Anche quest’anno, la Regione Toscana rinnova un’iniziativa che coniuga gestione faunistica e solidarietà: le carni degli ungulati selvatici abbattuti nei piani di controllo saranno donate a scopo benefico e distribuite dal Banco Alimentare alle persone e alle famiglie più in difficoltà. Un progetto che si ripete con successo dal 2021 e che punta a valorizzare una risorsa alimentare spesso inutilizzata, trasformandola in un aiuto concreto per chi ne ha bisogno.
L’iniziativa prevede la raccolta e lavorazione delle carni in modo sicuro e certificato, prima della distribuzione. Per questo motivo, le tre ASL di area vasta della Toscana – Nord Ovest, Centro e Sud Est – hanno pubblicato avvisi pubblici per individuare centri di lavorazione disponibili a collaborare all’operazione.
Domande entro il 12 novembre: come partecipare
Le domande di adesione devono essere presentate entro le ore 13.00 del 12 novembre 2025. Possono partecipare i centri di lavorazione delle carni regolarmente autorizzati e in possesso dei requisiti previsti dagli avvisi. Gli enti selezionati si occuperanno della lavorazione, confezionamento sottovuoto e surgelamento delle carni, nel pieno rispetto delle normative igienico-sanitarie.
Il Banco Alimentare, forte di una rete logistica capillare ed efficiente, si occuperà successivamente della distribuzione dei prodotti alimentari, garantendo la tracciabilità e l’arrivo a destinazione presso strutture caritative e mense solidali presenti sul territorio regionale.
Ecco i link diretti agli avvisi pubblicati dalle tre ASL:
(Link da aggiornare con le URL ufficiali delle delibere o bandi)
Una doppia finalità: sostenibilità ambientale e solidarietà sociale
L’abbattimento degli ungulati – come cinghiali, caprioli o daini – è previsto dai piani di controllo faunistico approvati a livello regionale per gestire l’equilibrio tra fauna selvatica e ambiente, tutelando agricoltura, biodiversità e sicurezza stradale. Grazie a questa iniziativa, le carni derivanti da questi interventi, invece di essere smaltite, vengono reintrodotte in modo utile nel ciclo alimentare.
Un’azione che mette insieme buona amministrazione, responsabilità ecologica e aiuto alle persone in difficoltà. La Regione Toscana, con il supporto delle aziende sanitarie, promuove così un modello virtuoso che valorizza una risorsa disponibile senza sprechi e con benefici reali per la collettività.

