La vicenda giudiziaria che ha interessato uno dei fondatori del Forteto, Rodolfo Fiesoli, finito in carcere con accuse gravissime di violenza e maltrattamenti nei confronti di minori, ha scosso profondamente la società mugellana dove il Forteto come cooperativa e come comunità è una realtà dal 1977. In quell’anno un gruppo di giovani e meno giovani provenienti dall’area pratese si installò nell’area della Calvana per dar vita ad un’esperienza produttiva e di vita ispirata ai valori cristiani, una parte di loro aveva alle spalle anche una concreta attività nel mondo sindacale in particolare nella Cisl.
In quegli anni sorsero altre esperienza cooperative importanti che avevano come base sempre l’area di Barberino di Mugello come l’”Emilio Sereni” che già nel nome si ispirava ad uno dei più importanti studiosi e storici dell’agricoltura italiana che era stato anche un elemento di spicco del movimento comunista. L’altra importante realtà cooperativa nacque invece come risposta alla crisi dell’azienda Il Monte di Galliano e quindi aveva alle spalle un gruppo ed un’esperienza produttiva già , per certi aspetti, consolidata.
Il lavoro che queste tre cooperative hanno compiuto nel corso degli anni, grazie anche al contributo degli enti pubblici, è stato enorme trasformandole in tre realtà produttive tra le più importanti della provincia di Firenze e non solo ( Il Monte si è poi unito alla cooperativa operai forestali dando vita ad Agriambiente). Dai difficili pascoli della Calvana il Forteto si è poi installato nella zona di Riconi-Ricavo tra Vicchio e Dicomano mentre l’Emilio Sereni è oggi proprietaria di buona parte dei terreni già dell’Istituto degli Innocenti nel comune di Borgo San Lorenzo nella zona Lutiano – La Brocchi.
Due esperienze che definirei parallele perché sono molti i punti di distacco sia sotto il profilo produttivo sia soprattutto sotto l’aspetto dell’organizzazione e del rapporto interno ed esterno tra i soci e il territorio e nell’affrontare le questioni sociali. Per banalizzare potrei dire che da un lato troviamo una comunità forte ma per molti aspetti chiusa e dell’altro invece un’attenzione all’agricoltura sociale più aperta al territorio e alle esperienze di cooperazione internazionale.
Se l’Emilio Sereni è restata sempre un’azienda di produzione ( insieme ad Agriambiente rappresentano il 90% del latte biologico della Mukki) , il Forteto ha modificato parte della sua natura diventando soprattutto un’azienda di trasformazione e commercializzazione con la costruzione di un caseificio , tra i più importanti della regione, e di un supermercato aziendale. Oltre a questo il Forteto possiede un allevamento di chianine e una filiera completa per la produzione del pane con la realizzazione di un nuovo mulino e un nuovo forno. Stiamo parlando di un’azienda con un fatturato da 18/20 milioni di euro all’anno con circa 130 occupati. Accanto a questa realtà economica forte e vitale per l’agricoltura locale si è sviluppata un’altra attività quella sociale rivolta in particolare all’accoglienza di minori che vivevano situazioni familiari insostenibili che veniva svolta in collaborazione con strutture pubbliche ad iniziare dal tribunale dei minori. Negli ultimi anni era stata creata anche una Fondazione che si dedicava essenzialmente a questo e ad altre iniziative culturali.
Ho fatto questa lunga premessa per evitare di fare di ogni erba un fascio e di buttar via, come si usa dire , il bambino con l’acqua sporca. Negli articoli comparsi sulla vicenda giudiziaria di Fiesoli non c’è infatti nessuna distinzione tra l’attività produttiva dell’azienda Forteto e l’accoglienza di minori ben sapendo che alcuni rappresentanti , se pur autorevoli, della comunità non hanno ormai nessun rapporto con la gestione dell’azienda ad iniziare dal caseificio. Questo non significa che non esistono punti di contatto ( sarebbe assurdo sostenerlo) ma che ormai Il Forteto azienda ha una sua struttura produttiva ben definita , che si avvale anche di professionalità esterne alla comunità, ed un mercato diffuso a livello nazionale e internazionale che devono essere salvaguardati come una ricchezza del territorio.
Devo solo ricordare che accuse del genere , purtroppo , non sono nuove e già nel 1979 ci fu un’indagine giudiziaria che portò alcuni anni più tardi(1985) ad una condanna del Fiesoli a due anni per violenza privata. Anche in quella circostanza l’opinione pubblica si divise e ci furono amministratori pubblici che espressero con convinzione solidarietà verso gli indagati e altri che appoggiarono con forza l’operato della magistratura ritenendo che dietro certi atteggiamenti misticheggianti si celassero solo delle sopraffazioni ( allora il mensile AlContrario pubblicò integralmente l’atto d’accusa dei magistrati fiorentini). Se le accuse di oggi verranno confermate nel processo vorrà dire che 30 anni sono passati invano. Non sono passati invano invece per l’azienda Il Forteto e il suo peso nell’economia mugellana.
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