AnimaMarradi: medici di medicina generale, la montagna ha partorito un topolino

La montagna ha partorito un topolino: è questo il bilancio dell’incontro in Regione tra il Sindaco e l’Assessore regionale
sulla questione dei medici di medicina generale. Un risultato deludente,
che si ripercuote negativamente sui nostri concittadini.
Ci saremmo aspettati che, almeno, la proposta dei Sindaci sulla rotazione dei
medici, una soluzione temporanea e certamente non definitiva, fosse accolta immediatamente. Invece, si è arrivati soltanto alla disponibilità ad aprire un tavolo.
Un tavolo che sarebbe dovuto essere  aperto due anni fa, quando era chiaro, ed era stato più volte segnalato, ciò che sarebbe accaduto. Un tavolo che sarebbe dovuto
nascere quantomeno dopo le “Agorà della Salute” promosse dalla Società della Salute, in cui il problema dei medici di medicina generale era emerso tra le principali criticità. Eppure, solo ora si parla di aprirlo, mentre i cittadini si aspettano e meritano risposte
concrete. Le richieste e le segnalazioni, purtroppo, sono rimaste inascoltate. La politica, sia a livello locale che regionale, è rimasta immobile e assente, delegando a tecnici distanti dalle dinamiche territoriali e dai bisogni di salute delle nostre comunità decisioni
che invece sarebbero di competenza politica. Le conseguenze di questa
inerzia sono sotto gli occhi di tutti.
L’unica nota positiva, per quanto tardiva, è la presa di coscienza della necessità di meccanismi
incentivanti per garantire servizi adeguati anche nelle aree periferiche.
Tuttavia, ci lascia perplessi la lettura positiva sull’ampliamento del servizio di guardia medica per un solo giorno
alla settimana. Si era parlato di 20 ore settimanali, ma ci ritroviamo
con un pomeriggio a Marradi e uno a Palazzuolo, con capacità di
intervento parziali. Cosa c’è di positivo in questo? Si tratta di un
flop. Se il potenziamento della guardia medica poteva rappresentare una
misura temporanea, è evidente che il modo in cui è stato progettato
– da chi, evidentemente, non conosce le dinamiche territoriali, i
bisogni e le caratteristiche degli operatori locali – ha portato alla
scarsa adesione dei professionisti.
Non ci siamo. Chiediamo a Regione, società della Salute e Sindaci un cambio di passo, un’accelerazione
nell’individuazione di soluzioni concrete. Esistono esperienze
nazionali e internazionali che andrebbero analizzate con attenzione e
apertura mentale per trovare una soluzione definitiva. È necessario
garantire i diritti dei cittadini dell’Alto Mugello, a partire da uno
degli elementi fondamentali della medicina territoriale: la continuità
del rapporto medico/assistito, in cui la componente relazionale gioca un
ruolo chiave.
Ad agosto andrà in pensione l’ultimo medico rimasto. Non
possiamo permetterci di ritrovarci da capo, con una situazione ancora
più complessa, servono soluzioni, che la cittadinanza, inascoltata,
chiede da anni. I cittadini pretendono risposte. Noi siamo a
disposizione per offrire il nostro contributo, nell’interesse
esclusivo delle nostre comunità.

I gruppi consiliari di Anima Marradi e Centro Destra Unito

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