Nel cuore della Montagna Fiorentina, alle porte del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, si alza una nuova e controversa questione ambientale. Nel Comune di Londa, insieme a San Godenzo, si discute l’installazione di un impianto eolico industriale che potrebbe trasformare radicalmente il volto del territorio. Londa rappresenta, insieme a Castagno d’Andrea, una delle principali porte di accesso al Parco, dotata di un Centro visite di riferimento per escursionisti e turisti. Proprio per questo, l’idea di collocare pale eoliche sui crinali vicini solleva dubbi, proteste e mobilitazioni da parte di cittadini, comitati e amministratori locali.
Mentre i Comuni di San Godenzo, Bagno di Romagna e Portico avanzano richieste per ampliare i confini del Parco includendo anche aree cuscinetto di protezione, a Londa si rischia di perdere un’occasione storica. Entro il 31 dicembre 2025, infatti, è possibile richiedere ufficialmente l’inclusione di nuove aree nel perimetro protetto del Parco. Tuttavia, l’avvio di un progetto industriale come l’eolico potrebbe compromettere in modo irreversibile questa opportunità.
Il paradosso dell’energia verde che consuma la natura
L’impianto eolico in questione andrebbe a interessare crinali ricchi di biodiversità, situati a ridosso dei confini del Parco. Queste aree sono habitat naturali di grande valore ecologico, fondamentali per la conservazione di specie protette e per l’equilibrio del paesaggio. In nome della transizione energetica, si rischia di avviare un processo di industrializzazione del paesaggio montano che potrebbe trasformare per sempre la vocazione naturalistica e turistica di queste zone.
La Strategia Nazionale della Biodiversità prevede che, entro il 2030, la Toscana debba raddoppiare le proprie aree protette, passando dal 15% al 30%. Un obiettivo ambizioso che dovrebbe portare a una tutela ancora più estesa di territori ad alto valore ecologico, soprattutto quelli vicini a Parchi Nazionali, Riserve Naturali Regionali e alle cosiddette aree Natura 2000.
Parallelamente, è in vigore un altro obiettivo fondamentale: il consumo di suolo zero entro il 2030, un imperativo che nasce dalle analisi dell’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Secondo i dati aggiornati, l’erosione del suolo è una delle emergenze più gravi per l’Italia, direttamente collegata al cambiamento climatico e alle emissioni di CO2.
Il convegno di Castagno d’Andrea e le voci della montagna
Il 20 settembre scorso, a Castagno d’Andrea, si è svolto un importante convegno promosso dalla Coalizione Ambientale TESS (Transizione Energetica Senza Speculazione). L’incontro ha riunito esperti di biodiversità e cammini, che hanno illustrato le criticità legate al mega eolico sui crinali dell’Appennino, con un focus particolare su Villore e Corella, due aree già interessate da progetti simili.
Durante il convegno, è stato presentato un Piano Energetico Nazionale che propone una transizione energetica senza consumo di suolo. Secondo gli esperti, esistono alternative concrete e sostenibili all’eolico industriale, capaci di garantire la produzione di energia rinnovabile senza stravolgere l’ambiente e il paesaggio.
In questo scenario, l’impianto eolico previsto a Londa appare come un progetto anacronistico. Non solo non porta benefici diretti alle comunità locali, ma comporta svalutazione immobiliare, perdita di valore dei terreni, alterazione del paesaggio e degrado ambientale.
Camminata in difesa dei crinali
Per sensibilizzare l’opinione pubblica e manifestare il proprio dissenso, i cittadini di Londa, insieme ai comitati della Coalizione TESS, hanno organizzato una Camminata di protesta prevista per sabato 25 ottobre. Il ritrovo è fissato alle 9.30 in Piazza della Repubblica a Londa, con partenza alle 10.00 dal Valico di Croce ai Mori. L’escursione, che durerà fino alle ore 16.00 con pranzo al sacco, rappresenta un gesto simbolico ma potente per ribadire la volontà di proteggere l’Appennino e le sue risorse naturali.
In caso di maltempo, l’incontro si terrà comunque in luogo coperto, a dimostrazione della determinazione e dell’unità della comunità montana.
Difendere il Parco è investire nel futuro
Il dibattito sull’impianto eolico a Londa non riguarda solo la questione energetica. È il simbolo di una più ampia riflessione sul futuro dell’Appennino e dei suoi abitanti. Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi rappresenta una risorsa strategica per la salute, il benessere e l’economia dei territori montani, grazie al turismo sostenibile, all’agriturismo, alla ristorazione e alle produzioni locali. Ogni metro quadrato sottratto alla natura è una perdita non solo ecologica, ma anche culturale ed economica.
In un’epoca in cui si parla sempre più di transizione ecologica, è fondamentale distinguere tra soluzioni reali e speculazioni industriali. Ecco perché difendere i crinali dell’Appennino significa difendere un modello di sviluppo più equo, duraturo e rispettoso della natura.
L’appello della Coalizione Ambientale TESS è chiaro: non c’è vera energia rinnovabile se il prezzo da pagare è la distruzione del paesaggio e della biodiversità.


