Sul trasferimento e accorpamento all’Iot di Firenze del servizio di interruzione volontaria di gravidanza all’Ospedale del Mugello prende posizione anche la Società della Salute Mugello con un documento steso stamani dagli amministratori comunali della Giunta.
Gli amministratori mugellani, si sottolinea all’inizio del documento, “hanno appreso da una consigliera comunale di Scarperia e poi da un comunicato ufficiale dell’Azienda Sanitaria Fiorentina del 10 giugno che dal 15 giugno non sarà più effettuato nell’apposito ambulatorio all’interno dell’Ospedale di Borgo San Lorenzo il servizio di interruzione della gravidanza”.
Ancora, nel documento, gli amministratori mugellani esprimono “sconcerto sui modi e sui tempi di tale iniziativa che si riflette su un servizio oltremodo delicato che ha implicazioni non solo sanitarie ma anche – e di tutta evidenza – sociali. L’ambulatorio nel presidio di Borgo San Lorenzo – si evidenzia nel testo – garantisce infatti anche una presa in carico più completa, una funzione educativa e di prevenzione, un ‘dialogo’ anche verso le donne extracomunitarie che vi si rivolgono. Ulteriore motivo di preoccupazione è dato dalla possibile penalizzazione di questa zona rispetto ai medici ginecologi non obiettori. Il prospettato spostamento di una professionalità con tali caratteristiche dal Mugello a Firenze – sottolineano gli amministratori comunali della Giunta della SdS – renderebbe ancora più precaria la situazione della nostra zona anche rispetto le urgenze da garantire, rimanendo nel presidio una sola figura di medico non obiettore”.
Vista la situazione, gli amministratori comunali della Giunta della SdS hanno chiesto “un incontro con il Direttore generale dell’Azienda Sanitaria Fiorentina 10 al fine di discutere le problematiche relative ai servizi territoriali ed ospedalieri, incontro che è stato da tempo fissato per il 3 luglio. Sarà anche quella l’occasione – chiosano – per esprimere la nostra contrarietà verso scelta fatte in modo completamente avulso da un confronto con il territorio con l’auspicio che in futuro si possa costruire un vero confronto”.
Sanità, SEL contro la chiusura del servizio di IVG presso l’ospedale di Borgo San Lorenzo
La ASL 10 ritorni sui suoi passi e mantenga il servizio di interruzione volontaria della gravidanza negli ambulatori dell’ospedale di Borgo San Lorenzo. E’ questo l’appello che le parlamentari fiorentine di Sinistra Ecologia e Libertà, sen. Alessia Petraglia e on. Marisa Nicchi, rivolgono alla dirigenza dell’Azienda sanitaria contro la prospettata chiusura della struttura che, attualmente, serve l’intero territorio del Mugello.“La chiusura del presidio di Borgo San Lorenzo e il trasferimento a Firenze mette in discussione l’effettiva applicazione della legge 194 e il diritto di scelta delle donne – osservano Nicchi e Petraglia – La possibilità di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza deve essere garantita su tutto il territorio, al di là delle considerazioni meramente economiche. Chiediamo alla ASL 10 e alla Regione di intervenire al più presto per porre rimedio ad una decisione profondamente sbagliata”.L’appello di Nicchi e Petraglia si unisce a quello di Grazia Innocenti, presidente del Consiglio comunale di Borgo San Lorenzo ed esponente locale di SEL: “Per un territorio come quello del Mugello, vasto e dai collegamenti non sempre facili – spiega – l’allontanamento di questo servizio rischia di incentivare il ritorno a pratiche illegali che il buon funzionamento della legge 194 ci aveva fatto lasciare alle spalle. Le donne devono poter accedere con facilità agli ambulatori, nel rispetto di un diritto garantito da una legge dello Stato. ”.
Giù le mani dalla Legge 194! Nessuno smantellamento del Servizio di Interruzione Volontaria di Gravidanza dall’Ospedale di Borgo San Lorenzo.
Il gruppo provinciale di Rifondazione Comunista aderisce al coordinamento in difesa della L. 194/78 nato per contrastare la decisione dell’ASL 10 di smantellare il Servizio di Interruzione Volontaria di Gravidanza dall’Ospedale di Borgo San Lorenzo per trasferirlo all’IOT di Firenze. Si tratta di una decisione grave, irresponsabile e socialmente inaccettabile.
Da anni stiamo assistendo ad una lenta e progressiva messa in discussione del diritto all’aborto; questa decisione presa dall’Azienda Sanitaria, rappresenta un attacco alla libertà di scelta e alla salute delle donne del Mugello, contro la quale è fondamentale che si attivi da subito una forte mobilitazione di protesta e di rivendicazione tale da contrastare ogni tentativo di smantellamento e cancellazione di sedi, servizi e strutture.
Il nostro Gruppo Consiliare attiverà tutti gli strumenti a propria disposizione affinché la Provincia di Firenze esprima in modo netto la propria posizione chiedendo alla ASL 10 di recedere dai propri propositi, avendo ben chiaro che il sostegno a questa battaglia assume il significato più ampio di difesa della legge 194 e di tutela dei livelli prestazionali dell’Ospedale del Mugello e di tutte le attività distrettuali territoriali.

