Mukki, Confagricoltura: “Con l’arrivo di Granarolo si rischia annullamento della produzione”
Matteucci: “In pericolo l’attività di oltre 500 lavoratori”
“La dimostrazione d’interesse di Granarolo nell’acquisto delle quote Mukki è per noi motivo di forte preoccupazione” Lo dichiara Giacomo Matteucci, referente Confagricoltura Toscana in Mugello in merito alla manifestazione d’interesse di Granarolo spa per l’acquisto delle quote della Centrale del latte di Firenze, Pistoia e Livorno di proprietà del Comune di Pistoia. “L’arrivo di una realtà come Granarolo – continua Matteucci – metterebbe a rischio l’attività di oltre 500 addetti al settore impegnati in circa 40 aziende del territorio cuore della produzione della Centrale del latte. Se, come crediamo, l’interesse è rivolto alla grande distribuzione, si rischia l’annientamento della nostra filiera. Granarolo non è mai stata interessata ad un marchio territoriale e non credo che farà concorrenza nel mercato con il latte del Mugello. I nostri produttori hanno un costo fuori mercato a causa dell’orografia del territorio che comporta per noi la necessità di una costante salvaguardia per impedire dissesti nelle zone rurali. Gli allevamenti del Mugello, negli ultimi anni, hanno investito molte risorse economiche e umane nel miglioramento del prodotto per raggiungere standard qualitativi elevati che, in alcuni casi, come per il Mukki Mugello Alta Qualità, arrivano a toccare livelli di eccellenza. Si tratta di uno dei pochissimi latti che possono essere dati ai bambini sotto l’anno di vita. Attraverso importanti e onerosi progetti di riqualificazione ambientale ed aziendale, promossi dagli imprenditori zootecnici insieme alla Centrale, si sono raggiunti obiettivi: ad esempio l’organizzazione di una filiera capace di garantire al consumatore una gamma di prodotti di qualità riconosciuta, la garanzia di sbocchi commerciali soddisfacenti per gli allevatori che ha favorito la permanenza degli stessi in zone montane e svantaggiate, contenendo il fenomeno dell’abbandono del territorio che è responsabile di tante pesanti conseguenze per l’ambiente. Abbiamo inoltre il timore – conclude Matteucci – che in questo percorso, si possano insediare figure speculative, orientate solo alla conquista di nuove quote di mercato, ma non interessate all’acquisto e all’utilizzo del latte prodotto nella provincia.”