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I medici e lo zio d’America

di Leonardo Romagnoli

I medici e lo zio d'America

Lo Zio d’America

 

 

 

In queste settimane si è tornati a parlare  con una certa preoccupazione del mega investimento che un miliardario americano aveva programmato su Cafaggiolo e dintorni per ben 170 milioni di euro.

In data 5 settembre 2011 è stato anche siglato un protocollo d’Intesa con Regione Toscana, Provincia di Firenze, comuni di Barberino e San Piero, Autorità di Bacino dell’Arno e  la Direzione Regionale per i Beni Culturali  “ per la tutela , lo sviluppo e la valorizzazione della Villa e della Tenuta Medicea di Cafaggiolo e dell’area circostante”. Dopo quasi un anno di discussioni  il piano ristagna tanto che  l’investitore americano , stando alle notizie di stampa, si sarebbe liberato di tutti gli intermediari locali per trattare direttamente lamentando lungaggini e richieste contraddittorie. L’obiettivo sembra quasi quello di  gettare sulle spalle degli enti locali un eventuale fallimento della megagalattica operazione che già al suo nascere era facile prevedere avrebbe trovato non poche difficoltà.

La prima riguarda  la villa di Cafaggiolo , per la quale è in corso la procedura per l’inserimento nella lista del  Patrimonio Mondiale dell’Unesco, che non si può pensare di trattare come un rudere di campagna del quale disporre secondo il volere dell’investitore in barba alle norme di conservazione e valorizzazione di un bene storico di tale rilevanza. Lo stesso dicasi per gli immobili di contorno che sono giustamente sottoposti alle stesse  norme di tutela.

Nella tenuta di ben  370 ettari sono poi presenti numerosi immobili da trasformare in strutture ricettive con un ‘operazione di recupero rispettando le caratteristiche architettoniche e ci sono grossi volumi oggi destinati all’attività agricola che , immagino, il proprietario voglia trasformare in nuove edificazioni con un impatto non certamente trascurabile. Su questo c’era la disponibilità degli enti firmatari ad attuare una velocizzazione delle procedure una volta presentati i progetti che non risultano arrivati ai competenti uffici.

Lo scoglio più grosso è però quello della viabilità in quanto la nuova proprietà vorrebbe  cambiare il tracciato della provinciale allontanandolo dalla villa ma non restando in destra Sieve  ma trasferendo il tracciato in sinistra del fiume su terreni che, mi hanno detto, non sono di proprietà della Cafaggiolo Srl. I tracciati proposti sono diversi ma con ostacoli non semplici da superare e costi  non certo irrilevanti che non si capisce bene chi dovrebbe accollarsi (la regione?la provincia?). Alcuni di questi tracciati interferiscono con aziende agricole e coltivazioni di grande pregio , basti pensare alla produzione di pinot nero. Tutto questo perché la proprietà vuole utilizzare una parte dei propri terreni per campi di polo e altre strutture sportive.

Probabilmente su queste problematiche il tavolo istituzionale si è arenato al di là della volontà degli enti locali che devono anche fare i conti con una carenza di risorse ulteriormente aggravata dagli ultimi provvedimenti governativi. Probabilmente possono essere  anche cambiate le aspettative dell’investitore di fronte ad un possibile aumento dei costi derivanti dal  rafforzamento dei caratteri identitari del patrimonio architettonico, culturale, storico e paesaggistico ( così hanno scritto)  con anche il recupero delle attività agricole e boschive tradizionali. 

Alcuni obiettivi sembrano in netta contraddizione fra loro e poi ci sono i costi dell’investimento che sono molto elevati con tempi di recupero che si preannunciano lunghissimi  , basti pensare che il solo personale diretto ipotizzato comporterebbe un costo annuo di 14 milioni di euro.

Ci sono sicuramente delle difficoltà ma dare tutta la colpa alla burocrazia e agli enti locali sembra il più classico dei modi di prepararsi una via di fuga. Almeno questa è la sensazione che si ricava leggendo le cronache riportate dai giornali.  Speriamo sia un impressione sbagliata.

LR

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