È arrivata la condanna per Antonio Recati, il trentenne anarchico che nella notte tra il 12 e il 13 gennaio aveva provocato un’esplosione davanti al portone della caserma dei carabinieri di Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze. Il giudice per le indagini preliminari Agnese Di Girolamo lo ha ritenuto colpevole di tentato incendio, escludendo però l’aggravante di terrorismo, inizialmente ipotizzata dalla procura.
Il gesto, compiuto con un ordigno rudimentale, aveva generato preoccupazione e acceso il dibattito sulle azioni di matrice anarchica, che negli ultimi anni si sono intensificate in varie zone d’Italia, spesso con episodi simbolici contro strutture dello Stato.
La sentenza stabilisce una pena di 2 anni e 4 mesi di reclusione, una condanna che, pur confermando la responsabilità dell’imputato, ridimensiona l’impatto giuridico del gesto escludendo la finalità eversiva.
Antonio Recati, difeso dagli avvocati Letizia Bertolucci e Michele Passione, dovrà inoltre risarcire il Ministero della Difesa, che si era costituito parte civile nel processo, a tutela del patrimonio pubblico e dell’integrità delle sue strutture. Il Ministero dell’Interno, anch’esso presente nel procedimento, aveva invece richiesto un risarcimento per danni morali e d’immagine, ma la richiesta è stata respinta dal giudice.
La decisione del gip sarà corredata da motivazioni scritte che verranno depositate entro 90 giorni. Solo allora sarà possibile conoscere nel dettaglio le valutazioni del tribunale in merito alla natura dell’azione e alle motivazioni dell’esclusione dell’aggravante legata al terrorismo.

