione dell’area o dell’importanza del relativo prelievo, così come della necessità di stabilire un vincolo d’uso di tali importi per investimenti sui servizi alle persone ed alla valorizzazione del territorio”.
fonte anci