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Aree interne, nuove economie e cooperazione: il 20 giugno confronto tra Toscana ed Emilia-Romagna a Marradi

di Leonardo Romagnoli

il 20 giugno a Marradi confronto tra Toscana ed Emilia-Romagna

Le aree interne dell’Appennino non sono più semplicemente territori marginali. A Marradi, in provincia di Firenze, giovedì 20 giugno, si terrà un incontro decisivo per ripensare il futuro di queste zone: si parlerà di modelli di sviluppo, economie rigenerative, servizi essenziali e ruolo della cooperazione. Un appuntamento che vedrà riuniti rappresentanti istituzionali, esponenti del mondo universitario, cooperative e associazioni per una riflessione condivisa.

L’evento, dal titolo “Aree interne ed economie rigenerative”, è promosso da Confcooperative Toscana e Confcooperative Emilia-Romagna, e si svolgerà dalle 10 alle 13 all’Urban Center di Marradi. Un territorio simbolo di una sfida comune: quella di garantire un futuro alle comunità montane, tra spopolamento, accesso ai servizi e opportunità di lavoro.

Saranno presenti i presidenti regionali Eugenio Giani (Toscana) e Michele De Pascale (Emilia-Romagna), insieme alla vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi e al sindaco di Marradi Tommaso Triberti, che condurrà i lavori. Un confronto che intende andare oltre le parole per individuare soluzioni concrete, modelli replicabili e strategie condivise tra due regioni che condividono problematiche, ma anche risorse e potenzialità.

Alberto Grilli, presidente di Confcooperative Toscana, sottolinea: “Le aree interne non sono un problema, ma una risorsa da valorizzare. La cooperazione può tenere insieme sviluppo economico, coesione sociale e salvaguardia del territorio”. È su questa visione che si fonda l’iniziativa, pensata non solo come momento di dibattito ma anche come spazio per condividere buone pratiche e costruire reti interregionali.

Dello stesso parere Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia-Romagna: “Servono politiche nuove per affrontare le disuguaglianze tra centro e periferia. Il sistema cooperativo può offrire risposte concrete e sostenibili, promuovendo un’economia che crea valore senza depauperare le risorse locali”.

L’incontro sarà articolato in due momenti principali. La prima parte, dedicata a “I servizi per la comunità”, ospiterà gli interventi di Matteo Spanò, presidente della Federazione Toscana delle Banche di Credito Cooperativo, sul problema della desertificazione bancaria, fenomeno sempre più grave nelle aree rurali. A seguire, Roberto Savini, presidente nazionale di Confcooperative Consumo e Utenza, parlerà dei servizi essenziali di prossimità, mentre Pier Angelo Mori, docente presso la Co-operatives and Nonprofits Research Unit dell’Università di Firenze, offrirà una lettura sulla gestione sostenibile dei beni comuni.

La seconda parte, intitolata “I modelli esperienziali”, proporrà casi concreti di cooperazione attiva nelle aree interne. Emiliano Babboni, presidente della cooperativa “Sviluppo e Futuro Levigliani”, racconterà l’esperienza della sua realtà nella valorizzazione del territorio apuo-versiliese. A seguire, Alessandro Ceschi e Samuel Cornella della Federazione Trentina della Cooperazione presenteranno il modello dei negozi di montagna SIEG, un esempio di come si possano mantenere servizi anche nelle zone più isolate. Infine, la presidente di Acli Toscana, Elena Pampana, rifletterà sul contributo dell’associazionismo nello sviluppo delle aree periferiche.

A chiudere i lavori sarà nuovamente Francesco Milza, con un intervento conclusivo che proverà a tirare le fila del confronto e a rilanciare l’impegno della cooperazione per un’Appennino vivo, attivo e protagonista.

L’incontro di Marradi si inserisce in un percorso più ampio che mira a dare centralità ai territori spesso dimenticati dalle grandi agende politiche. Perché l’Appennino, e più in generale le aree interne, possono diventare motore di un nuovo sviluppo se si riescono a coniugare innovazione sociale, cooperazione e politiche pubbliche adeguate.

L’obiettivo è chiaro: superare la logica dell’emergenza e attivare progettualità stabili e integrate, capaci di valorizzare le comunità locali e le loro risorse. La cooperazione, in questo senso, rappresenta non solo un attore economico, ma anche un connettore di relazioni, bisogni e competenze. Una leva strategica per riportare vita e futuro dove oggi rischiano di dominare abbandono e disillusione.

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