Il Comitato Tutela Crinale Mugellano Crinali Liberi il 22 giugno ha voluto celebrare il
Solstizio d’estate con una iniziativa aperta a tutti alla Fiera dei Poggi, San Godenzo, dedicata
ai crinali di Villore e Corella che, a causa dell’impianto industriale eolico Monte Giogo di
Villore, sono attaccati dalla industrializzazione, deforestazione, cementificazione,
distruzione della Sentieristica CAI nazionale ed europea e compromissione di habitat di
specie protette.
Fabrizia Laroma Jezzi ha ripercorso il cammino che si è compiuto fin qui come Comitati e
Associazioni per la difesa dei crinali, dei territori e delle comunità e ha fatto presente che è
ancora attesa la Sentenza del Consiglio di Stato in risposta agli appelli del Comune di San
Godenzo e delle Associazioni Italia Nostra e CAI.
Il solstizio d’estate rappresenta il trionfo del sole che si sposa simbolicamente con la luna e
le acque che, secondo la tradizione, assumono a San Giovanni virtù rigenerative.
Valeria Uga ha portato una riflessione sul significato dei grandi momenti dell’anno, i Solstizi
e gli Equinozi. Da quando l’uomo ha conquistato la stazione eretta, diventando capace di
alzare gli occhi per osservare la volta celeste, ha sentito che questi momenti del ciclo delle
stagioni erano come portali d’accesso ai movimenti dell’anima, inseriti in un immenso
respiro cosmico. I giorni intorno al Solstizio d’estate sono quelli in cui la Terra brulica di vita
e offre i suoi frutti, mostrandosi in tutta la sua bellezza. La nostra componente spirituale è
massimamente diffusa fuori dal nostro piccolo io e si espande nelle sfere del Cosmo,
prendendo contatto con la Saggezza di cui sono permeate. Possiamo approfittare di questo
momento per far arrivare molto lontano i nostri intenti, e far sentire il nostro rispetto e il
nostro amore per le meraviglie che ci circondano.
Luca Vitali, fondatore delle Edizioni Montaonda, casa editrice con sede nel Comune di San
Godenzo, ha introdotto il concetto di bioregionalismo, aiutandoci a comprendere la valida
rappresentazione offerta proprio dal luogo che ci ha ospitati.
La corrente culturale del bioregionalismo nasce negli anni ’60 in risposta al crescente
disagio dovuto allo sradicamento dell’essere umano dal suo ambiente naturale e
identitario. Fa richiamo alla conoscenza concreta, di prima mano, del territorio in cui si vive,
con tutta la sua rete di relazioni, non solo umane. Una bioregione non è identificabile da
confini disegnati su una carta, ma da caratteristiche peculiari che la distinguono da aree
circostanti: tipo di suolo, clima, flora e fauna, corpi idrici, pratiche e usanze. Mentre
nell’ottica meccanicistico-industriale, dove comodità e velocità sono considerate valori, i
crinali montuosi sono visti come ostacoli (o, nella migliore delle ipotesi, luoghi da cartolina
sfruttabili dal turismo organizzato), nell’ottica bioregionalista i crinali possono essere spazi
di comunicazione e scambio tra popolazioni e culture.
Ed è proprio sui crinali della dorsale Appenninica che gli abitanti dei due versanti si
incontravano, scambiando bestiame, merci, saperi. Nascevano amori, amicizie,
collaborazioni fra genti che, pur vivendo sotto amministrazioni diverse, potevano sentirsi
unite nella loro umanità e nella condivisione di un certo territorio, con la sua
conformazione e le sue tipicità. La Fiera dei Poggi, che si svolgeva sul crinale spartiacque fra
Toscana e Romagna, ha un’antica tradizione, risalente almeno a fine ‘700, come
appuntamento stagionale dove le popolazioni limitrofe portavano in Fiera il loro bestiame e
i frutti del loro lavoro. E dopo le transazioni commerciali si festeggiava, si mangiava, si
ballava, spesso ci si innamorava di qualcuno proveniente da oltre il monte…
Nel secondo dopoguerra, l’Italia si orienta verso l’industrializzazione e l’inurbamento, e
inoltre cambiano i metodi di allevamento e agricoltura: le zone rurali meno “comode”
vengono abbandonate, la “sapienza contadina” perde valore e negli anni ’60 l’usanza della
Fiera dei Poggi scompare del tutto. Ma i bioregionalisti ci hanno visto giusto: separata dal
suo ambiente, dalla natura, dalle radici, dai luoghi che gli hanno dato cibo, gioco, bellezza,
l’anima umana soffre di nostalgia.

Ed ecco che, dopo decenni di pausa, grazie ai comuni di
San Godenzo, Portico di Romagna e San Benedetto in Alpe, più varie associazioni locali, la
Fiera dei Poggi torna a rivivere come appuntamento estivo! Forse non sarà più come
l’antico ritrovo tra contadini, ma resta comunque occasione di festa e di incontro, godendo
dell’abbraccio dei boschi e della vista sui magnifici crinali, patrimonio comune da difendere
e preservare. Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento bioregionalismo ecco
un link: https://sentierobioregionale.org
Dopo aver ascoltato Fabrizia, Valeria e Luca intercalati gentilmente dal suono del flauto di
Alessandro Ricci e le poesie di Fabrizia, tratte dal libro Sul sentiero dell’aquila Gaia, anche i
corpi hanno sentito il bisogno di muoversi di esprimere la loro presenza, il loro essere
energetico.
Una sferzata di energia vibrante ci è stata offerta da Fabrizio, che ci ha introdotti ai Passi di
Potere di Carlos Castaneda, mentre Francesco con il suono profondo e misterioso del suo
tamburo sciamanico ha sottolineato alcuni momenti del nostro incontro e, oltre a farsi
portavoce del sostegno di un gruppo di Bagno a Ripoli, ci ha regalato un emozionante canto
nativo Lakota.
Laura Sicuteri ci ha guidati nel Qi Gong degli elementi secondo la medicina tradizionale
cinese: terra, fuoco, acqua, legno. metallo. Con fluidi movimenti nella bellissima faggeta ci
siamo collegati alla terra delle radici, al fuoco del sole, all’acqua che nutre la terra, al legno
degli alberi… al metallo che permette gli scambi. Abbiamo sentito l’energia fresca forte
centrata della faggeta dentro di noi .
Silvia Mazzoni ci ha condotti in una immersione nella foresta, una camminata consapevole
nel bosco tra i faggi, invitandoci a cogliere in silenzio e calma interiore colori, profumi e
suoni della Natura. La camminata si è conclusa con un cerchio dove, dopo aver liberato in
gioco le nostre voci, ciascuno di noi ha depositato il suo intento ai piedi di un grande
vecchio faggio, un “Albero Madre”, che saprà farlo arrivare fino alle propaggini del bosco, e
oltre.
Verso la fine della giornata Vittoria ci ha portato in dono alcune danze sacre: una danza di
guarigione creata dopo il disastro di Chernobyl, ispirata al fiore di Bach “Elm”, e una danza
sulla musica di “Lo chiederemo agli alberi”, canzone di Simone Cristicchi. Abbiamo sentito
queste danze creare armonia fra il nostro corpo e la musica, fra di noi e la faggeta, e anche
fra di noi che danzavamo in cerchio. Molteplici elementi di guarigione in un periodo
segnato da tanta sofferenza e aggressività per l’attacco alla terra e all’umanità.
Per concludere questa giornata di serenità e rigenerazione, tutti a turno abbiamo lanciato
in mezzo al cerchio una parola, e con quelle parole Fabrizia ha composto una poesia.
Immensa felicità
intensa libertà
la spada fiammante
di San Michele sul Monte
non più dolore
ma solo amore.
Risveglio al sole
nel cerchio del Solstizio
semi di un’Era nuova
bellezza verde collettiva
spazio di nutrimento
e gratitudine condivisa
creato nell’invisibile
camminare della giustizia.
Con la consapevolezza del faggio
la fedeltà del cane
l’equilibrio del crinale
NOI SIAMO PIU’ FORTI
PER VOI
AMATI MONTI!
~
Poesia collettiva
Cerchio del Solstizio
Fiera dei Poggi 22 giugno 2025.
Con questa poesia Il Comitato ha salutato i Crinali di Giogo di Villore e Corella
rinnovandone la difesa e la protezione dei suoi meravigliosi ecosistemi naturali ricchi di
biodiversità e di bellezza.