Il PD di Vicchio prende le distanze dall’iniziativa intrapresa dal Presidente della Regione
Toscana di accogliere e “onorare” Emanuele Filiberto di Savoia.
Abbiamo accolto con favore la precisazione fatta all’Ansa dal Presidente Giani dove
ribadisce l’importanza dei valori fondanti della nostra Repubblica e condanna giustamente i Savoia per i gravi e ripetuti atti compiuti nel secolo scorso: la firma delle leggi razziali, l’appoggio del regime fascista e l’ignobile fuga a Brindisi, lasciando il Paese allo sbando e alla mercé dei nazisti.
Sarebbe stato opportuno che questi fatti fossero stati riportati al Sig. Emanuele Filiberto di Savoia, inopportunamente chiamato “Principe” (ignorando che i titoli nobiliari non esistono più dalla nascita della Costituzione della Repubblica). E se proprio vogliamo accompagnarlo alla ex tenuta di famiglia di San Rossore, facciamolo per mostrare
il luogo dove suo bisnonno firmò una pagina ignobile della nostra nazione: le leggi razziali che permisero la deportazione di migliaia di nostri connazionali verso i campi di
concentramento in tutta l’Europa.
Proprio per questi fatti i nostri padri fondatori stabilirono un esilio per la famiglia Savoia
durato fino al 2003 e terminato in nome di una pacificazione che non può essere confusa con l’oblio. L’Italia è pronta ad andare avanti, ma la Toscana non dimentica!
La terra di Piero Calamandrei, Aligi Barducci e dei fratelli Rosselli ricorda bene quanto ci è costato difendere i valori scritti nella nostra Costituzione e auspichiamo che il nostro
Presidente se ne faccia portatore in ogni luogo, sempre e con chiunque.
PD Vicchio