Il trasporto pubblico locale vittima della pandemia

Il trasporto pubblico locale vittima della pandemia e soprattutto di politiche sbagliate che propongono solo megaopere e privatizzazioni


In questi primi giorni di forte ripresa della pandemia emergono in tutta la loro gravità, oltre che i problemi sanitari, la situazione dei trasporti pubblici.
Il Gruppo di ricerca “Mobilità sostenibile nell’Area Metropolitana Fiorentina” in considerazione dell’emergenza della pandemia ha delle proposte che vanno nella direzione di rimediare ai tanti errori fatti fin’ora:

  • si rinunci ai tanti progetti faraonici, impattanti, costosi e spesso non realizzabili; si dirottino le ingenti risorse per un efficace servizio pubblico in tutta la provincia
  • occorre un potenziamento immediato dei servizi esistenti, magari facendo ricorso ai bus turistici che in questo periodo sono fortemente sottoutilizzati
  • si cominci da subito la creazione di un efficiente, capillare ed ecologico sistema di trasporto pubblico che sarebbe realizzabile in poco tempo e con spese enormemente inferiori a quelle previste per il rigido sistema delle tranvie e i devastanti progetti ferroviari.
  • Si potenzi il servizio ferroviario esistente per dare risposte concrete alla mole di pendolari che giornalmente si spostano verso il capoluogo, si faccia una seria politica della casa che riporti gli abitanti in città.
  • Si ripubblicizzi il trasporto pubblico perché mai come ora, con una nuova emergenza pandemica in arrivo, appare evidente che un servizio come questo è di impossibile gestione con un sistema completamente privatizzato, dove le imprese devono principalmente obbedire a ragioni di bilancio aziendale; al contrario l’emergenza richiede interventi onerosi che non possono essere trovati nelle risorse disponibili della bigliettazione; si profila ancora il rischio di sprecare generose sovvenzioni pubbliche per imprese che non sono in grado di stare su nessun mercato, perché i servizi, come il TPL, garantiscono necessità e diritti al di fuori della ideologia di un mercato unico autoregolante. Si intravede ancora una volta come il nostro paese si confermi un gigantesco “sussidistan” per una élite parassitaria, in particolare per la lobby delle grandi opere inutili.

Solo dando risposte concrete si possono immaginare una soluzione all’emergenza in corso e una drastica riduzione dell’uso del mezzo privato e la possibile realizzazione di zone vivibili dalle persone e attraversate da mobilità dolce.
Al Gruppo non piace nemmeno lo scaricabarile tra Comune che chiede soldi alla Regione, questa che li chiede al Governo e questo che li chiede alla mitica Europa, tutto per trovare risorse che poi si vorrebbero dirottate in progetti sbagliati; in questa maniera si cercano di allontanare responsabilità che invece sono di chi ha gestito e continua a gestire la politica delle infrastrutture.
Di fronte all’emergenza, sia sanitaria che dei trasporti, il sindaco di Firenze, quelli di altri Comuni come Sesto Fiorentino, nonché il neo-presidente della Regione, paiono ipnotizzati dalla promessa dei 209 miliardi del Next Generation EU (recovery fund) e finora non hanno fatto altro che fantasticare di megaprogetti infrastrutturali: Passante TAV, aeroporti, tranvie fantasiose accanto a binari esistenti e sottoutilizzati, per non parlare dei tante altre opere sparse per tutta la provincia e regione; tutti pacchi di cemento produttori di CO2 che non risolveranno alcun problema di mobilità.
Se queste sono le politiche “green” di cui tutti si stanno riempiendo la bocca c’è da avere molti timori per il futuro.

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