Cammino Futuro e San Cresci

Al via il progetto della Fondazione Europea Cammino Futuro a San Cresci

Villa la Quiete a San Cresci di Borgo San Lorenzo, un prestigioso complesso storico-architettonico immerso nella natura incontaminata del Mugello, necessita di un urgente e   costoso recupero. Il progetto della  Fondazione Cammino Futuro è creare il  Centro San Cresci, un luogo dove strutturare e diffondere un nuovo pensiero economico rivolto a stili di  vita sostenibili, dove fare ricerca, formazione, elaborazione e diffusione di teorie e buone pratiche legate al ben-vivere. Per finanziare l’importante ed ambizioso progetto Costruiamo San Cresci è stata lanciata una campagna di raccolta fondi.

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FIRENZE – Lunedì 11 novembre si è svolta la conferenza stampa di
presentazione del progetto A San Cresci la spudorata ingenuità diventa
protagonista, organizzata dalla Fondazione Europea Cammino Futuro. Erano presenti Fabio Salviato, presidente della Fondazione, Bruno Dei e Roberta Zivolo, ideatori del progetto, numerosi fondatori e la stampa locale. “Un’iniziativa ambiziosa, importante e aperta – ha esordito Salviato – che riguarda il recupero e la ristrutturazione di un luogo ma
anche il ritorno al rapporto relazionale, ‘spudoratamente ingenui’ dunque nel significato di uomini liberi. Alla platea è stato poi proiettato un video dall’alto contenuto emozionale che attraverso gli occhi dei bambini “i veri professionisti dell’immaginazione”, fa sognare
un futuro migliore.
Laura Bartalucci funzionario del settore forestazione, promozione dell’innovazione e interventi comunitari per l’agroambiente, ha portato i saluti dell’assessore all’agricoltura Gianni Salvadori. La regione è impegnata in questo terreno “lavoriamo con progetti di sviluppo rurale – ha spiegato – attuando strategie per utilizzare le zone rurali e
mantenere le persone in queste aree”; l’ente promuove un’associazione che organizzerà un centro internazionale del cibo e della qualità, nell’ottica di una politica finalizzata a ripopolare i luoghi.

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“La scintilla dell’idea di fare qualcosa per San Cresci – ha specificato Bruno Dei –  nasce una decina di anni fa”. Il bando di gara dell’università di Firenze cedeva la tenuta di San Cresci, un territorio
in Val Cava di 657 ettari tra boschivo, agricolo e casali. Era un ambiente abbandonato che nel passato aveva sperimentato la sostenibilità.
L’Agricola San Cresci partecipò alla gara l’operazione non aveva solo valenza economica ma voleva recuperare un ambiente votato al ben-vivere. “Ci aggiudicammo la gara – ha aggiunto – e stamane abbiamo chiuso con l’università il compromesso. Da oggi l’agricola è titolare della tenuta e il 30 novembre prossimo, stipulerà un contratto con la Fondazione a cui verrà concesso l’uso gratuito degli immobili che deve recuperare per una attività ad uso vincolato e fare un centro del ben-vivere. La fondazione, aperta a tutti coloro che ne vogliono farne parte, dovrebbe recuperare Villa La Quiete del ‘500, dapprima dei
banchieri Gondi, poi delle Montalve e dal ’92 dell’università.
Un’operazione complessa. “Riteniamo che il recupero dell’immobile, vincolato dalle belle arti, sarà fatto in tempi ragionevoli, occorrono tempo e soldi ma pensiamo che camminando su questa strada si arriverà in porto. Questa è una azione giusta per il futuro”.  A partire da oggi, ha specificato il presidente, messi in campo i basilari strumenti di comunicazione, partiamo con la raccolta fondi; bisogna creare un movimento trasversale e ci devono essere “persone che si mettono in cammino”.roberta_zivolo
Roberta Zivolo, imprenditrice milanese che tanto ha concretizzato nella vita in 32 anni di lavoro, ha spiegato che con il marito Bruno Dei ad un certo punto si è chiesta “Che cosa faremo da grandi”? All’epoca Obama parlava di ecosostenibilità che a San Cresci già dal 1100 si praticava.
Una zona rurale ricca, fertile e dotata di acque. “Li c’era la risposta che attendevamo. Abbiamo partecipato all’asta e il progetto è venuto fuori”. Abbiamo il diritto di ben-vivere: nascere in casa o insegnare tecniche nuove come giocare imparando. A San Cresci, centro (e sede, ndr) della fondazione, si tramanderà alle nuove generazioni il ben-vivere, ci sarà turismo etico, agricoltura a chilometro zero, laboratori artigianali. Per rendere autosufficiente questo luogo, ci vuole sostenibilità ed autosufficienza. Creare un contenitore di persone che possano lavorare qui e non andare all’estero, sul modello dei
monasteri benedettini. Si produrrà energia attraverso le biomasse e ci sarà anche la casa della migliore età. “Se vogliamo e siamo insieme si può fare”.fabio_salviato_2
“Costruiamo il nostro futuro insieme”, ha ribadito Salviato, attraverso la ristrutturazione si vogliono realizzare importanti iniziative ma ci
vuole la volontà di farlo. Un tempo promise ad un indios dell’Equador (viveva sulle Ande a cinquemila metri ed aveva camminato dodici ore per vedere un gringo come lui) preoccupato per i cambiamenti climatici del
pianeta e le troppe guerre, che avrebbe fatto qualcosa. “Ho cercato di portare avanti quella promessa con iniziative concrete. Oggi c’è una crisi globale, economica, finanziaria, etica. Non esiste solo la massimizzazione del profitto o l’individualismo forzato. Questo sistema è un treno che viaggia a 300 all’ora, ci stiamo sgretolando come società. Ma in questo processo di sgretolamento sta affiorando l’umanità da sotto: terzo settore, cittadini responsabili, riemergono valori come relazionalità, solidarietà che erano tipici della vita di campagna. “E’ arrivato il momento  – ha continuato – che le persone si fermino e trovino dei luoghi fisici dove incontrarsi e confrontarsi per individuare un nuovo pensiero economico dove apportare il proprio contributo, in un contesto di armonia. Molta gente va alla ricerca di buone pratiche che già ci sono, bisogna cercare di metterle in rete e far si che emerga un nuovo pensiero economico. Formare una generazione trasversale che viva in maniera più sobria e rispettosa dell’ambiente.
Questa fondazione ha la capacità di contagiare ed è arrivato il tempo di costruire, ci vuole determinazione, fatica, ingenuità, per formare un gruppo che attui un processo di cambiamento. Noi siamo i paladini e siamo tra quelli ce dicono ‘io me la voglio giocare’, attraverso questo percorso di contagio costruiamo un movimento di cittadini consapevoli”.
La prima fase è la ristrutturazione (la villa è in comodato gratuito) ma ci vuole un sostegno economico, contestualmente si devono gettare le basi di un centro propulsore. Esiste già un gruppo di persone consapevoli e nello spazio di due, tre mesi un altro centinaio di
“antenne”, diventeranno i referenti che promuoveranno questa iniziativa ambiziosa e importante che ha già i sedimenti ed è un punto di riferimento per coloro che vogliono capire. “Nella notte oscura siamo dei lampadieri ma non conosciamo il percorso, andiamo a costruire, siamo consapevoli perché sentiamo che c’è questo bisogno e mettiamo in campo la nostra capacità di realizzare. Da oggi siamo anche una onlus. L’ appello è che tutti contribuiscano a sviluppare questa iniziativa che nel nostro paese potrebbe avere una incidenza significativa, capace di portare al cambiamento”. “Cerchiamo gruppi di soggetti che abbraccino l’idea – ha concluso Bruno Dei – pensiamo positivo”.

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