Il Mugello nella relazione statistica dell’Unione

L’Unione dei comuni del Mugello ha presentato la relazione statistica 2017, con dati riferiti essenzialmente al 2016, che permette di avere un quadro della situazione economica e demografica del territorio essenziale anche in funzione delle scelte di programmazione e pianificazione che sono prerogative degli enti locali.

Il Mugello rappresenta il 6,3% della popolazione della provincia, con il 5,9% delle imprese, il 4,4% degli addetti e il 4% del PIL ed occupa però oltre il 30% della superficie.

I dati statistici ci dicono che la popolazione si mantiene sostanzialmente stabile con qualche lieve crescita sia nel 2016 (+ 100) che nei primi mesi del 2017(+81) con la quota di residenti stranieri intorno al 9%. Scorporando questo dato si hanno però situazioni molto differenziate tra il basso Mugello e l’alto Mugello dove il calo demografico si accompagna anche ad una quota più elevata di popolazione anziana.
Sul fronte economico si può dire che il Mugello sembra aver assorbito la crisi con buone opportunità di crescita in molti settori a partire dal manifatturiero. Si registra solo un lieve calo in agricoltura, che comunque rappresenta ancora il 16,9 % delle aziende della provincia e il 13 % della produzione, con una buona propensione all’innovazione come dimostrano gli investimenti per diversi milioni di euro in corso con alcuni Progetti di Filiera che coinvolgono decine di aziende del territorio.


Le imprese attive nel territorio sono 6987 con 17530 addetti con un’interessante crescita dell’imprenditoria femminile (al 17,3%) e giovanile (8,2%), le imprese con titolari stranieri sono il 7,9% concentrate per quasi 1/3 nel ramo edile. Ognuno di questi dati meriterebbe di essere analizzato nel dettaglio per capire quanto sia in realtà il lavoro delle partite iva che mascherano lavoro dipendente.
Dal punto di vista dei contratti di lavoro sono segnalati 9220 avviamenti e 5976 cessazioni con un saldo di 3244  , quasi il doppio rispetto all’anno precedente e il più alto degli ultimi quattro anni. Purtroppo di questo nuovo lavoro solo il 10% sono contratti a tempo indeterminato ,molti i contratti di apprendistato e ovviamente a tempo determinato (54%). Non a caso uno dei poli della crescita occupazionale è rappresentato dai negozi presenti all’Outlet di Barberino.
Il Prodotto Interno Lordo del Mugello continua a crescere anche se a livelli modesti, è stato + 3,6% nel 2013-14, dell’1% nel 2014-15 e dell ‘1,2% nel periodo 2015-16 (inflazione compresa) con un ruolo determinante dell’export, del turismo e dei servizi.
In particolare da segnalare la prestazione del settore turistico con un incremento del 3,8% e 458.313 presenze con un sensibile aumento degli stranieri che si fermano per una media di 5 giorni. Il comparto turistico mugellano ha così ottenuto una prestazione migliore del 2009 considerato un anno di riferimento prima degli effetti della crisi economica.

La produzione mugellana, data dal valore aggiunto stimato (che approssima il prodotto interno lordo), per il 2016 ammonta complessivamente a 1.294,04 milioni di euro I 2 settori in crescita risultano però quelli quantitativamente più importanti per il Mugello: industria (+1%) e servizi market oriented (+1,1%). Il settore delle costruzioni risulta pressoché invariato (-0,1%), così come quello dei servizi non market (servizi pubblici, scuola, sanità, pubblica amministrazione, ecc.). L’agricoltura diminuisce leggermente (-0,7%).

Il redditi dei mugellani crescono del 2% all’anno nell’ultimo periodo con una media di 20.189 euro che è molto simile a quella regionale (20.980) ma più bassa di quella provinciale (22.920). Anche in questo caso la media nasconde differenze sensibili tra i radditi del basso Mugello e i comuni dell’appennino, con alcuni dei primi che si avvicinano o superano il riferimento provinciale e i secondi che se ne allontanano ulteriormente.
Una conferma della tendenza verso una ripresa del tessuto economico viene anche da un osservatorio privilegiato come quello del Banco Fiorentino che registra da parte delle imprese crescita di fatturato e di ordini, ricorso ad anticipazioni e a mutui per investimenti in beni strumentali e immobiliari.
Infine , per la prima volta da 10 anni a questa parte, anche il settore immobiliare dà segni di risveglio con l’aumento del valore di vendita e delle compravendite anche se per ora limitato ad alcuni comuni più grandi del fondovalle.

LR
14.2.18

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