La Toscana che sarà, il PRS a confronto con il mondo socio economico
Un incontro per confrontarsi con le associazioni, le categorie economiche e gli amministratori locali del territorio sul Programma Regionale di Sviluppo delienato dalla Regione Toscana per i prossimi quattro anni. L’iniziativa, organizzata dal gruppo del PD in Consiglio regionale, si è svolta a Rufina con le consigliere regionali Serena Spinelli e Fiammetta Capirossi e l’assessore regionale Vittorio Bugli.
“Il Programma regionale di Sviluppo orienterà le politiche e gli interventi della Regione nei prossimi quattro anni, attraverso 26 specifici progetti settoriali e un piano da 6,4 miliardi di investimenti complessivi. Si va a definire, quindi, un grande quadro per lo sviluppo della Toscana, da declinare sulle potenzialità e le specificità delle diverse aree della Toscana. I progetti regionali del PRS si basano su una visione complessiva della Toscana. L’obiettivo è quello di creare le condizioni per uno sviluppo omogeneo della nostra regione, dove tutte le aree viaggino alla stessa velocità. Per questo è importante la partecipazione degli attori principali della vita sociale ed economica del nostro territorio e degli amministratori locali, per condividere le opportunità del PRS e per renderlo il più possibile aderente alle esigenze e alle peculiarità della nostra zona” – ha dichiarato la consigliera regionale Fiammetta Capirossi.
“Il nostro territorio deve riuscire ad avere un ruolo centrale e ad essere una risorsa importante per la tutta la Toscana. Per farlo, un punto che ritengo centrale, è quello del rapporto con il capoluogo: la vicinanza con una delle città più famose del mondo spesso rischia di schiacciarci, ma deve invece tradursi in una possibilità, in un effetto-traino” – ha detto nel suo intervento la consigliera regionale Serena Spinelli – “Le politiche regionali delineate dal Prs, attraversano la Toscana in maniera trasversale e comprendono linee d’intervento che riguardano nostre peculiarità ed eccelenze, che possono essere il motore dello sviluppo. Come il settore agroalimentare, le produzioni di vino, carne, latte, che si integrino con un turismo slow, basato sul paesaggio, sui piccoli borghi, su itinerari storico-culturali. Oltre a questo, dobbiamo guardare al futuro, con l’implementazione della banda larga, e sul fronte della mobilità non possiamo smettere di pensare a una rete integrata del trasporto metropolitano e al completamento del sistema tramviario fiorentino”.
“La strategia della Regione, che è partita da un’analisi approndita su come la Toscana ha reagito alla crisi iniziata nal 2008, punta a rilanciare gli investimenti, favorire il processo di reindustrializzazione e l’inserimento nel mondo del lavoro di giovani adeguatamente formati, operare in modo differenziato nelle varie aree della Toscana per contrastare lo squilibrio determinatosi in questi anni. La Regione si è data nove grandi obiettivi, sei sono quelli individuati dall’Unione europea con Europa2020, gli altri tre sono obbiettivi regionali” – ha concluso l’assessore regionale al Bilancio Vittorio Bugli – “I sei obiettivi ‘europei’ riguardano il livello di occupazione, da portare al 75% nella popolazione tra i 20 e i 64 anni; il reinvestimento di almeno l’1,5% del Pil in ricerca e sviluppo; il raggiungimento di livelli per la tutela del clima e la sostenibilità energetica; la riduzione del tasso di abbandono scolastico al 13%; un tasso d’istruzione universitaria del 30% tra i 30 e i 34 anni; almeno 630mila persone in meno a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione. Accanto a questi, i tre obiettivi ‘regionali puntano a favorire la reindustrializzazione, impedendo che si riduca il peso dell’industria sul Pil, ridurre le disparità territoriali che si sono verificate e alla tutela e difesa del territorio”.