Ci sarà un futuro per l’Ospedale del Mugello? Il secondo articolo di Sandra Cerbai

Ci sarà un futuro per l’Ospedale del Mugello?

Abbiamo cominciato a chiedercelo anni fa, quando anche in consiglio regionale fu posto il problema della stabilità della struttura, sia sotto il profilo statico che antisismico.

Si parlò, ovviamente, di stanziamenti importanti per la costruzione di un nuovo ospedale, dati i problemi rilevati e data l’età della struttura che non rispondeva più né alle esigenze della medicina moderna né al fabbisogno sanitario di un territorio vasto, morfologicamente differenziato, che va dai monti alla valle, con una viabilità che non garantisce sempre il raggiungimento, in tempo utile, di altri ospedali dell’area metropolitana fiorentina.

Ma queste sane intenzioni mal si accordavano con le intenzioni della dirigenza Asl e dell’assessore regionale alla sanità, che invece pensavano a ridurre da 12 a 3 le ASL di quella che è stata pomposamente chiamata Area Vasta Toscana Centro”.

Per “ottimizzare” hanno spiegato.

E per “ottimizzare” meglio hanno accentrato tanti servizi ospedalieri, togliendoli ai piccoli ospedali di periferia. Il disastro è apparso evidente con l’emergenza covid.

Ottimizzare=Tagliare

Siamo riusciti a sventare il trasferimento di chirurgia senologica nel 2017 con una dimostrazione di folla che si ribellava al sopruso.

Ma oggi non possiamo più fare “folla”, il covid non ci consente di organizzare dimostrazioni pubbliche.

Così arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia che hanno deciso di esternalizzare il servizio del prelievo venoso. Questo proprio non se lo aspettava nessuno!

L’opposizione di sinistra, appena trapelata la cosa, ha presentato una mozione all’UMCM e c’è stata una reazione della Dirigenza Asl.

“…esternalizzare le prestazioni di prelievo venoso…nasce dalla necessità segnalata dalla Direzione sanitaria del PO Mugello, di liberare spazi e locali da adibire ad altre attività, anche in previsione di lavori di adeguamento del presidio ospedaliero recuperando personale infermieristico e amministrativo.” Scrive il d.re Morello

Gentilissimi Dirigenti, a parte la poca chiarezza della frase sibillina riguardo ad “altre attività” e riguardo al “recupero di personale infermieristico e amministrativo”, potreste essere più chiari?

E lei, d.re Morello, ricorda quando, nel maggio 2018 (Consiglio UMCM) a giustificazione della ristrutturazione, ha assicurato che non sarebbe stato creato alcun disagio alle attività ospedaliere? Addirittura le trasferite!

Ma senza andare così lontano, ricorda quando, nella commissione del consiglio comunale di Borgo S.L., (novembre 2020), Lei ha parlato di container per dare spazio al PS e a cardiologia? Naturalmente niente in confronto alla palazzina garantita nel 2018 e sparita insieme all’apparecchio di risonanza magnetica, alle sale operatorie, al personale medico e infermieristico.

Cardiologia, al momento, è ospitata nel reparto di oncologia e al PS si lamentano, giustamente, anche della carenza di personale.

“…Lo spostamento verso strutture esterne accreditate permette di diminuire il sovraffollamento nel rispetto del distanziamento sociale richiesto nell’attuale periodo di emergenza Covid”. Scrive ancora il Dirigente.

Non convince! Assolutamente no!

Chiunque frequenti l’ospedale, sa bene che al momento non c’è sovraffollamento. Stiamo pagando dei signori (perché li paghiamo Noi) che, oltre a misurare la febbre a chi arriva, dirottano le persone verso il giusto reparto, distanziano e, a volte, fanno aspettare persino all’aperto, se necessario.

Signori Dirigenti, volete forse farci capire che non siete in grado di organizzare gli spazi che abbiamo ? ( ricordo che paghiamo circa 300 mila euro l’anno per spazi dislocati un po’ ovunque, in Borgo S.L.).

Non riuscite a fare di meglio che rivolgervi al “Privato”?

Con tutto il rispetto verso il privato e chi ci lavora, vorrei dire a chi ci dirige che il privato può essere una scelta del cittadino, ma il Servizio Sanitario, che è Pubblico, tale deve restare senza se e senza ma, e le attività sanitarie pubbliche si devono svolgere nella struttura pubblica quando c’è, e c’è. Si può solo migliorarla e non ridurla.

Ci è dovuto. Lo dice la nostra Costituzione, art. 32:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…”

Mi scuso per la lunghezza dell’articolo ma le cose da dire sarebbero talmente tante! Scrivo, rileggo e taglio, per snellire. Ma tante cose restano fuori. Perciò mi rifarò viva.

Sandra Cerbai

Presidente del Comitato per la salvaguardia dell’Ospedale del Mugello

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