Tratto dalla pagina facebook del sindaco di vaglia Leonardo Borchi
1° giugno 2023
“RIPUBBLICIZZAZIONE DELL’ACQUA”-TRADIMENTO
Ieri, 31 maggio, si è tenuta l’assemblea della Conferenza dei comuni del Medio Val d’Arno, che doveva scegliere la futura forma di gestione del servizio idrico integrato, SII (acquedotto e fognatura).
Il contesto. 46 comuni dei territori delle provincie di Prato, Pistoia, Firenze e parte di Arezzo sono consorziati in un ambito denominato Conferenza 3 del Medio Val d’Arno ed hanno attualmente come gestore Publiacqua SpA. Insieme ad altre cinque Conferenze, per altrettanti ambiti, coprono tutta la regione toscana, che è amministrata dall’Autorità Idrica Toscana (AIT). Le sei conferenze eleggono, all’interno di ognuna di esse, alcuni comuni che tutti insieme vanno a formare l’Assemblea regionale, che è l’organo sovrano che deve fare le scelte strategiche.
L’assemblea della nostra Conferenza 3 di ieri era chiamata a dare un indirizzo all’Assemblea regionale, a cui è lasciata la decisione formale, sulla prossima futura scelta della forma di gestione del SII, in quanto la concessione all’attuale gestore, Publiacqua SpA, scadrà il 31 dicembre 2024. Quindi, prima si deve scegliere la forma di gestione, poi il soggetto gestore.
Il novero delle forme di gestione da scegliere, che la legge prevede sono di tre tipi:
affidamento a terzi mediante procedura ad evidenza pubblica. In pratica a società a capitale privato
affidamento a società a partecipazione mista pubblico-privata (come è ora con Publiacqua)
affidamento a società in house, (in economia) in cui i soci sono tutti pubblici.
Per capire il contendere bisogna chiarire alcuni concetti.
Quando si parla di “ripubblicizzare l’acqua”, come si sono espressi gli italiani nel referendum del 2011, si vuole indicare il processo di riacquisizione da parte dei comuni, che sono i soggetti titolari di questo servizio essenziale (nel senso che, per legge, tutti i cittadini devono poterne fruire con gli stessi diritti e con un costo di accesso contenuto) del potere di scelta strategica. Potere decisionale che invece negli ultimi venti anni si è notevolmente ridotto con la concessione della gestione a società per azioni, che perseguono per loro natura il profitto, a maggior ragione se partecipate anche da soggetti privati. Come Publiacqua che ha un capitale sociale per il 60% in mano a soggetti pubblici e per il 40% ad un socio privato (Acque Blu Fiorentine SpA, una controllata di ACEA SpA).
Un discrimine sostanziale divide le società di diritto privato, come lo sono quelle per azioni, e quelle di diritto pubblico (per esempio le aziende municipalizzate di una volta). Le prime hanno come missione di generare profitto, le seconde hanno lo scopo di erogare servizi con l’obbligo dell’efficienza, efficacia ed economicità, alla sola condizione di avere i bilanci in equilibrio.
Quindi è chiaro che la vera “ripubblicizzazione dell’acqua” si potrebbe avere solo con una società di diritto privato. ( come poi rendere la sua azione efficiente, efficace ed economica è un’altra faccenda, sicuramente delicata, ma esula da questa trattazione).
Un po’ di storia.
Nel 2018, alla nostra Conferenza 3 fu portata in votazione la proposta di proroga della concessione al gestore Publiacqua, che scadeva nel 2021, per ulteriori 3 anni, fino al 2024.
Personalmente mi battei contro tale proposta ( che proveniva dal PD con alla testa il Comune di Firenze e Prato). Questa veniva giustificata dal fatto che Publiacqua doveva fare nuovi investimenti strutturali e che le tariffe, nei tre anni aggiunti, non sarebbero aumentate. Io controdedussi che dal 2022, a scadenza della concessione ventennale, qualunque fosse il gestore, questi non avrebbe avuto più l’onere di versare ai comuni i canoni previsti, che assommavano in 35 milioni di euro (120.000 € per il Comune di Vaglia), che Publiacqua ricaricava sulle bollette ai cittadini. Quindi queste si dovevano alleggerire notevolmente. Per questa mia posizione contraria fui attaccato acerbamente da diversi miei colleghi. La proposta fu approvata con il solo mio voto contrario e di altri 2/3 comuni.
Contestualmente, nella delibera, fu anche votato dai sindaci, all’unanimità, la volontà di “ripubblicizzare l’acqua”.
Alla luce dell’esperienza successiva, mi è stato chiaro quale era allora la ragione della proroga: al PD, con in testa le amministrazioni comunali di Firenze, Prato ed Empoli, occorreva più tempo per realizzare quello che era il loro obiettivo: costituire la multiutility toscana relativa ai servizi di energia, rifiuti ed acqua.
Cosa poi sia successo alle bollette dall’anno 2022, è stato sotto gli occhi di tutti. Sono comunque aumentate invece di contrarsi di quei 35 milioni di euro. Io mi ero illuso, ingenuamente o ignorantemente: a Publiacqua è riconosciuto dalla legge, nella formula di costruzione della bolletta, il parametro VRG, che sta per Vincolo Ricavo Garantito. In parole povere: canoni o non canoni dovuti, consumi di acqua più o meno importanti, gestione del servizio più o meno efficiente, ecc…i cittadini comunque devono corrispondere globalmente un minimo di entrate al gestore.
Riguardo poi alla multiutlity, quale sia la mia opinione e quale è stata la scelta dell’Amministrazione di Vaglia l’ho già ampiamente espressa. Ritengo che la sua costituzione sia una scelta che ancor più è andata ad allontanare i sindaci, e quindi i cittadini, dal potere di incidere sulle scelte di questi servizi; che incrementa ancor più l’opaco comitato di affari che già esiste tra politica ed economia e per terza conseguenza, a proposito, allontana definitivamente l’obiettivo di “ripubblicizzare l’acqua”.
Se qualcuno aveva bisogno di una riprova questa è venuta appunto nell’assemblea della Conferenza di ieri. Tra le tre opzioni di forma di gestione, che potevamo scegliere, quella che presentava un minimo di garanzie era la terza: la società in house.
Ci è stato relazionato dal direttore dell’AIT che questa opzione non è possibile se volessimo affidare la gestione alla nuova multiutility che si è formata: Alia Servizi Ambientali SpA, che controlla appunto Publiacqua ( e il PD, con la maggior parte dei comuni, ma anche il comune di Pistoia che non è a guida PD, vuole proprio questo).
Riepiloghiamo. Nel 2018 tutti i sindaci vogliono “ripubblicizzare l’acqua”, ma invece di cominciare a lavorare in questa direzione, avevamo davanti tre anni, si proroga la concessione a Publiacqua. Nel frattempo si costituisce la multiutility. Nel 2023 si deve scegliere la forma di gestione che andremo ad adottare a partire dal 2025, ma quella in house, che garantirebbe un minimo di controllo dei sindaci, che comunque si avvicina appena all’obiettivo di “ripubblicizzare l’acqua”, mentre le altre due l’affossano del tutto, non può essere adottata perché non è compatibile con la multiutility!
Ieri in assemblea sentire le argomentazioni, “le giustificazioni”, dei vari Simone Faggi, vicesindaco di Prato, nonché presidente della società Acqua Toscana che controlla Publiacqua ed è confluita nella multiutility; Giovanni Bettarini assessore del Comune di Firenze, nonché presidente della Conferenza 3; Margherita Semplici, assessore al Comune di Pistoia; Stefano Passiatore, Sindaco di Dicomano, le persone che si sono più esposte nel difendere la scelta della multiutility, mi hanno dato la sensazione che si arrampicassero sugli specchi per motivare la loro incoerenza.
Parliamoci chiaro, quando i sindaci si sono espressi allora e continuano a dire ora di volere la “ripubblicizzazione dell’acqua” e poi hanno votato la multiutility o erano, e sono, in mala fede o erano ignari di cosa decidevano. In questo secondo caso, siccome, dietro le quinte, diversi sindaci di area PD hanno cominciato a ricredersi sulla bontà delle scelte fatte, sarebbe onesto da parte loro manifestarsi conseguentemente.
Altrimenti il loro atteggiamento ha solo una denominazione: tradimento dei propri cittadini.
Leonardo, sindaco
NB
Comuni che sono nella Conferenza 3 (46 sono serviti da Publiacqua):
Agliana, Bagno a Ripoli, Barberino Mugello, Barberino-Tavarnelle, Borgo San Lorenzo, Calenzano, Campi Bisenzio, Cantagallo, Carmignano, Castelfranco di Sopra, Cavriglia, Dicomano, Fiesole, Figline-Incisa, Firenze, Firenzuola, Greve in Chianti, Impruneta, Lastra a Signa, Londa, Loro Ciuffenna, Marradi, Montale, Montemurlo, Montevarchi, Palazzuolo sul Senio, Pelago, Pian di Scò, Pistoia, Poggio a Caiano, Pontassieve, Prato, Quarrata, Reggello, Rignano Sull’Arno, Rufina, Sambuca Pistoiese, San Casciano Val di Pesa, San Giovanni Val d’Arno, San Godenzo, Scarperia-San Piero, Scandicci, Serravalle Pistoiese, Sesto Fiorentino, Signa, Terranova Bracciolini, Vaglia, Vaiano, Vernio, Vicchio
Comuni presenti all’assemblea del 31 maggio 2023 che hanno votato a favore della proposta per la scelta della forma di gestione di affidamento a società mista pubblico-privata (che non esclude la multiutility):
Barberino Mugello, Borgo San Lorenzo, Dicomano, Figline-Incisa, Firenze, Greve in Chianti, Lastra a Signa, Pelago, Pistoia, Pontassieve, Prato, Quarrata, Reggello, San Casciano V. Pesa, Scandicci, Scarperia-San Piero, Signa, Vernio, Vicchio-n.19
Comuni che hanno votato contro la proposta:
Calenzano, Cantagallo, Carmignano, Cavriglia, Fiesole, Montemurlo, Montevarchi, San Giovanni V. Arno, Sesto Fiorentino, Vaglia-n.10
Comuni che si sono astenuti:
Poggio a Caiano