Caminetti e qualità dell’aria

“Vietato usare i caminetti? Ok, ma si prevedano contributi per sostituirli”

Richiesta alla Regione di Anci e Upi dopo le restrizioni comunitarie per la qualità dell’aria

“La tutela ambientale e la questione della qualità dell’aria sono oggi tematiche che richiedono risposte urgenti e concrete da parte delle Regioni e del Governo, il cambiamento di strategia su queste questioni non è più rinviabile. Oggi la Commissione Europea impone alla Regione Toscana di spegnere i vecchi caminetti se non sono l’unica fonte di riscaldamento, in quanto poco è stato fatto per evitare gli sforamenti di Pm10, che colpiscono più alcune zone della regione che altre. Noi diciamo che per poter chiedere alle persone di spegnere i caminetti è indispensabile che la Regione faccia investimenti seri per la sostituzione dei caminetti, in modo che le famiglie possano continuare a usarli. Inoltre, è necessario un piano di intervento su più livelli, che coinvolga i settori produttivi della Toscana e la mobilità. Il cambiamento del paradigma ambientale è doveroso e ci trova d’accordo. Ma non può interessare
soltanto i cittadini, in particolare quelli che sono più in difficoltà a livello economico. La tutela ambientale deve andare di pari passo con l’eguaglianza sociale: per questo motivo chiediamo al Consiglio regionale e alla Giunta interventi più cospicui e più trasversali”. Con queste parole Matteo Biffoni, presidente Anci Toscana e Luca Menesini, presidente Upi Toscana, commentano la proposta di legge approvata dal Consiglio delle Autonomie Locali, che ha così preso atto della procedura d’infrazione e della conseguente condanna della Commissione Europea nei confronti della Regione, accusata di non tutelare abbastanza la qualità dell’aria.
“Come Anci e Upi chiediamo alla Giunta e al Consiglio regionale – continuano i sindaci di Prato e Capannori – di promuovere un ventaglio coerente di proposte a favore della qualità dell’aria e dell’ambiente accompagnato da uno stanziamento adeguato e sufficiente rispetto ai fabbisogni del territorio. In tal senso l’importante sforzo regionale con i 3 milioni di euro, che accogliamo positivamente, è insufficiente e va rafforzato in quanto risponde solo a poche migliaia di sostituzioni. Anche a seguito della recente presentazione del piano europeo “Fit for 55” e del dibattito che si è aperto sui possibili, futuri, effetti ambientali, occupazionali ed economici, ribadiamo la necessità di rendere sostenibili questo tipo di provvedimenti anche rispetto alla dimensione sociale ed economica e dal punto di vista dell’accoglimento positivo dei cittadini. A nostro avviso conseguire i massimi risultati in questo tipo di tematiche richiede il coinvolgimento di tutte le fasce sociali delle nostre comunità, per evitare che a godere degli incentivi e degli aiuti specifici siano le fasce più abbienti della popolazione proprio mentre, al contrari, a subire gli effetti sfavorevoli dei provvedimenti potrebbero essere quelle componenti economicamente più fragili. Si è già verificata questa situazione, con ampie e note proteste, sulla questione della sostituzione del parco veicoli e degli incentivi all’elettrico. Rinnoviamo infine l’invito a lavorare assieme, Regione ed enti locali, fin dalle prime fasi di costruzione delle proposte e dei provvedimenti. Siamo a disposizione per contribuire con la nostra esperienza, vicinanza e prossimità ai territori per rendere la nostra regione un luogo sempre più salubre ed ecologicamente avanzato, nel rispetto dello sviluppo economico, sociale e dell’occupazione”.
fonte Anci

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