Rimase sfregiato al volto dalla motosega con cui tagliava un bosco nei pressi di Vicchio riportando danni permanenti, compreso un deficit visivo, un taglialegna di 30 anni, romeno, impiegato ‘a nero’ da due imprenditori, un italiano e un croato Giovanni Romagnoli e Milan Mirkajlovic, titolari di ditte individuali. Ora, per questo incidente sul lavoro – risalenti al 18 novembre 2011 -, il tribunale di Firenze, giudice Gaetano Magnelli, li ha condannati entrambi a un anno e 9 mesi ciascuno per violazione delle norme in materia di sicurezza e prevenzione degli infortuni. Il pm Christine von Borries aveva chiesto un anno ciascuno. In particolare i due imprenditori, che fornivano legname a una ditta del Mugello e che si avvalevano dell’opera del boscaiolo romeno, sono stati condannati per non avergli fornito attrezzature antinfortunistiche idonee, per non avergli dato la formazione necessaria su come usare la motosega, per non aver redatto il documento di valutazione dei rischi lavorativi, per non aver predisposto adeguate misure di assistenza medica e di primo soccorso. Il taglialegna si ferì perché la motosega gli arrivò nel viso a causa di un ramo che ebbe un repentino ‘effetto fionda’ mentre stava tagliando fusti di castagno e carpine. La lama rotante lo colpì al volto e non si arrestò neanche dopo l’urto. Tra l’altro, il cantiere nel bosco era situato in un punto non raggiungibile con automezzi e il ferito dovette percorrere a piedi circa tre chilometri. Inoltre, dal processo è emerso che il romeno lavorava ‘a nero’ per il datore di lavoro croato, che lo pagava poco – solo quando a sua volta avesse riscosso il denaro di altri incarichi -, e lo ospitava a casa sua facendogli pagare il posto letto e il vitto.
