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Cocchi si candida alle primarie del Pd a Barberino

di Leonardo Romagnoli

cocchiRITORNO AL FUTURO

Le ragioni di una candidatura

Barberino ha bisogno di una forte iniezione di fiducia, ha bisogno che si accantonino i rancori e i veleni, le miopie che nascono dalla paura e dal provincialismo, le rabbie cieche figlie della disperazione. Non è una questione politica ma un problema culturale e di vivere civile. Il 9 marzo, con le primarie del PD per la candidatura a Sindaco, si offrirà alla gente l’occasione di contare nelle scelte importanti. Alle primarie ci sarò anch’io.

L’impoverimento crescente delle famiglie spinge a dimenticare che la crescita (culturale e materiale) è prima di tutto sforzo comune, collaborazione, progettualità coraggiosa, speranza, non maldicenza, livore o invidia sociale.

Nei miei ultimi quattro anni di vita in questo comune, dove sono nato e cresciuto e nel quale ho lavorato intensamente per dieci anni, ho potuto osservare da vicino l’erodersi del rapporto tra la comunità, il popolo, e le sue istituzioni, le sue classi dirigenti (non solo politiche). Come in tutta Italia del resto ma qui, forse, con un’accentuazione particolare.

Qualche settimana fa, chiamate dal maggior partito della sinistra italiana, quasi millecinquecento persone di Barberino, Galliano e Cavallina hanno dato una forte dimostrazione di quanta energia ancora covi sotto le rovine. Queste persone, eleggendo Matteo Renzi alla guida del PD, hanno detto che non si rassegnano, che vogliono risposte, che la politica deve fare il suo lavoro al servizio del bene comune, rinnovandosi. Sono degli illusi? Lo vedremo. Non sono dei rassegnati e tanto mi basta.

Ho molto riflettuto sul fatto se vi fosse ancora la possibilità di dare una mano in questa nuova situazione, per uno come me. Per quasi quattro anni ho taciuto completamente, astenendomi dal partecipare in alcun modo alla vita politica. Ero oggetto di accuse infamanti e ritenevo fosse giusto fare un passo indietro. Poi è arrivato il proscioglimento e ora, una sentenza della Cassazione di cui non conosciamo ancora le motivazioni, fa ricominciare il procedimento.

Ma a questo punto sono tranquillo, ho la coscienza a posto e la piena fiducia che anche la macchina, farraginosa e lenta, della giustizia italiana, non potrà che riconoscere la mia completa innocenza. Per la mia proposta politica e i miei progetti per Barberino sento di dovermi rimettere esclusivamente al giudizio degli elettori. Con loro sarò un libro aperto perché non ho nulla, assolutamente nulla, da nascondere né nella mia vita pubblica, né della mia vita privata.

Con tanti anni di impegno politico alle spalle ho sentito il dovere di rispondere alla richiesta che molti mi hanno fatto, dentro e fuori il mio partito, di contribuire ad un rilancio della situazione locale. La mia esperienza e le mie competenze, unite alla conoscenza approfondita del sistema politico ed economico della nostra Regione, possono essere utilmente messe al servizio di un progetto di governo di Barberino e di crescita e formazione di una nuova classe dirigente. Come abbiamo visto, non basta rompere con il passato o dichiararsi innovatori per riuscire a cambiare in meglio le cose. Rispetto all’amministrazione in carica si sente un diffuso bisogno di cambiare passo.

Rifare il sindaco a Barberino non era una mia priorità, da nessun punto di vista. Né lo considero un “trampolino” per qualcos’altro: non con il mio passato, non alla mia età. Ma non sta nel mio carattere e nella mia storia il tirarsi indietro, non quando molti pensano che una parte del loro futuro e delle loro speranze dipenda da te. Mi impegno in questa nuova sfida con entusiasmo e rinnovata umiltà, quasi ricominciando daccapo.

La priorità vertono tutte sul rilancio dello sviluppo, sfruttando le potenzialità di crescita che Barberino ancora presenta: per i suoi asset infrastrutturali e ambientali, per la sua logistica, per la vicinanza all’area metropolitana fiorentina. Bisogna lavorare per attrarre e facilitare investimenti produttivi, per aiutare le imprese (manifatturiere o di servizio) a superare il momento, per alleggerire la maglia burocratica, per accompagnare e dare fiducia a chi vuole fare. Nei cinque, durissimi, anni che abbiamo alle spalle tutto questo non è stato fatto. Era oggettivamente difficile ma l’impressione è che a Barberino abbia prevalso un atteggiamento della pubblica amministrazione diffidente e chiuso. La nuova leadership nazionale del PD pare orientata a smuovere le acque stagnanti dello sviluppo italiano e ad aprire una stagione riformistica nuova. Non offrirsi di dare una mano sarebbe sbagliato e colpevole, questa è stata la mia conclusione.

Il PD a Barberino viene da un passato di divisioni talvolta personalistiche e non sempre politicamente motivate. E’ un riflesso del degrado generale e dello scadimento del dibattito pubblico, una tendenza a cui intendo oppormi. Se vogliamo far ripartire il paese dobbiamo ristabilire le condizioni di un dibattito pubblico basato sulle cose da fare, sulle soluzioni concrete, sui progetti di governo. Anche in questo, la mia esperienza servirà a raffreddare i bollori senza spengere gli entusiasmi.

Nei prossimi giorni arricchiremo la nostra proposta, incontreremo persone e associazioni, ascolteremo e preciseremo le priorità. Lo farò insieme a coloro che condividono questo progetto e che contribuiranno, se sarò eletto, alla squadra di governo. Sarà un ritorno, ma un ritorno verso il futuro.

Paolo Cocchi

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